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LAVAGNA TATTICA – Bentancur può esaltarsi nel centrocampo a due di Pirlo
La Juve di Pirlo gioca con un 3-2-5. Bentancur può essere valorizzato da un centrocampo a due
Vertice basso o mezzala?
Nella scorsa stagione della Juve, Bentancur si è disimpegnato sia come mezzala che come vertice basso, senza specializzarsi in un’unica posizione. Tant’è che ci si interrogava quale fosse il ruolo migliore per il sudamericano, visto che mostrava sia pregi che difetti in entrambe le diverse posizioni.
Da interno, dava intensità nel pressing e aiutava la riconquista. Tuttavia, non aveva un contributo rilevante in zona gol: pur essendo cresciuto negli smarcamenti, soffriva gli spazi ingolfati. Non è un giocatore pulitissimo quando c’è da fraseggiare sul breve in zone strette di campo, con la rifinitura della Juve che quindi aveva qualche problema.
Da vertice basso, dava invece quell’intensità che mancava a Pjanic. Rendeva la Juve più alta perché accorciava sempre in avanti, a differenza del bosniaco che lasciava spesso buchi. Accompagnava bene l’azione offensiva, con i bianconeri che quindi erano più corti.
Un esempio qui, riaggredisce nella trequarti avversaria.
I suoi difetti emergevano però in fase di possesso. Si tratta infatti di un calciatore che soffre quando marcato: tende a sbagliare la giocata quando è sotto pressione e inoltre fatica nello smarcarsi. Di conseguenza, quando i bianconeri erano aggrediti in avanti dagli avversari, Bentancur non riusciva a dare ordine all’uscita da dietro.
Mediano a 2
Nel post Juve-Sampdoria, Pirlo ha detto che la Juve ha centrocampisti più adatti nel giocare a 2 in mezzo. Non a caso, l’attuale scaglionamento dei bianconeri è un 3-2-5 col doppio mediano in mezzo al campo.
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Si tratta probabilmente della soluzione migliore per favorire le caratteristiche del centrocampo uruguagio e supportarlo così nel migliore dei modi. Prima di tutto, con un partner come Arthur Melo vicino a lui, il sudamericano sarebbe supportato molto in fase di possesso, senza avere troppe responsabilità nell’impostazione.
Sarebbe l’ex Barcellona quello con più peso nel palleggio, con Bentancur che avrebbe a fianco un giocatore estremamente tecnico con cui dialogare e interagire. Con 3 difensori molto dotati tecnicamente (Bonucci, De Ligt e Danilo su tutti) e una mediana come quella composta da Arthur e Bentancur, per gli avversari sarà difficile pressare in avanti la Juve. Ci sarebbero le qualità tecniche per applicare il calcio di dominio che ha in mente Andrea Pirlo.
Non bisogna poi dimenticare che i bianconeri attaccano, come detto, con un 3-2-5 molto ambizioso, che tiene tanti uomini sopra la linea della palla. Su ogni palla persa c’è il rischio di concedere tanto in ripartenza. Di conseguenza, oltre a una riaggressione efficace (anche in questo aspetto Bentancur può dare un contributo importante), è necessaria una squadra pulita tecnicamente, che non perda troppe volte il possesso. Altrimenti, il rischio è quello di soffrire nelle transizioni.
Si è visto con chiarezza in Roma-Juve, dove i molti errori di Rabiot e McKennie hanno generato ripartenze sulle quali Mkhitaryan è andato a nozze.
Margini di crescita
Il 3-2-5 della Juve di Pirlo vuole occupare tutti e 5 i corridoi verticali in avanti, ci sono sempre esterni larghi sulla linea di fondo: la circolazione di palla mira a cambiare il gioco su di loro servendoli sul lato debole, in modo che possano puntare gli avversari. Forse in questo c’è qualche incognita su Bentancur e Arthur, giocatori che preferiscono fraseggiare sul breve e che hanno meno nelle loro corde il gioco lungo.
Si tratta comunque di piccoli dubbi ampiamente risolvibili. Finalmente la Juve ha uno scaglionamento in grado di esaltare al meglio i propri centrocampisti, che negli anni passati hanno un po’ sofferto la mediana a 3.