Juventus Women
Stendardo: «I club professionistici nel femminile hanno incentivato la crescita»
Guglielmo Stendardo, ex difensore e avvocato, parla del calcio femminile e delle possibili riforme da attuare. Le sue parole
L’ex difensore Guglielmo Stendardo, ora avvocato, ha parlato di calcio femminile in esclusiva a Calcionews24.com. Le sue parole.
CLUB PROFESSIONISTICI – «L’entrata e l’interesse di club professionistici come Juventus, Inter, Fiorentina, Roma, Lazio, ha incentivato il processo di crescita di questo movimento, però non basta. Occorrono riforme strutturali, proposte concrete e di sistema con meno politica, per salvaguardare un mondo. Bene che siano entrate società professionistiche, ma occorre una rivoluzione culturale per incentivare un mondo che parte dal basso. Occorre sapere che il calcio femminile potrebbe diventare un mondo di professioniste. Ci auguriamo che possa arrivare questa riforma».
DIVARIO TRA PAESI – «Io avevo proposto una rivisitazione del limite delle straniere in Italia. In questo momento, ovviamente, è difficile immaginare una competitività maggiore in Champions se poi non si ha la possibilità di avere un prodotto interno diverso da quello attuale. Dobbiamo produrre e proporre un modello diverso dal passato. La conditio sine qua non è la modifica della legge 91/81, occorre un contratto di lavoro subordinato come negli uomini».
FINALE CHAMPIONS 2022 A TORINO – «Un motivo in più per poter raggiungere il professionismo è questo. È l’auspicio di persone di buon senso che credono nella Costituzione. È assurdo che nel 2020 le atlete in ambito sportivo, e mi riferisco a tutti gli sport, non abbiano le tutele previste dalla Costituzione. Anche la risoluzione dell’Unione Europea, del 5 giugno 2003, che prevedeva la non discriminazione è rimasta secondo me inattuata in alcuni punti, soprattutto per quanto riguarda le tutele. Il fatto di spostare l’Europeo al 2022 credo sia una scelta saggia per dare visibilità maggiore al calcio femminile, rendendola come unica competizione di quel periodo. Questo torneo, ma anche la finale di Champions, spero possano incentivare ancor di più la classe dirigente e chi dovrebbe dare delle riforme per portare il calcio femminile verso delle riforme. Questo è un momento difficile e mi auguro che da questo periodo si possano trarre delle opportunità per riformare il mondo dello sport che ha bisogno del recupero di alcuni valori sociali, culturali, umani. Sappiamo benissimo che è anche un business, ma non dimentichiamoci che l’essenza dello sport è il coinvolgimento attivo che preveda tutele e diritti per tutti».