Analisi tattica Juve Milan: la semifinale di Coppa Italia ai raggi X
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Analisi tattica Juve Milan: Bentancur dà intensità, Ronaldo è impreciso

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Analisi tattica Juve-Milan: la partita dello Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Maurizio Sarri e Stefano Pioli

All’Allianz Stadium si affrontano Juventus e Milan, in palio un pass per la finale di Coppa Italia in programma all’Olimpico di Roma. Il match e le mosse dei due allenatori analizzate e studiate nei minimi dettagli.

Douglas Costa e le poche idee

Scesa in campo con un inedito 433, la Juve ha avuto alcuni problemi tipici di tutta la stagione. Tra tutti, la difficoltà nel mantenere l’intensità elevata per tutti i 90′. Anzi, dopo circa 35′ estremamente positivi, con il pressing bianconero che stava stroncando un Milan in inferiorità numerica, i bianconeri sono calati vistosamente in entrambe le fasi. Per diversi momenti della ripresa, gli ospiti hanno palleggiato facilmente da dietro, con la Juve che non riusciva a recuperare palla ed era costretta a rincorrere. La mancanza di idee nel secondo tempo si è vista anche in fase offensiva, con tanta prevedibilità e poca abilità nel penetrare centralmente. A un certo punto, si allargava semplicemente il gioco a sinistra verso Douglas Costa, nella speranza che il brasiliano buttasse palloni in mezzo, nonostante mancasse una punta credibile in mezzo all’area. I cambi non hanno modificato l’inerzia, con anzi Bernardeschi e Rabiot che hanno avuto un pessimo impatto.

Bentancur fa la differenza senza palla

La nota più lieta del match consiste forse nella gara di Bentancur, che ha dato parecchia aggressività alla Juve. Nel primo tempo, era lui che guidava il pressing: si alzava sempre per andare sull’avversario (spesso Romagnoli), con Dybala che invece rimaneva più aperto. Non a caso, ha vinto ben 4 contrasti nei primi 45′, con la Juve che è riuscita a recuperare stabilmente palla in alto: anche quando la freschezza dei compagni è scemata, il sudamericano si è mantenuto su ritmi elevati. Nella ripresa è poi passato davanti alla difesa, dove è stato a volte un po’ impreciso e lento nell’allargare il gioco. Va detto che, se senza palla ha fatto la differenza, in fase di possesso non sempre ha dato un contributo rilevante negli ultimi metri. Senza una prima punta di ruolo, servivano mezzali abili negli inserimenti, ma è stato soprattutto Matuidi a rendersi pericoloso e ad accompagnare (e compensare) Ronaldo. D’altronde, è proprio negli ultimi metri (in spazi intasati) che Bentancur deve migliorare da interno.

Dybala e la difficoltà a riempire l’area

Purtroppo per Sarri, la Juve continua ad avere grossi problemi quando attacca dei blocchi bassi. Nonostante l’inferiorità numerica del Milan, i bianconeri hanno creato troppo poco dopo 30′-35′ iniziali estremamente incoraggianti, in cui si riusciva con facilità a trovare spazi sia tra le linee che in ampiezza. L’idea era di partire con Ronaldo centravanti e Costa a sinistra: Dybala iniziava largo a destra, per poi svariare su tutto il fronte offensivo. Si vedeva comunque buona fluidità posizionale sull’asse destro: spesso il terzino (Danilo) entrava dentro al campo mentre la mezzala (Bentancur) si apriva. A sinistra, Alex Sandro e Douglas Costa hanno puntato con efficacia l’avversario, soprattutto l’ex Bayern, il quale ha vinto 4 dribbling. In generale, si sono viste discrete combinazioni tra i due, come quella del primo minuto in cui, sul cross a rimorchio di Alex Sandro, Costa ha sfiorato il gol.

Tuttavia, la pericolosità si è abbassata molto con il passare dei minuti. Come spesso succede, i bianconeri hanno avuto problemi nel riempire in modo credibile il centro dell’attacco, spesso svuotato a causa dei movimenti a svariare di Ronaldo (e con mezzali, Bentancur e Matuidi, senza grandi qualità offensive). Il palleggio centrale nella trequarti avversaria è diventato lento e prevedibile, non si riusciva a creare varchi tra la difesa milanista nonostante la superiorità numerica. Gli scambi palla a terra, tipici del calcio di Sarri, hanno generato poco o nulla a causa di una circolazione troppo lenta. Va detto che la squadra nel finale è riuscita a restare alta senza schiacciarsi per paura, tuttavia la Juve continua ad avere diversi problemi da risolvere. Soprattutto nella velocità del fraseggio e nell’assenza di profondità.

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