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Cobolli Gigli: «Se fossi Agnelli cercherei di ripartire per recuperare ricavi»
Cobolli Gigli, ex presidente della Juve, si è espresso riguardo i temi relativi all’emergenza Coronavirus e la Vecchia Signora
Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juve, ha parlato a Radio Punto Nuovo dell’emergenza Coronavirus e del club bianconero.
CORONAVIRUS – «I giocatori controllati periodicamente con tamponi, sarebbero meno esposti di persone che vanno a lavorare prendendo mezzi pubblici. E’ giusto che lo sport riparta in massima sicurezza, il problema è lo stadio. Non capisco questi tentennamenti di Spadafora, al momento si deve riprendere a stadi vuoti: è inevitabile. Complicherà la situazione dei giocatori, ma porterà avanti un sistema industriale come quello del calcio che vive di un indotto che vale una percentuale del PIL italiano. Con i controlli sui giocatori che si dovranno allenare con intelligenza, e su tutti gli addetti ai lavori si può ripartire».
JUVE – «Ho fatto una ramanzina amichevole Buffon per aver baciato ed abbracciato Dybala nell’ultima partita, dovremo dare un limito alle reazioni emotive. Posizione di Agnelli? I media sono sicuramente un patrimonio importante per chi investe, ma i giornalisti dovrebbero sempre portare la verità, senza influenze. La Juventus è una società che ha fatto cose brillanti in questi anni, anche senza Champions, per farlo ha investito molto. E’ ovvio che abbia un problema di perdite che andrebbero a finire sul bilancio. Non so cosa pensano, ma se fossi nel presidente Agnelli cercherei di ripartire per recuperare ricavi. Non vorrei lo scudetto senza vincerlo sul campo, l’ideale è concludere il campionato e riagganciare il rapporto Serie A, Serie B e Serie C. Bisogna cercare di recuperare tutto per Settembre e poi ricominciare con gli stadi almeno parzialmente riaperti».