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Giannichedda difende Ronaldo: «Non si può gettare la croce addosso a lui» – ESCLUSIVA
Giuliano Giannichedda, ex centrocampista della Juve, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventus News 24. Le sue parole
Restano le scorie, a distanza di due giorni, della sconfitta in finale della Juventus contro il Napoli. Fallito l’appuntamento con il secondo trofeo stagionale, i bianconeri voltano subito pagina, tuffandosi sulla ripresa del campionato di Serie A. In esclusiva a Juventus News 24, Giuliano Giannichedda ha provato a riordinare i pezzi dopo il ko in Coppa Italia, analizzando il momento attuale vissuto dalla Vecchia Signora.
Due giorni dopo Napoli-Juve di Coppa Italia. Cosa rimane della sfida dell’Olimpico?
«Rimangono una brutta sconfitta e una brutta prestazione. Era un po’ da prevedere però, perché nessuna squadra può stare bene dopo uno stop così lungo. Calcolando che dopo le vacanze estive i giocatori hanno bisogno di 20 giorni di ritiro e 5/6 amichevoli per tornare in forma, riprendere dopo tre mesi adesso può far pagare qualcosina alle varie squadre. La Juve è una formazione muscolare, ci mette un po’ per ritrovare quella carica agonistica sia fisica sia mentale che la contraddistingue. Ha trovato un Napoli che ha giocato di ripartenza, che ha avuto la meglio solo ai calci di rigore. È vero che ha avuto più occasioni, ma sono state solo su palla inattiva, da una punizione e da un calcio d’angolo. Alla fine è stata una partita strana, giocata a bassi ritmi dalla Juventus».
Cosa non ha funzionato, secondo lei, nella squadra di Sarri in queste prime due partite?
«Non ha funzionato il fatto che quando di testa ci sei, ma le gambe non rispondono, si fa fatica. Poi in questo momento l’assenza di Higuain è determinante, perché la Juve quando trova formazioni che si chiudono ha bisogno di qualcuno che aiuti Ronaldo dentro l’area e vada in profondità per allungare la squadra. Contro il Napoli i bianconeri portavano i difensori centrali nella trequarti avversaria, poi non c’erano spazi e lì c’è bisogno di sveltezza di gambe e mentale, cosa che è mancata alla Juve».
Le faccio due nomi: Miralem Pjanic e Cristiano Ronaldo. Al momento sembrano essere loro due sul banco degli imputati…
«Per quanto riguarda Pjanic, è un po’ in difficoltà, forse perché è stato messo in discussione e mentalmente può sembrare distratto dalle voci di mercato. È un calciatore che per entrare nel ritmo giusto ha bisogno di un po’ di partite, per cui giocando così tante gare dopo un lungo periodo di stop è quello che patisce di più a livello fisico. Su Ronaldo, invece, non si può gettare la croce sempre e solo addosso lui. Se non segna è colpa sua, non è così. Era difficilissimo, poi era da solo in mezzo a otto avversari e diventa difficile. Bisogna parlare di tutta la squadra, non sono solo tre o quattro giocatori che devono fare la differenza. CR7 è uno dei forti al mondo sicuramente, ma non dipende sempre da lui».
A proposito di nomi, il suo ex compagno Buffon è ancora in grandissima forma, no?
«Gigi è stato uno dei portieri più forti del mondo per tantissimo tempo. Nonostante l’età è sempre lì sul pezzo, si allena alla grande e ha dimostrato che può ancora stare alla Juventus».
Una condizione da ritrovare al più presto, perché lunedì arriva già il Bologna. Che insidie nasconde questa partita?
«Abbiamo visto che ormai le squadre contro la Juve giocano tutte dietro e costringono i bianconeri, soprattutto con i difensori, a giocare molto alti. Il Bologna è una di queste squadre: gioca a calcio, e davanti ha giocatori che negli spazi vanno alla grande. La Juve dovrà stare attenta, avere maggiore velocità per allargare le maglie difensive altrui. Quando cresce la condizione fisica, vedremo la Juventus che eravamo abituati ad ammirare nell’ultima parte della stagione».
Sente un po’ di pressione attorno a Maurizio Sarri in questo momento?
«Chi allena la Juve la pressione ce l’ha sempre, in ogni partita. Si gioca sempre per vincere, anche le amichevoli, quindi non c’è un tecnico o un giocatore che non abbia la giusta pressione. Ha raccolto l’eredità di Allegri, chi ha vinto tutto ed è arrivato due volte in finale di Champions, quindi diventa difficile. È alla Juve, quindi si deve giocare per vincere.».
Le stuzzicherebbe vedere il suo ex compagno di squadra alla Lazio, Simone Inzaghi, sulla panchina della Juventus in ottica futura?
«Dipende sempre tutto dal progetto. Hanno cambiato Allegri per cercare di avere una mentalità europea dal punto di vista del gioco con Sarri. Arrivasse Inzaghi alla Juve in futuro mi farebbe molto piacere, perché è stato un mio ex compagno di squadra, lo sento e lo vedo ancora ed è un amico. Forse quello che sta mancando a Sarri sono gli uomini adatti per interpretare la sua filosofia di calcio. Quando tu arrivi da una squadra che ha calciatori brevilinei in avanti e approdi alla Juve che gioca per vincere ma ha giocatori con altre caratteristiche, ci vuole tempo».
Una battuta sulla lotta Scudetto. A questo punto, che cosa si aspetta da qui alla fine del campionato?
«Adesso la situazione è molto strana. Bisogna vedere come parte l’Inter, come parte la Lazio, anche a livello fisico, poi si vedrà. A mio parere lo Scudetto verrà conteso fino all’ultima giornata: l’Inter darà filo da torcere fino alla fine, visto che nelle prime giornate ha delle partite diciamo abbordabili. Un passo falso di Juve e Lazio permetterebbe ai nerazzurri di rientrare in corsa. Io vedo sempre leggermente avvantaggiata la squadra di Sarri, sia per i punti in classifica e sia per lo scontro diretto da disputare in casa contro la Lazio, però ora conta capire come rispondono le squadre a giocare partite così ravvicinate».
Si ringrazia Giuliano Giannichedda per la disponibilità e la cortesia mostrate in questa intervista