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BORDOCAMPO – Il fuoriclasse e il suo coach, l’asse che porta al successo
Cristiano Ronaldo vorrebbe giocarle tutte, Maurizio Sarri decide per il bene di tutti: così, tra i campioni, si protegge un fuoriclasse
Ho visto tanti pugili prendersela con i propri coach all’angolo, rei di aver lanciato l’asciugamano per far chiudere anzitempo il match. I fuoriclasse non vorrebbero mai abbandonare, concentrati con tutte le energie sul campo di gioco. A freddo, a mente serena, quando la ragione si fa spazio tra i sentimenti, capiscono: il coach vuole vincere quanto loro, e percepisce con più lucidità il momento di rimandare la resa dei conti.
«Avevo già preventivato il part time per Cristiano Ronaldo – ammette Maurizio Sarri – Il suo problema fisico non è grave, però lo limita molto in partita sugli appoggi e anche nella continuità degli allenamenti. Perché possono sorgere problemi collaterali». L’extraterrestre portoghese vorrebbe giocarle tutte, il suo allenatore gli chiede quelle giuste. Quelle in cui un fuoriclasse come lui serve al cento per cento. E la squadra – che lo stesso numero sette bianconero ha messo in risalto qualche settimana fa – non può che supportarlo in questo momento poco brillante. Questo è il momento di proteggere la stella.
Succede a tutti di poter non essere al massimo, anche agli eroi. La forza di quest’ultimi sta nel saper gestire sempre i momenti, quelli belli e soprattutto quelli brutti, e tornare ad essere insuperabili quando oltre ai campioni servirà il colpo del fuoriclasse. Sono i re-match a celebrare il pugile più forte. E dietro un vincitore ci sarà sempre un coach che nell’ombra – lungo il cammino – avrà fatto le scelte giuste per il bene di tutti. Fiducia.