Cirio a RBN: «Adesso sto bene ma dobbiamo capire che siamo in guerra»
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Cirio a RBN: «Adesso sto bene ma dobbiamo capire che siamo in guerra»

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Alberto Cirio, governatore della Regione Piemonte, ha parlato dell’emergenza Coronavirus: ecco le sue parole

Alberto Cirio, governatore della Regione Piemonte, è intervenuto ai microfoni di Radio Bianconera nel corso della trasmissione “Terzo Tempo”. Ecco le sue parole.

CONDIZIONI«Come sto? Sto abbastanza bene, ormai sono 13 giorni che sono isolamento a casa da quando sono risultato positivo. La mia salute è abbastanza buona, non ho avuto sintomi e sto contando le ore. Continuo ad essere in contatto con l’unità di crisi e voglio tornare con quelle decine di persone che stanno lavorando 24 ore su 24. È un momento difficile, dobbiamo stare tutti uniti senza distinzioni».

RESTRIZIONI«Ce le dobbiamo aspettare se la gente continua a non rispettare le regole. Lo sport all’aria aperta non è uno stato di necessità, non è equiparabile a chi deve andare a lavorare o a fare la spesa. Tanti comuni hanno dovuto chiudere i loro parchi. Rimane evidente che se la gente continua a scambiare questi giorni di emergenza e di guerra come una vacanza, continua a uscire e a fare passeggiate, non riusciremo mai a venirne fuori e dovremo chiedere l’intervento dell’esercito. Non bisogna uscire di casa».

PIEMONTE«Stanno rispondendo benissimo, sono persino commosso. Siamo stati i primi ad istituire l’unità di crisi, siamo sottoposti a un grosso stress fisico e psicologico, ma stiamo cercando di aiutare i nostri anziani e i nostri malati. In questo momento diventa difficile reperire i beni primari, ma in Piemonte si continua ad andare avanti per reperire la strumentazione per i nostri addetti ai lavori. La differenza la fa la loro passione. Il popolo italiano è in trincea, ma sta reagendo bene».

3 APRILE«Se i numeri continuano con questo trend il 3 aprile non basta e nemmeno una settimana in più. Questa curva del contagio deve arrestarsi. Quando arriva alle grandi città, come Torino, dove c’è più densità, i numeri schizzano e noi li dobbiamo tenere a bada perché contagiati spesso hanno bisogno della terapia intensiva. Dobbiamo tenere basso il numero dei contagiati e questo dipende da ciascuno di noi, bisogna capire che non si deve uscire. Se questo non succederà credo che andremo oltre al 3 aprile».

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