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Delio Rossi: «Juve, ecco cosa farà la differenza contro la Lazio» – ESCLUSIVA
Delio Rossi, ex allenatore della Lazio, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventus News 24. Le sue dichiarazioni
Testa a testa dal profumo di Scudetto quello di lunedì sera all’Allianz Stadium. Juve e Lazio di fronte nella 34ª giornata di Serie A, in una sfida che potrebbe disegnare nuovi equilibri nella lotta in vetta alla classifica. Bianconeri capolisti a +6 dall’Inter, +7 dall’Atalanta e +8 dai biancocelesti. In esclusiva a Juventus News 24, Delio Rossi ha presentato la sfida dello Stadium, analizzando i momenti delle due squadre e i temi d’attualità nella marcia d’avvicinamento alla partita.
Juve-Lazio è il big match della 34^ giornata di Serie A. Cosa farà la differenza all’Allianz Stadium?
«In questo momento penso che la differenza la facciano la condizione fisica, la condizione mentale e la profondità di rosa delle due squadre».
Una Lazio minata da infortuni e reduce da un periodo negativo. Avremmo assistito ad un epilogo diverso se non ci fosse stato lo stop per il Covid-19?
«Non possiamo saperlo perché non esiste la controprova. Quello che possiamo dire è che prima del Covid-19 la Lazio era in un trend positivo, sia per entusiasmo e sia per condizione fisica, e soprattutto giocava una volta a settimana. Le altre squadre, tra cui Juve ed Inter, dovevano preparare anche gli impegni europei. E programmare una partita a settimana è diverso rispetto a giocare ogni due o tre giorni, non avendo neanche una rosa così profonda. Questa Lazio è la parente povera di quella di prima».
Adesso, invece, la lotta Scudetto è ancora aperta?
«Assolutamente no. Nel nostro campionato, in Italia, se partecipa la Juve non sono le altre squadre che vincono lo Scudetto, è la Juve che lo perde. È una squadra più competitiva delle altre: per blasone, per forza economica, per capacità e per i campioni che ha».
Cosa non ha funzionato in casa Juve nelle ultime partite? Quali errori dovrà evitare con la Lazio?
«Abbiamo assistito ad uno stop mai verificatosi prima d’ora. D’estate i giocatori stanno fermi 10/20 giorni, non 90 com’è successo da marzo. Facciamo un errore se pensiamo che quello che sta accadendo ora sia la continuazione di ciò che è avvenuto prima dello stop. È esattamente qualcosa di diverso. Ci sono squadre che corrono, e arrivano prima sul pallone e ti mettono in difficoltà: come il Sassuolo, come il Milan. La qualità ovviamente c’è sempre, ma la Juve ha incontrato squadre che stanno meglio di lei in questo momento».
La Juventus ha toccato quota 35 gol subiti in stagione (non succedeva dal 2011). Da cosa è dipeso secondo lei questo dato?
«Questo dipende alla composizione della rosa. La Juve può contare su terzini di spinta, come Alex Sandro, Danilo, Cuadrado che è un ex ala. A centrocampo poi non ha incontristi se non Matuidi, e in avanti Ronaldo e Dybala li valuti dalla metà campo in sù. Poi dipende anche dalla filosofia dell’allenatore, di pressare molto più alto. È una Juve diversa da quella di Allegri, e questo ci sta, ma secondo me è anche una questione di automatismi».
Juve-Lazio sarà anche Immobile contro Cristiano Ronaldo. Chi la vince questa classifica marcatori?
«Vedendo il trend posso pensare a Ronaldo, ma posso essere smentito… Stiamo parlando di due grandi cannonieri, che se la giocheranno punto a punto, gol a gol. Alla fine Ronaldo ha qualche possibilità in più però».
Le lancio una provocazione: Immobile alla Juve per il post Higuain?
«Non lo vedrei bene, perché Immobile ha bisogno di sentirsi la fiducia addosso, di giocare ogni partita. Alla Lazio questo gli è consentito, è uno degli idoli indiscussi. Alla Juve vai a fare il comprimario. Non mi sembra il profilo adatto, perché in giro i bianconeri possono trovare prospetti diversi che si ritagliano meglio a quelle che sono le caratteristiche della squadra, potenzialmente anche più forti. Milik potrebbe essere il nome giusto».
Quali reparti andrebbe a puntellare in vista della prossima stagione?
«Dipende cosa vuole la società e cosa vuole l’allenatore. In base a cosa ha visto Sarri e in base al suo modo di vedere il calcio, si incontrerà con la società e dirà ‘Secondo me c’è bisogno di questo’. Io valuterei in base al mio modo di intendere il calcio e sarebbe sbagliato anche perché prima bisogna partire dal presupposto di come vuol giocare l’allenatore avendo in rosa Cristiano Ronaldo e Dybala. E da lì devi tornare indietro».
La scorsa estate, prima dell’arrivo di Maurizio Sarri, si era vociferato il nome di Inzaghi come erede di Allegri. È un allenatore da Juve secondo lei?
«A Simone voglio bene, è stato un mio giocatore. Il mio è anche un giudizio d’affetto. Sicuramente sta scalando le gerarchie e sta dimostrando di essere un allenatore importante. Queste cose sono naturali: se arriverà la chiamata significa che lo ritengono idoneo, se non arriverà sarà il caso contrario. Io volevo andare al Real Madrid, non mi hanno chiamato quindi molto probabilmente non ero da Real Madrid (ride ndr)».
Un suo giudizio su Sarri invece? Che stagione è stata e cosa si aspetta per i prossimi mesi?
«Secondo me è una persona intelligente. Non sta portando avanti il suo modo di intendere il calcio: l’equivoco nasce dal fatto che tutti pensavano di vedere alla Juve il modo in cui Sarri faceva giocare il Napoli. Sono giocatori diversi, per cui è stato intelligente ad adattare la sua filosofia di gioco alla nuova società, alle caratteristiche dei suoi calciatori e agli obiettivi. Non abbiamo ancora visto, per me, la migliore Juve».
Magari la vedremo in Champions?
«Vincere il nono campionato è importante, ma la Juve è stata programmata per togliersi questo sassolino dalla scarpa che è la Champions, a mio parere un chiodo fisso della società. Final Eight? Vincerà la squadra che starà meglio. Non è un campionato lungo in cui alla fine vince la formazione più forte: possiamo prendere l’esempio simile per gli Europei, una volta l’ha vinto la Danimarca, un’altra la Grecia. Il discorso delle Final Eight dipende dagli infortuni nelle varie squadre e da chi starà meglio in quel momento. Quindi hai più possibilità di vincere».
Si ringrazia Delio Rossi per la cortesia e la disponibilità mostrate in questa intervista