5 buoni motivi per non fischiare Leonardo Bonucci (e 5 per farlo)
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5 buoni motivi per non fischiare Leonardo Bonucci (e 5 per farlo)

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Questa sera, ore 20.45, il ritorno di Leonardo Bonucci all’Allianz Stadium di Torino. Quale sarà la reazione dei tifosi della Juventus? 5 motivi per non fischiarlo (e 5 per farlo)

Here we are. Questa sera è la sera in cui Leonardo Bonucci tornerà da avversario all’Allianz Stadium. Qualsiasi tifoso della Juventus immagina questo momento dall’istante in cui, mesi fa, è stato ufficializzato il passaggio di Leo al Milan. Sarà strano l’effetto, almeno quanto complesso sarà accettare il contrasto tra quello che ha rappresentato e quello che rappresenta ora. La domanda che occorre farsi è una: in che modo, esattamente, questo calciatore verrà accolto dai suoi ex sostenitori? E, soprattutto, come è giusto che venga trattato dalla tifoseria bianconera? Noi una risposta non ce l’abbiamo. 5 buoni motivi per non fischiarlo invece sì. E, a dire tutta la verità, anche 5 per farlo.

5 buoni motivi per NON fischiare Leonardo Bonucci

Civiltà

Si parte dal presupposto, limpido, che un calciatore non dovrebbe mai essere oggetto di fischi. È un concetto lontano anni luce dalla realtà ma, forse, ancora presente in qualche meandro della cultura calcistica di questo popolo. Ben lungi dal voler “fare la morale” diciamo solo che, a prescindere, un professionista che esercita il proprio mestiere avrebbe il diritto di farlo nella piena serenità. Fischiare Bonucci sarebbe, se pur con attenuanti folkloristiche ed ambientali, una mancanza di civiltà.

Indifferenza

“Leonardo Bonucci chi?”. Chissene se ‘sto qua ha firmato per il Milan: tanto noi continuiamo a vincere e loro… non si capisce nemmeno cosa stiano a fare. Alla fine perché dovrebbe tangere la scelta di un calciatore che ha dimostrato di anteporre la propria immagine a quello della sua squadra? “I giocatori passano, la Juve resta” e ognuno, alla fine, è libero di fare la sua scelta. Non è di Scirea che stiamo parlando: va bene così.

Rispetto

Perché alla fine un po’ di ammirazione c’è. Per quella volta che si è venuto a vedere la partita in curva, per quella volta del: «La differenza è che noi stiamo agli ottavi di Champions e voi in Europa League», per il sangue sputato in bianconero, per i tantissimi trofei. Leonardo Bonucci il rispetto dei tifosi della Juventus se l’è guadagnato. Che poi sia andato tutto di traverso in una volta sola è un altro discorso.

BBC

Il ricordo della leggenda non si infanga, mai. La difesa targata Barzagli, Bonucci, Chiellini: l’invalicabile muro erto a difesa della porta di Gianluigi Buffon ha rappresentato quanto di più granitico la storia del calcio abbia mai concepito. La favola di tre compagni di squadra diventati amici, quasi fratelli, una cosa sola. «Il mio Leo» disse Buffon singhiozzante dopo la disfatta Mondiale. Fischiare Bonucci, questa sera, sarebbe un po’ come fischiare tutta la BBC.

Legge dell’ex

Per essere pratici pratici. Provocare potrebbe essere una lama a doppio taglio, un boomerang che torna indietro con effetti devastanti. Nel senso che spesso i fischi, invece di intimorire, caricano a molla. A questi livelli, si sa, gli stimoli fanno la differenza e concederne di ulteriori a Bonucci rappresenterebbe un errore non indifferente. Perché se finisce che la butta dentro proprio lui… Che bella sorpresa nell’uovo di Pasqua!

5 buoni motivi per fischiare Leonardo Bonucci

Incoerenza

Nella vita non si può essere sempre coerenti in tutto, ma si dovrebbe cercare di esserlo perlomeno nelle cose importanti. I tifosi bianconeri pensavano che per Leo la Juventus fosse parecchio importante. Tutti quei gesti, tutte quelle dichiarazioni d’amore non hanno poi avuto riscontri pratici davanti alla prima difficoltà. A parole sono bravi tutti, Bonucci persino più degli altri. Legato ai cancelli di Vinovo, però, non c’era nessuno.

Presunzione

Quanto era convinto, quanto. Di essere l’ago della bilancia, di fare la differenza dall’oggi al domani. I proclami sui social, le dichiarazioni da salvatore della patria, la fascia da capitano. È stato bello dilettarsi nella scoperta di hashtag ad effetto e di clip motivazionali. Ma poi sul campo, dove conta davvero, nulla di tutto questo. Il Milan non è la Juventus ma Bonucci l’ha capito troppo tardi. Ammesso che l’abbia capito. #presuntuoso

https://www.instagram.com/p/BWp-LTylrAT/?taken-by=bonuccileo19

Sindrome dell’abbandono

I tifosi della Juventus un po’ ce l’hanno, un bel po’ anzi. Arriva dritta dritta dalle vicissitudini di Calciopoli e dalla diaspora di campioni post retrocessione. Abbandonare la nave nella tempesta, con le dovute proporzioni e differenze tra le due situazioni, equivale all’alto tradimento. Un abbandono che il popolo bianconero non tollera più. Anteporre i propri interessi a quelli della squadra non è roba da Juve e non merita nessun tipo di comprensione.

Milan

Se non poteva essere Juventus, perché doveva essere proprio Milan? Bonucci di offerte in Europa ne aveva davvero in quantità industriale. Spagna, Inghilterra, Francia: l’avrebbero accolto tutti a braccia aperte. Ma, quasi per sgarbo alla società che l’ha reso un campione, Leonardo ha preferito spostarsi soltanto di qualche chilometro, per fare un patto col Diavolo. Ha barattato storia e tradizione bianconere con quelle rossonere. Senza nemmeno sciacquarsi la bocca.

Sofferenza

Non è stato giusto. Voltare le spalle a chi ti considerava come un fratello, al di là di tempistiche e modi. I tifosi della Juventus volevano sinceramente bene a Bonucci e, ne siamo certi, ne vogliono ancora molto. Motivo per cui soffrono ancora adesso maledettamente ripensando a quanto accaduto. Soffriranno questa sera nel vederlo in campo con la maglia rossonera e soffriranno persino nel fischiarlo. Ma sarà opportuno farlo perché, oggi, Leo non sarà dalla parte della Juve, la parte giusta.

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