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Juve, sul ponte sventola bandiera… Napoli
La Juve trionfa e il Napoli alza bandiera bianca. In arrivo il settimo scudetto consecutivo. Il primo non si scorda mai, ma anche l’ultimo di questo ciclo straordinario ha il suo fascino
Cominciamo col fare i complimenti alla Juventus. Poi al Napoli. Anche se sarebbe “politicamente” corretto invertire le posizioni. Corretto, però, in un Paese culturalmente e sportivamente più attrezzato. A dire il vero non smetterò di applaudire tutti quei tifosi che sono riusciti a convincersi che Allegri – per gli juventini – e la Juve – per tutti gli altri – abbiano meritato anche questo settimo tricolore. Il più incerto degli ultimi anni e forse per questo anche il più bello.
Dopo aver ingoiato rospi amari per ogni polemica creata ad arte nei confronti della nostra squadra è giusto che tutti riconoscano i meriti di chi è pronto a tagliare per primo il traguardo e aspetta solo di perfezionare la pratica – al cento per cento – in queste ultime due partite che restano da giocare. Le polemiche non le spazzerà via nessuno, ma neanche le nostre vittorie.
Il gioco della Juve non ha mai brillato di suo, ma col riflesso delle grandi firme della rosa a disposizione. E proprio qui sta la differenza con la squadra di Sarri. Una squadra registrata sull’agilità degli attaccanti che poco alla volta si è spenta come una candela. Inevitabile, quasi prevedibile. Stanca nelle gambe e nella testa ancor di più di una Juventus quasi sazia, ma motivata nell’orgoglio di non voler restare con un cerino in mano.
È anche vero che tanti tifosi bianconeri reclamano la Champions. E chi non la pensa come loro. Ma a questo gruppo cosa si può rimproverare dopo 7 scudetti e due finali di champions?Appunto, a questo gruppo: da Allegri all’ultimo giocatore della panchina. A cosa dovrebbero allora appellarsi i sostenitori di Chelsea, Psg, Bayern Monaco e chissà quante altre squadre? Lo scudetto non è un’eccezione, ma una realtà sul quale cementare i progressi futuri. Anche se adesso sembra essere giunto il momento per alzare l’asticella delle motivazioni. La butto lì: un nuovo allenatore (Ancelotti, già contattato) e tre ottimi giocatori di levatura internazionale . E tutti uniti consapevolmente: per entrare tra i primi tre in Italia e puntare al tetto d’Europa.