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PUNTO A CAPO – Juve, un centrocampo ad assetto troppo variabile
Il centrocampo è nel mirino della critica. Sarri non ha ancora trovato l’assetto definitivo, ma non mancano le alternative
A tre o quattro, a rombo o in linea, nelle ultime settimane il centrocampo della Juventus è nel mirino della critica, forse addirittura più della difesa, nonostante la media di un gol subìto a partita in campionato. Sarri ha cambiato molto, a livello di sistema di gioco ma anche di interpreti, la sensazione, però, è che al momento non abbia trovato ancora la quadra. Uno degli equilibratori tattici imprescindibili era Khedira, l’assenza del tedesco ha pesato non poco sull’economia stagionale, e nessuno dei sostituti si è dimostrato all’altezza. A sinistra Matuidi e Rabiot hanno alternato buone prestazioni a cali d’intensità, discorso a parte per Pjanic che sta attraversando un periodo di involuzione, lontanissimo dalla brillantezza di inizio anno.
Con il rombo il bosniaco è spesso molto isolato, ma il tentativo di sostenerlo con Ramsey in un centrocampo a quattro non ha dato i risultati sperati al Meazza. Il gallese nelle scorse settimane non ha convinto pienamente da trequartista, e contro il Milan è andato in affanno anche da centrale, in coppia con Pjanic. Sarri potrebbe ancora provare a rilanciarlo da mezz’ala, il suo ruolo all’Arsenal, ma i dubbi – soprattutto a livello di continuità – rimangono. Bentancur è in crescita ma non ha ancora la maturità necessaria per caricarsi la squadra sulle spalle, Bernardeschi è ancora ai box per il problema al polpaccio, e dopo una prima parte di stagione complicatissima è in attesa di rilancio, proprio da mezz’ala. Le alternative numericamente non mancano, ma Sarri non ha ancora trovato il modo di sfruttare a pieno il potenziale di questa Juve a centrocampo.