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Matuidi allo scoperto: «Vi spiego perché ho scelto di andare all’Inter Miami»
Blaise Matuidi, ex centrocampista della Juve, ha rilasciato un’intervista, parlando così della decisione di trasferirsi all’Inter Miami
Blaise Matuidi, ex centrocampista della Juve, ha rilasciato un’intervista a ‘L’Equipe, parlando del suo addio ai bianconeri e della scelta di trasferirsi all’Inter Miami negli Stati Uniti. Le sue parole.
ADDIO ALLA JUVE – «Il lockdown mi ha fatto capire quanto dovrei pensare alla mia famiglia. Sapevo già che fosse la cosa più cara al mondo, ma dopo che mi sono ritrovato per due mesi chiuso in casa con mia moglie e i miei figli ho pensato a loro come mai mi era successo prima. Mi sono detto che dovevo pensare prima a loro e anche se in Italia stavano benissimo ho riflettuto molto sulla mia carriera e mi sono chiesto: “Cosa vuoi per loro?”. Era il momento di cambiare. La positività al Covid-19 mi ha fatto riflettere su tante cose, sul senso dell vita».
PIRLO – «Non ho parlato con lui. La situazione è accelerata a inizio luglio. Appena ho preso la mia decisione, sono andato a parlare alla dirigenza della Juve, a cui ho chiesto di risolvere l’ultimo anno di contratto. Non si parlava di un nuovo allenatore a quanto ne so in quel periodo».
DESCHAMPS – «Sì ci ho parlato, ma non entrerò nei dettagli della nostra discussione. Sono consapevole che la scelta di andare in MLS complica la mia partecipazione in Nazionale».
ELIMINAZIONE COL LIONE – «Sarri aveva delle scelte da fare e le ha fatte in momenti difficili per tutti noi. C’erano diversi livelli di preparazione tra i giocatori. È stato complicato, forse per me un po’ di più durante questo periodo post Covid. Penso di non essere stato nella migliore forma. E i giocatori in formazione avevano dimostrato nelle partite precedenti di meritare il loro posto. Non ho amarezza. Ho passato tre anni meravigliosi alla Juve, dove mi sono confrontato con grandi uomini».
RAPPORTO – «Dal punto di vista personale, non ho mai avuto problemi con Sarri. È un allenatore che lavora molto sulla tattica e penso che sia anche una persona timida, che non viene necessariamente incontro agli altri. Sappiamo anche quanto sia difficile il mestiere dell’allenatore. Ma se c’è una cosa che mi ha colpito, è stato durante il periodo Covid. Ero in difficoltà e lui mi ha sorpreso perché mi chiamava tutti i giorni per avere notizie. Ho scoperto l’uomo».
IL MIGLIORE – «Sono stato compagno di squadra di Neymar, Mbappé, Griezmann, Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo. Sono tutti giocatori fantastici, ma se devo sceglierne uno è Cristiano, per tutto quello che ha fatto durante la sua carriera e per quello che sta facendo ancora oggi. È eccezionale. Sta invecchiando, è vero ma ne è consapevole. Vederlo lavorare con lo spirito di voler essere sempre il migliore è una cosa che non avevo mai visto».