Juventus Women
Gama: «La Juventus Women cresce, è più internazionale e motivata»
Sara Gama, difensore della Juventus Women, parla della crescita del movimento, del protocollo e non solo. Le sue parole
Intervenuta sulle pagine de La Stampa, Sara Gama, difensore della Juventus Women, ha parlato della crescita del movimento del calcio femminile e di molti altri temi. Le sue parole.
VISIBILITA’ – «Il Covid è arrivato proprio quando eravamo appena entrare nell’immaginario comune, è dispiaciuto a tutti non riuscire a finire l’ultimo campionato, l’ennesima lezione: si deve programmare di più».
PROTOCOLLO – «Si può solo pensare a tutte le ipotesi possibili, difficile avere un protocollo che regga a ogni situazione, ma va mantenuta una uniformità di giudizio.
Con l’unità di intenti, quasi inedita, il calcio è tornato in campo. Scomporsi adesso è follia».
DUBBI – «Ci sentiamo tutelate. Essere trovate positive è una possibilità e bisogna saperlo. Il virus è lì e noi siamo vulnerabili. Ci vuole la massima allerta e anche la massima collaborazione».
BIOGRAFIA – «Un libro per ragazzi, la scrittura snella e accessibile, mi ha aiutato a essere diretta. Le emozioni sono un linguaggio trasversale, arrivano».
LIBRO – «L’idea di questo diario nasce proprio per dare un riferimento. Se vedi qualcosa, è più semplice desiderarla. Penso che guardandoci le ragazzine si sentano meno sole. Il libro non ha genere, svela un percorso, con le sue difficoltà».
MONDIALE – «Non si può smettere di spingere, ma va bene fino a che si avanti, negli ultimi 5 anni abbiamo fatto tanta strada. Deve essere chiaro che con questa crisi vanno aumentati, non diminuiti, gli sforzi per il calcio femminile».
PROFESSIONISMO – «È stato annunciato per la stagione 2022-23, ora va preparato. Esiste un fondo salvacalcio, le risorse ci sono e si devono usare. Urge sistemare la posizione di chi non ha tutele, non chiediamo che il nostro stipendio sia uguale a quello degli uomini, ma lo status sì: facciamo la stessa professione».
CHAMPIONS – «Lavoro, sudore e credo. Bisogna averlo. Il primo anno eravamo acerbe, il secondo il sorteggio non ha aiutato, però la Juve cresce, è più internazionale e motivata».
RAZZISMO – «Nella nostra società c’è un problema da affrontare con degli imperativi. Il razzismo non riguarda chi lo subisce, riguarda il nostro Paese, è ignoranza da estirpare e fino a che c’è resta una zavorra per tutti».
SPEEDY – «Sì, il soprannome mi è rimasto addosso. Io magari vado meno veloce, ma in campo Sara non lo sento dire mai».
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