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Agnelli disegna il futuro: «Dal 2024 il foglio sarà bianco. Ronaldo? Un supereroe»
Intervenuto al Festival dello Sport, Andrea Agnelli ha parlato del futuro del calcio internazionale. Le parole del presidente bianconero
Ospite speciale al Teatro di Trento in occasione del Festival dello Sport, Andrea Agnelli, insieme al presidente dell’UEFA Aleksander Ceferin e a quello del Torino Urbano Cairo, ha tenuto un lungo discorso proiettato alla programmazione del calcio del futuro.
Eccone alcuni passaggi.«Ho il piacere di essere qui a condividere questo incontro. Quando parliamo del futuro del calcio, si deve mettere come base la passione. Siamo in una fase di valutazione per il calcio del futuro: la modifica della Champions per ora è stata minima (introduzione della 4a sqaudra) e ne ha beneficiato la Germania. Si cerca maggiore inclusione, ma puntando sulla qualità. (…) Nei mesi estivi ci sono 10 partite in due mesi, l’esigenza dei club di mezzo è vedere razionalizzato questo calendario per migliorare. La Uefa ha questo interesse, noi siamo con loro, loro sono con noi. La UEFA ci ha permesso di pensare a una terza competizione che possa includere i club di media fascia. Il 2024 è un foglio di carta bianca: lì scade il calendario internazionale, da lì in poi si può scrivere qualcosa di nuovo. In questo momento abbiamo tornei che iniziano sfalsati, che si giocano in mesi diversi, ma anche un massimo di partite diverse: quindi c’è margine per ottimizzare il tutto, armonizzare. Il centro degli interessi è evidentemente l’Europa. Si penserà tutti insieme a un ribilanciamento delle coppe nazionali, dei calendari, che vuol dire anche maggiore solidarietà per i Paesi che ne hanno bisogno».
IDEA SUPERLEGA – «Parliamo di un sistema chiuso, spesso in passato ho fatto riferimento ai modelli americani che vanno tenuti perché fruttano. Quella che è la mia volontà è individuare un modello di sviluppo e crescita all’interno del sistema. Quello che deve rimanere è il dogma di poter vincere la propria massima competizione nazionale: deve rimanere».
ACQUISTO CR7 – «E’ stata la prima volta che le due anime della società si sono trovate nell’investimento di singolo calciatore. Quella sportiva, c’è la consapevolezza di aver preso un valore aggiunto importante, e vederlo tutti i giorni lo conferma, in più chi gioca con lui sa di doversi guadagnare l’avere Ronaldo in squadra; quella commerciale, Ronaldo facilita la distribuzione mondiale. I bambini nel mondo vogliono vedere i supereroi, lui è uno di quelli. In più permette di colmare un gap italiano: la distribuzione delle partite e dei diritti italiani nel mondo».
MODELLO JUVE – «La Juve però non è solo Ronaldo, è un collettivo. CR7 è una ciliegia in qualcosa che è stato costruito un pezzo dopo l’altro, con pazienza, intelligenza e tanto altro. La crescita della Juve va valutata dal 2010 ad oggi: facile dire ‘Ah, ma la Juve può’, bisogna vedere da dove si è partiti».
FEDERCALCIO – «Mi auguro che Gravina sia in grado di riportare armonia a quella che era diventata una bega di condominio, gli accordi presi con le componenti si realizzeranno e spero che quello che è scritto nelle 6 pagine del programma della Lega di A sia realizzabile. Ma per farlo, ripeto, serve armonia».
VAR – «Si gioca in un modo solo: se in autostrada so già della presenza di tanti autovelox, il mio comportamento alla guida sarà condizionato. Anche qui serve allineare le regole tra i Paesi europei. Certo è che indietro non si torna».
JUVE U23 E WOMEN – «Giovani in prima squadra? C’è differenza tra giovanili e agonismo vero. In Italia si presta un numero i giovani quattro volte superiore all’Inghilterra. Ho parlato con Gravina, il quale mi dice che la percezione della Juventus U23 in Serie C è ottima. Così possiamo portare giovani più preparati alla nostra Nazionale. Speriamo che l’anno prossimo si muovano anche le altre squadre di A. Occhio anche al calcio femminile: dovrebbe passare subito al professionismo».