Conferenza stampa Agnelli post assemblea azionisti Juventus: le parole
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Conferenza stampa Agnelli: le parole post assemblea azionisti Juventus 2020

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Andrea Agnelli, presidente della Juventus, parla in conferenza stampa dopo l’assemblea degli azionisti 2020. Le dichiarazioni LIVE

Nella giornata di oggi, giovedì 15 ottobre, si è svolta l’assemblea degli azionisti Juventus 2020. La riunione ha visto coinvolti il presidente Andrea Agnelli e i rappresentanti designati, senza partecipazione fisica da parte dei soci per le restrizioni imposte dal Covid.

Il presidente bianconero interviene in conferenza stampa alle 15.30. Juventus News 24 ha seguito LIVE le parole di Agnelli con una diretta testuale.


Prende la parola Andrea Agnelli

«Buongiorno a tutti e grazie per essere qui oggi. È il giorno della nostra assemblea. Quest’oggi l’assemblea è stata virtuale per le normative vigenti del virus. Era l’ultimo giorno utile per convocarla in questo modo, ma vista la curva abbiamo preferito così. Altre società quotate lo hanno fatto nelle prossime settimane, ma nello stesso modo. Il mio pensiero va a tutte le persone coinvolte, al personale sanitario e chiunque lavori negli ospedali. Il nostro 19/20 è stato agrodolce: abbiamo ottenuto grandi risultati e delusioni inaspettate. Dal punto di vista finanziario abbiamo attuato un aumento di capitale da 300 milioni a gennaio per mantenere competitività sportiva e che ha posto le basi per una robustezza che non ci saremmo aspettati di dover utilizzare per i motivi per cui ci siamo trovati a utilizzarli. Quando penso al campo non posso che fare i complimenti a Nedved, a Paratici – in bolla dopo il caso di positività di McKennie – e a Federico Cherubini. Il raggiungimento del nono scudetto non ha trovato il giusto riconoscimento da parte nostra, dei tifosi e degli addetti ai lavori. Soltanto tra qualche anno ci renderemo conto di cosa significa. Complimenti alle Women, a Stefano Braghin che è il miglior dirigente italiano del calcio femminile e a Rita Guarino, all’Under 23 che ha vinto la Coppa Italia di categoria che ora è al Museum. Un abbraccio virtuale a Fabio Pecchia: il progetto Under 23 va avanti e trova spazio anche in prima squadra con alcuni ragazzi. È al servizio del nostro calcio e della Nazionale. L’anno scorso alcuni componenti dell’Under 20 arrivavano dall’Under 23. Così i mister delle categorie inferiori si trovano ragazzi che giocano. Ci sono state anche delusioni: abbiamo perso due finali e ci brucia ancora e siamo stati eliminati agli ottavi di Champions. Questo non ci ha soddisfatto. Fuori dal campo stavamo ottenendo risultati al passo con le aspettative. I ricavi dalle sponsorizzazione hanno raggiunto i 130 milioni, al 30% superiori ai diritti televisivi domestici. Il marchio Juve su Instagram è diventato il primo marchio made in Italy superando Gucci ed ora gli è 2 milioni avanti. Abbiamo un’enorme platea di follower virtuali. Nelle mie molteplici vesti ho interloquito per la ripresa dell’attività nel mese si maggio e poi ci siamo riorganizzati internamente. Ci siamo perfezionati nella razionalizzazione dei riporti. Da tre a due Aree: c’è un’Area Footbal affidata a Fabio Paratici e un’Area Business affidata a Stefano Bertola. Giorgio Ricci continuerà a ricoprire la carica di Chief Revenue Officer, Federico Cherubini assume la carica di Football Director. Le due Aree faranno capo a me e Nedved. Poi ci siamo concentrati sull’emergenza Covid, a livello di adempimento di protocolli. Abbiamo grosse responsabilità nei confronti della società. Va riconosciuto al calcio e in particolare alla Serie A. Abbiamo circa 4000 persone che sono sottoposte a screening continuo. Questo comporta un investimento importante da parte del club, ma questo è il modo che abbiamo per tutelare la nostra attività. A differenza di Google o Eni non possiamo fare smartworking. Il mio ringraziamento formale a Spadafora, Speranza, Boccia, al presidente Gravina e alle Leghe che hanno lavorato di concerto per individuare un protocollo. Marzo a aprile sono stati mesi intemsi per me, di concerto con Uefa, FIF e tutte le altre leghe. Essere riusciti a portare a termine quasi tutte le principali competizioni europee è un grande risultato. È evidente che c’è anche una valenza economica per portare avanti le competizioni, altrimenti non abbiamo accesso alle voci dei conti economici, il sistema così diventa insostenibile. Abbiamo delle stime che iniziano ad essere più precise, di maggiore attualità rispetto all’Assemblea dell’Eca di un mese fa. Gli impatti di questa situazione a livello di sistema calcio li potremo osservare in autunno 2021. In parte incidono da marzo a giugno, in parte su ciò che viviamo adesso e non sappiamo come andrà a termine. Da un best scenario a un worst scenario, ci porta dal 20% al 50% di pubblico da gennaio a maggio e giugno. Abbiamo così una perdita di fatturato di 3,2 miliardi o 3,9 miliardi. In termini di accordi abbiamo un impatto di 1,2/1,5 miliardi. Sulla revisione per gli accordi dei diritti tv fino a 1 miliardo di impatto. C’è un’ulteriore voce peggiorativa, su utili e perdite, dai -6.5 miliardi a -8 miliardi. Se c’è un recupero di costi, dall’altra c’è tutta l’attività del mercato stimato dai 2,5 miliardi ai 3 miliardi. In questa finestra abbiamo visto come tutti i mercati abbiano perso una grossa fetta di questi trasferimenti, tolta l’Inghilterra. Il calendario è congestionato in una situazione normale, oggi lo è di più. Ipotizzare di rimandare una partita significa sapere di non poterlo fare. Solito discorso quando si andrà a scadenza del calendario approvato da Fifa. Oggi vediamo valutazioni importanti e vediamo in casa con i diritti tv che valutano circa 15 miliardi, il 10% di questa per 1 miliardo e mezzo. Di ieri la notizia che il Texas Pacific Group, vecchi proprietari della Ducati, avrebbero fatto offerta per rilevare seconda lega inglese. Teniamo in considerazione quello che è stato il progetto della Premier, il Project Big Picture, cioè una governance del sistema inglese per la ridistribuzione dei diritti televisivi. Emerge appetito da parte degli operatori verso la governance ed è elemento di grosso conforto in questo preciso momento. Abbiamo dato prova di una grandissima serietà, di una grandissima convergenza finché non abbiamo ripreso attività. Vale a livello internazionale, ma anche a livello nazionale dove la federazione con le altre leghe e i club, con l’assocalciatori, hanno fatto tutto ciò che serviva per far ripartire l’industria. Aveva un comparto economico estremamente importante, il sistema ne uscirà rafforzata e con uno spettacolo ancora più appetibile. Quelli di oggi e quelli di domani».

Il presidente Andrea Agnelli risponde alle domande dei giornalisti

AUMENTO DI CAPITALE – «Se ci sarà bisogno di un nuovo aumento? Grazie all’aumento di capitale di gennaio, che serviva ad altri scopi, abbiamo struttura patrimoniale solida, oltre al fatto che la posizione finanziaria sia un punto importante per la società, giova fare attenzione sul fatto che gli attivi valgano il 50% dei nostri debiti. La nostra vicenda ci pone in una posizione di forza patrimoniale».

FORMAT SERIE A – «Non credo ci sia l’esigenza di un cambiamento. Da un lato c’è il mero elemento: se s’inizia una partita, non si cambia in base a che carte si hanno in mano. Una competizione che inizia in un modo, deve finire in un modo. Diverso il discorso se altre tipologie di format possano essere più appetibili. Penso che il protocollo datoci dalla Federazione, in accordo con Ministero e CTS, se applicato correttamente è sufficiente a permetterci di finire la stagione senza alcun intoppo. Basta essere diligenti nell’applicazione».

SARRI – «Di Maurizio ho un ottimo ricordo come persona. È colto, ha senso dell’umorismo, tanti interessi al di là del calcio che è la sua prima passione. Sono estremamente felice che abbia vinto il primo scudetto con noi. Nello spogliatoio c’è bisogno di un’alchimia che porti a superare ostacoli insormontabili, questa alchimia non c’è stata. Ma ho voluto che portasse la coppa dello scudetto al Museum. Sarà per sempre ricordato come uno degli allenatori vincenti nella storia di questa società».

CAMBIO DI STRATEGIA DI CALCIOMERCATO – «È comprensibile la domanda. Ne ho discusso con Pavel, Fabio e Federico: quali sono gli obiettivi a lungo periodo? Evidentemente una ricalibrazione degli investimenti ci deve essere, l’ho scritto specificatamente nella lettera che fa fronte al bilancio, abbiamo svolto una fase di investimenti fortemente espansiva. Sarà così per tutti. Il Real Madrid quest’anno non ha comprato un solo giocatore. Si deve ritenere applicata all’industria e non al singolo club. In assenza di risorse aumenta la creatività: l’individuazione di talenti in diverse fasi della vita. Un eventuale ritorno delle loro prestazioni sportive. Per arrivare a un equilibrio economico senza trascurare la competitività della Juventus che vuole vincere in Italia ed essere competitiva in Europa».

FUTURO PARATICI – «Fabio ha il contratto in scadenza, Federico ha il contratto in scadenza, così come tutti coloro che hanno contratti federali e quindi con scadenze al 30 giugno dell’anno prossimo. Abbiamo parlato più volte di affrontare di gestire la situazione Juventus del medio periodo, dal 21 al 24. Avendo messo una struttura organizzativa oggi, dovrebbe essere sufficiente a evitare le domande lecite. Poi spesso mi è capitato in questi anni di trovarmi di fronte a casi mediatici che non trovavano fondamento nella realtà: “Andrea in discussione, qua e là”. Voi come categorie perpetuate questi messaggi. Loro godono della mia fiducia, ognuno di loro mi ha manifestato felicità e benessere di stare in Juventus. Assieme a Stefano e Giorgio sarà rivisto il medio termine perché viviamo in un modo completamente diverso. Vivremo le sfide sportive che abbiamo avanti, la più importante è quest’anno con il decimo scudetto consecutivo».

LOCKDOWN – «Come hai detto tu non sono un virologo, mi rimetto a ciò che mi dicono. Se osservo il comportamento in quel contesto lì, siamo stati un popolo estremamente responsabile e ligio alle direttive impartite, il collasso del sistema sanitario nessun paese, regione o comune si può permettere. Non possiamo avere un virus che fa questo. Se sarà il caso, sarà il caso. Tutti quanti dovremo affrontare una situazione complessa, bisogna dare massimo supporto a chi prenderà queste decisioni. Bisogna dare massimo supporto da parte nostra, ogni operatore conosce al meglio il proprio settore».

CAMBIO RUOLO PARATICI E CHERUBINI – «Come cambiano le mansioni? Lavoro che abbiamo svolto negli ultimi mesi in tutti i processi aziendali. Parte sport ha più appetito, abbiamo fatto chiarezza sulle responsabilità dell’uno e dell’altro. Chiarezza sull’ambito operativo da parte di Federico nella struttura. Con la responsabilità di tutti i teams e di tutte le football operations. Quindi di tutta la parte sportiva nella sua sfera aziendale di strutture e logistica. Questo è quello che diventa lo scope dell’area di Federico. Fabio rimane responsabile della prima squadra e dell’area sportiva. Come abbiamo scritto anche oggi ci sono delle cariche ad interim, arrivano altri dirigenti apicali, ma non nell’area sportiva. Così non facciamo il toto dirigente».

RICHIESTE PARTICOLARI – «Non ne abbiamo, in tutt’Europa il problema riguarda gli stadi, l’apertura e l’aumento degli spettatori bisogna che sia fatto con massima responsabilità. Nei panni dei regolatori, è difficile dare una direzione univoca per situazioni che vanno da Malta all’Islanda, o da Bolzano a Catania. Sono situazioni di diffusioni del virus diverse e l’indicazione che va data è un minimo di mille persone. Ci sono poi impianti diversi che possono accogliere più persone con lo stesso livello di sicurezza. Il nostro compito è quello di attenerci alle disposizioni date. Se abbiamo dei professionisti che lavorano sul possibile aumento di persone allo Stadium, lo facciamo e poi lo mettiamo a disposizione della Lega. Quella è una voce che a tutti i club manca. Dobbiamo avere anche noi la sensibilità che ci viene data per tutelare la situazione. Mi mancano i tifosi, ai dirigenti, allo staff, ai calciatori perché un conto è performare al calcetto del giovedì e un altro è con i giocatori che manifestano la loro passione».

VALUTAZIONE ALLENATORE – «Se si giudica dalla Champions? È così da sempre, da 50 anni. Chi allena la Juve deve capire anche la difficoltà di vincere in Italia. Le aspettative di chi racconta le nostre storie sono quelle, ma date troppo per scontato il significato della vittoria di un campionato, anche anno dopo anno. Ogni anno ha complessità e storie diverse. Non dev’essere dato per scontato, continuiamo a lavorare con i nostri obiettivi: vincere lo scudetto, vincere la Coppa Italia, vincere la Supercoppa Italiana, provare a vincere la Champions. Ma non vincere non vuol dire non aver fatto un buon lavoro».

PIRLO E IL SUO STAFF – «Ho la sensazione, da queste prime settimane di Pirlo, che il mondo che ci circonda non vede l’ora di giudicare un paio di sconfitte. Ciò che è mancato a Pirlo, a cui abbina l’assenza totale di un precampionato a il debutto assoluto su una panchina, vuol dire che la nostra capacità interna di Fabio e Federico soprattutto, sarà quella di accompagnarlo in questo percorso iniziale. Non sarà privo di ostacoli, sono certo: non appena ne colpiremo uno, il mondo cercherà di colpire ciò che abbiamo deciso. Nella composizione di questo staff, quindi con Tudor, Baronio e Gagliardi, con tutti quelli che già avevamo con il gradito ritorno di Bertelli, credo sia il primo staff moderno con ognuno che ha consapevolezza del ruolo e si muove in autonomia. Tra 10 anni sarà lo staff ideale dei grandissimi campioni, quindi dei De Ligt».

LINEE DI RICAVO – «Per ora sono queste, poi sui temi di governance si possono aprire tante ipotesi oggi non contemplate. Ma è il vostro mestiere. Se andate a vedere la proposta del Big Picture degli inglesi ha tutta una sua sfaccettatura sull’utilizzo dei detentori dell’utilizzo delle proprietà intellettuali. In quel paniere si possono sviluppare opportunità che oggi non ci sono. Lì si arriverà, è la disintermediazione a cui faccio riferimento da tanto tempo. I grandi brand, i grandi club, ne trarranno grande beneficio. A breve termine, bisogna tenere duro in questa fase. Da lì non si scappa».

TIFOSI ACCERCHIATI – «Uno juventino è abituato a vivere accerchiato, ci sta quasi bene».

RICORSO JUVE-NAPOLI – «Questa è una vicenda in cui siamo collaterali. E’ una vicenda tra il Napoli e i gradi di giustizia sportiva con gli organizzatori delle competizioni. Da questo punto di vista, non ci tocca assolutamente».

SPECIFICITA’ RUOLO CHERUBINI – «Deve stare più vicino all’allenatore? Ho detto “sopratutto?” Fate l’analisi sugli avverbi. Possiamo aggiungere Claudio Chiellini, Pessotto, Morganti. Non c’era nessun tipo di velleità, dare maggior peso all’uno rispetto all’altro. Quello che trovo bello tra noi è che siamo soprattutto una squadra. Il ‘noi’ prevale sull’io. Sempre».

DIRITTI TELEVISIVI – «Non c’è stato l’ingresso di fondi esterni. Quello che c’è stato è stata l’approvazione di 15 società di dare un mese di esclusiva a CVC per approfondire la loro proposta. Si arriverà a una proposta concordata e solo a quel punto lì si potrà tornare in assemblea per un voto definitivo. Ci saranno poi approfondimenti sulla struttura giuridica, fiscale, sulla tenuta della proposta in un meccanismo sportivo aperto. Avete raccontato voi tutti di club e leghe che non partecipano. Da qui a dire che è fatta c’è tantissimo lavoro. Da parte mia, personalmente, mi auspico che questo lavoro porti a una conclusione di un lavoro a un terzo per la gestione. In dieci anni in via Rossellini non è cambiato nulla. Auspico l’ingresso di una cordata come CVC e di poter dare loro strumenti per un business plan concordato. Se fossimo persone normodotate, non ne avremmo bisogno».

GESTIONE NAZIONALI – «Bisogna lavorare pianificando a medio-lungo periodo. Analizzando la genesi. Durante il lockdown i club urlavano: “se la Uefa non sposta l’Europeo, non possiamo spostare le competizioni”. L’Uefa ha spostato l’Europeo. Ha lavorato con noi per chiudere le competizioni, creando le soluzioni tedesche e portoghesi per la fase finale. Ad aprile si sapeva che l’Uefa avrebbe voluto riprendere le competizioni alla prima finestra utile, per portare a termine quello che è il suo percorso. Playoff Europei e iniziare la Nations League. Ad aprile si sapeva. Se arriviamo a fine agosto e  diamo la colpa all’Uefa per le date di recupero, prendo le difese dell’Uefa. Quando andiamo a rivedere i calendari post ’24, cioè quando c’è spazio, sarebbe corretto rimodulare gli impegni della nazionale? Allora rispondo di sì. Consapevolmente che una decisione di oggi avrà effetti tra 6 o 24 mesi. Non possiamo sempre svegliarci all’ultimo».

CRISTIANO RONALDO – «Perché non doveva andare in Nazionale? La bolla? Anche lì… leggo, entriamo in bolla sabato e andiamo in isolamento fiduciario in una struttura di gruppo. Non avendo più competizioni da giocare, chi vuole andare a casa può farlo. Come avviene in tutte le finestre, lunedì e martedì sono giorni liberi. Per noi è stato: ognuno di voi scelga. Non si sono rotte bolle, sono molto resistenti. Anche le balle. I giocatori, quando le nazionali chiamano, sono contenti. Sono i sogni, per tutti il sogno era andare in nazionale e per fortuna è un sogno che resta vivo anche a chi ha 100 presenze in nazionale. Rispondere alla chiamata della propria nazione fa piacere. Chi lavora e chi racconta deve rispettarlo e deve sperare che duri per sempre».

NUOVI OPERATORI – «Fa piacere Amazon e Netflix che vengono a sperimentare. Quindi sicuramente è una notizia positiva, mette in discussione l’attuale modello payTv e punto. Siamo ancora indietro qui, vediamo cosa succede con le TelCo. BT in Inghilterra e Telefonica in Spagna, a noi è molto mancato. Abbiamo saltato quel ciclo o vediamo come Telecom vorrà gestire i contenuti attraverso la banda, è benvenuto. Qui stanno facendo degli esperimenti, Giorgio Ricci può spiegarlo meglio di me. Sono utili quando va direttamente al consumatore finale, tutte cose di analisi dei dati che sono ormai attività standard per qualsiasi azienda. Ha fatto scalpore? Non era nostro obiettivo, ci sono tanti colleghi vostri sempre lì fuori. E’ la prima volta che vedo affinità di interessi con Inter e Milan, reali e non di facciata. Così da creare valore reciproco e di Serie A. Se lavoriamo assieme, le possibilità di crescita del sistema tutto sia più probabile. E di questo sono particolarmente grato a Steven Zhang, dall’altro al fondo Elliot, al signor Sing, e ai managment che esprimono Inter e Milan, quindi dico Alessandro Antonello, Marotta fa altro, e Ivan Gazidis con il quale ho un ottimo rapporto dai tempi dell’Arsenal. Se mettiamo tutto in comune, al servizio della Serie A, questa non può che avere maggior possibilità di successo. Auspico che questa relazione vada avanti, è un tema d’attualità, silente e costante. Ipotizzarla ora è estremamente difficile dal mio punto di vista».

PAROLE SPADAFORA SU RONALDO – «Non ho il protocollo del Governo, dovete chiamare il Ministero della Salute e degli Interni e farsi spiegare cosa ha violato. Io applico solo il protocollo Federale. Se uno viene preso dall’autovelox a 150 all’ora io non ne posso rispondere. Io non posso dare autorizzazioni sanitarie».

RIGIOCARE JUVE-NAPOLI – «Se viene ribaltata la sentenza? Seguiamo il protocollo. Andiamo in campo, se giochiamo in casa portiamo la palla, se stiamo in trasferta ci aspettiamo che qualcuno la porti. Siamo collaterali».

CALCIOMERCATO – «Io sono soddisfatto o insoddisfatto a fine stagione. Io attribuisco obiettivi e deleghe e poi giudico. Posso dire che i ragazzi che ho conosciuto, da Dejan a McKennie, sono simpatici e si sono integrati bene nel gruppo».

COMPETITIVITA’ DEL CAMPIONATO – «Ogni anno è dura, arrivare in fondo e vincere è stato duro in tutti i nove gli anni. Noi dobbiamo guardare solo a noi stessi sapendo qual è il nostro obiettivo».

ULTIMA DOMANDA SUI DIRITTI TV – «Nelle ultime conferenze stampa che ho fatto, all’ultima domanda ho sempre risposto con una fesseria. Quindi le rispondo la prossima volta».

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