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Lucescu: «Pirlo può diventare come Guardiola e Zidane»
Mircea Lucescu è l’allenatore che ha fatto esordire Pirlo in Serie A da calciatore: ora si ritroveranno avversari in panchina in Champions League
Pirlo e Lucescu sono legati da quando l’allora tecnico del Brescia lo fece esordire in Serie A. Ora si affronteranno in Champions League con Juve e Dinamo Kiev. Le parole di Lucescu a Tuttosport.
JUVE DINAMO KIEV – «Non troverò Douglas Costa e mi dispiace. Alla Juve ha dato il 60-70%. Colpa degli infortuni e forse anche del fatto che fosse simile a Dybala, però rivedrò Demiral. Merih l’ho portato io in Nazionale quando ero ct della Turchia. Adelio Moro, mio collaboratore a Brescia e ex osservatore dell’Inter, venne in Turchia a visionarlo per i nerazzurri. E Zamorano una volta mi chiamò per conto di Zanetti: lo volevano anche loro. La Juventus, però, si è dimostrata più sveglia di tutti».
SHAKHTAR E DINAMO – «Perché l’ho fatto? Perché quando arrivi a questo livello, non vuoi scendere. Pensate a Trapattoni, Lippi o Conte, passati dalla Juventus all’Inter. Sono consapevole di aver rovinato un po’ il rapporto con tifosi dello Shakhtar, però volevo sentirmi vivo. Ho provato a smettere di allenare, sono stato a casa un anno. Ma il calcio è la mia vita e mi è mancato troppo. Così non potuto dire di no».
PIRLO – «Mi aspetto che la sua squadra giochi un calcio offensivo, di dominio del gioco. Pirlo è stato un maestro nei passaggi e penso che punterà molto su questo aspetto anche con i suoi giocatori. In campo è sempre stato un creativo e una volta che lo diventi, poi ti rimane nel dna. Mi aspetto una Juventus creativa e non mi stupisce che abbia schierato tanti giocatori di qualità subito dall’inizio, avrà portato grande entusiasmo nello spogliatoio. Non credo sia stata una scelta rischiosa da parte della società, se non fosse stato quest’anno sarebbe stato l’anno prossimo».
IL PARAGONE – «Può diventare come Guardiola e Zidane e glielo auguro. E’ stato un campione e può trasformarsi in un grandissimo allenatore».
CRISTIANO RONALDO – «È come Maradona cambia la squadra in cui gioca. Più che a ingabbiarlo, proveremo a limitarlo giocando di squadra. E oltre a lui ci sono giocatori come Dybala, Morata, Chiesa, Kulusevski».
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