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Benatia a Casa Sky Sport: «Vi racconto quel rigore contro il Real Madrid»
Benatia oggi sarà ospite di Casa Sky Sport: a partire dalle 14 le dichiarazioni del difensore marocchino ex Juventus
Medhi Benatia oggi è stato ospite in collegamento con Sky Sport. Il difensore marocchino ex Juventus, ora tra le fila dell’Al Duhail insieme a Mario Mandzukic, è intervenuto in diretta a partire dalle 14.
Benatia ha sempre conservato un grande rapporto con i suoi ex compagni dei tempi della Juventus. Come sempre Juventusnews24 ha seguito l’evento in diretta, con aggiornamenti live sulle dichiarazioni del difensore.
ARRIVO IN ITALIA – «Io ho sempre seguito il calcio, fin da quando ero piccolo. Ero difensore, e sappiamo quanto l’Italia sia importante per i difensori. Non ho mai pensato di poter giocare a calcio nella mia vita: quando ero in Serie B francese, vedere l’interesse dell’Udinese è stata una sorpresa. All’inizio ho avuto un po’ di paura, ma non potevo rifiutare. È stato molto sofferente subito, perché era calcio vero, dovevo lavorare duramente. Ho pensato: ‘Ma perché sono venuto qua?’. A livello di intensità non ce la facevo, e mister Guidolin mi dava sempre consigli. Poi sappiamo tutti com’è finita».
DI NATALE – «C’erano dei premi per quando vincevamo. Quando sono arrivato all’Udinese, Di Natale era già un campione, io non ho trattato invece sul mio stipendio. Avevo una famiglia da gestire, quindi quando vincevamo andavo da lui a chiedergli delle cose e per lui sembrava poco ma per me era tanto. Totò è stato il primo grande campione con cui ho giocato».
CAPITANI – «Ci sono diversi modi per interpretare la fascia da capitano. Totti non parlava tantissimo nello spogliatoio, ma quando lo vedevi rappresentava Roma. Di Natale era un esempio da seguire, ma neanche lui parlava tanto. Per me il più capitano di tutti è stato Buffon: è una leggenda, ha vinto tutto ciò che si poteva vincere e parla sempre prima delle partite. Ha un amore per la Juve incredibile, è rimasto anche in Serie B ed è un esempio per tutti».
DIFENSORI DEL PASSATO – «Nesta e Maldini. Mi hanno fatto amare il fatto di diventare difensore, perché io giocavo più avanti una volta e ringrazio loro per aver apprezzato questo ruolo».
PARTITA PIU’ BELLA – «In Italia direi la finale Juve-Milan a Roma di Coppa Italia, abbiamo vinto 4-0 e ho fatto doppietta. Poi anche in Nazionale abbiamo vinto 2-0 con la Costa d’Avorio e siamo andati al Mondiale».
SCONFITTA COL NAPOLI – «È stata una settimana brutta per tutti i tifosi juventini, ma vi garantisco che lo è stata anche per me. Stavamo facendo una buona partita col Napoli, personalmente è stata una delle mie migliori. Alla fine durante il calcio d’angolo l’arbitro viene da me e mi dice: ‘Bena, io ti guardo’. Io ho cercato di non tenere Koulibaly, ho perso la marcatura e ha segnato. In quel momento sembrava di aver perso il titolo. È stato un momento duro, triste, non ho dormito per due o tre giorni. Contro l’Inter Allegri non mi ha messo, l’ho presa male. Fortunatamente abbiamo vinto grazie al Pipa, e sono rimasto contento».
PANCHINA CON L’INTER – «È andato via Bonucci, Howedes aveva tanti infortuni, e il mister aveva bisogno di me. A volte saltavo allenamento, ma mi faceva giocare lo stesso. Quindi l’ho presa veramente male quella partita. Nel calcio devi sempre ripartire».
RIGORE REAL MADRID – «È un brutto ricordo, all’andata ero squalificato con Pjanic e dopo il 3-0 io e Miralem dicevamo: ‘Qua è finita, siamo fuori’. Abbiamo visto la rimonta della Roma col Barcellona e abbiamo detto che anche noi potevamo farcela. La partita è stata pazzesca, ma alla fine c’è stato l’episodio del rigore. Ho cercato di anticipare Vazquez, senza toccarlo o spingerlo. Lui è rimasto sorpreso nel vedermi, per cui è caduto. L’arbitro ha dato rigore, ma ho fatto di tutto per non toccarlo. Per dare rigore all’ultimo secondo deve essere una cosa chiara. Non era la prima che vedevamo quelle cose col Real Madrid in Champions League».
PJANIC – «Lui è mio fratello, è una persona incredibile, che andrò a vedere anche quando la carriera sarà finita».