PUNTO A CAPO - Rabiot e l’esame d’appello che non può fallire
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PUNTO A CAPO – Rabiot e l’esame d’appello che non può fallire

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Aspettando Rabiot. Il francese non ha ancora convinto e contro l’Udinese si giocherà una chance importante. La Juve non può più aspettarlo

Il tempo stringe e con ogni probabilità dopo la pausa natalizia Sarri avrà un’idea più definita della sua Juve, a livello tattico e di singoli. In questo momento Rabiot non è un titolare e nemmeno una prima alternativa, per entrare stabilmente nelle rotazioni il francese deve dare di più. Il primo match ball per convincere Sarri e i tifosi juventini l’ha fallito a Leverkusen, domenica contro l’Udinese avrà a disposizione un’altra chance per prendersi la Juve, rimane solo da capire se giocherà regista vice Pjanic o mezz’ala, ma cambia poco.

Quello che invece deve cambiare è il suo atteggiamento, ancora troppo timido e poco determinante, deve migliorare nell’approccio e nella gestione tattica. Tecnicamente Rabiot non si discute, atleticamente è in crescita dopo essere rimasto fuori dal campo per quasi un anno a Parigi. Manca il salto di qualità a livello mentale, la prestazione definitiva scandita da fiducia e consapevolezza, in una sola parola quel DNA Juventus che altri nuovi come Demiral sembrano aver già metabolizzato. Il bilancio fino ad ora parla chiaro: dieci presenze, zero gol e un’espulsione, troppo poco per giustificare uno stipendio da 7 milioni di euro a stagione, serve un cambio di marcia perché la Juve non può aspettare ancora.

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