Girelli: «La maglia della nazionale è la più bella che si possa indossare»
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Girelli: «La maglia della nazionale è la più bella che si possa indossare»

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La giocatrice della Juventus Women Cristiana Girelli confessa gli inizi della sua carriera nel mondo del calcio

In una intervista rilasciata al sito della Figc, Cristiana Girelli ha parlato dei suoi inizi nel mondo del calcio e della nazionale che andrà ai mondiali di Francia ’19. Ecco le sue parole.

INIZI – «A detta dei miei genitori avevo sempre un pallone tra i piedi, qualsiasi cosa trovassi per terra la rpendevo a calci. Il calcio è una passione innata, mio papà era presidente di una squadra di calcio e spesso mi intrufolavo nel campo per allenarmi con i ragazzi. I miei genitori mi hanno sempre sostenuto in qualsiasi scelta che ho fatto. Ricordo la mia prima partita dopo catechismo, ho trovato mia mamma che mi disse “Devi andare a giocare, l’allenatore ha detto che c’è bisogno di te”».

EMOZIONI – «Quando penso al calcio penso al profumo dell’erba bagnata e al rumore dei tacchetti nello spogliatoio, ti dà l’idea di cosa stai andando a fare ed è sempre stato un collegamento tra il prepararsi e l’iniziare a giocare. Capisci che quello è il momento di vincere».

ITALIA – «La maglia azzurra è un sogno, la più bella che si possa indossare. È un orgoglio ogni volta che la si mette, ti carica tanto di responsabilità perché rappresenti una nazione intera ed ogni volta pensi a quante persone vorrebbero essere al tuo posto».

QUALIFICAZIONE –«Italia-Portogallo è racchiusa in quell’abbraccio dopo il gol di Bonansea, che arrivò all’ultimo minuto della gara ma ci siamo abbracciate tutte, sia chi era in campo e chi era fuori. Quella fu la chiave di volta di questi ultimi otto mesi della nazionale. In quel momento abbiamo coronato un sogno e ce lo siamo meritate».

MONDIALI – «Quando abbiamo iniziato a settembre, e ci siamo rese conto che la Nazionale mancasse al mondiale da 20 anni, ci siamo guardate negli occhi e ci siamo dette “Dobbiamo farcela”. Io ci penso, non ogni giorno ma quasi, nella mia testa c’è questa parola e ci lavoro ogni giorno perché tutte noi vogliamo arrivare lì non solo per partecipare, ma provare a far vedere chi è l’Italia e rendere orgogliosi i nostri tifosi».

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