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Mertens e Bernardeschi, ecco dove sta la differenza
I due episodi che hanno fatto più discutere l’Italia del calcio nelle ultime settimane sono, per quanto ugualmente controversi, molto diversi per dinamica. Mertens e Bernardeschi, quando cambia l’intenzione
Gli ultimi giorni sono stati letteralmente tempestati da quelle che noi definiamo, con dubbia vena ironica, “chiacchiere da Var“. In realtà, più che di chiacchiere, si tratta di sanguinose polemiche scaturite dalle controverse decisioni arbitrali che hanno caratterizzato i recenti turni di campionato. Fra i tanti casi dubbi, abbiamo deciso di soffermarci, data la risonanza mediatica suscitata, sui due presunti falli da rigore (non sanzionati) di Dries Mertens (Crotone-Napoli, 19ª giornata) e di Federico Bernardeschi (Cagliari-Juventus, 20ª giornata). Due episodi che hanno destato pari scalpore ma che, se sotto sottoposti ad analisi, appaiono chiaramente diversi.
Eh sì. Perché, se proprio vogliamo abbassarci a questo tipo di polemiche, uno dei due interventi è molto più rigore dell’altro. Parliamo dello sconsiderato bagher del folletto napoletano, reo di aver goffamente colpito il pallone col braccio sugli sviluppi di un corner a favore del Crotone. Il rigore è semplicemente solare per un motivo: le braccia di Mertens si muovono verso il pallone con l’evidente intenzione di andarlo ad impattare. I tanti replay, mostrati in televisione e rintracciabili online, non lasciano alcun tipo di dubbio. L’episodio della Sardegna Arena, invece, appare molto più controverso. Perché, se è vero che Bernardeschi salta con il braccio molto largo, è anche vero che il 33 bianconero cerca di ritirare il proprio arto superiore per evitare il contatto con la sfera. Una volontà che, se non scagiona, per lo meno discolpa parzialmente Federico. La differenza tra i due episodi sta appunto nell’intenzione. E, questa sì, è incontestabile.