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LAVAGNA TATTICA – Che cosa la Juve di Pirlo ha sofferto contro lo Spezia
Nonostante diversi passi in avanti, la Juve di Pirlo deve ancora sistemare il pressing. Contro lo Spezia ci sono stati diversi problemi
Luci e ombre al Manuzzi
Ieri abbiamo scritto dei numerosi progressi visti dalla Juve contro la Spezia. La palla ha girato più velocemente, con i bianconeri che sono costantemente riusciti a sfondare tra le linee. Inoltre, la Juventus ha finalmente coinvolto di più Arthur nella manovra, con il brasiliano che ha effettuato quasi 100 passaggi. Nelle gare precedenti, i campioni d’Italia avevano il difetto di “saltare” il centrocampo: con i mediani sempre marcati, si vedevano tanti lanci dalla difesa.
Non tutto ha però funzionato al meglio in fase di possesso, con prolungati momenti di blackout: soprattutto dopo il pareggio dello Spezia. Basti pensare che dal 30′ al 57′ i liguri hanno tirato 7 volte, a differenza dell’unica conclusione dei bianconeri in quel lasso di tempo. In generale, il pressing e la riaggressione (concetti cardine del calcio di Pirlo, che l’allenatore bresciano sottolinea in ogni conferenza) sono ancora molto lontani dall’essere assimilati.
Cosa non funziona nel pressing
La Juve, che in fase difensiva si schiera con il 4-4-2 è ancora troppo lunga quando cerca di recuperare palla in avanti. Le distanze tra i reparti sono ampie e non c’è ancora una coralità nei movimenti: spesso le punte vanno ad aggredire mentre retroguardia e mediani restano fermi. In tal modo, per gli avversari è troppo semplice trovare l’uomo libero alle spalle degli attaccanti. La linea difensiva è così costretta a subire parecchie situazioni di palla scoperta, con gli avversari che possono aggredire la profondità.
L’occasionissima di Nzola, arrivata poco prima del pareggio di Pobega, fotografa bene alcuni scompensi attuali della Juve senza palla. Soprattutto per come nasce l’azione: impostando dal basso, lo Spezia trova libero Ricci dietro le punte. C’è una distanza enorme tra i mediani (Arthur e Bentancur) e gli attaccanti (ali comprese). In tal modo, i liguri riescono a servire l’uomo libero e a superare il pressing rivale, costruendo successivamente un’occasione pericolosa.
Lo si vede nella slide sopra. Le punte non riescono a schermare con efficacia il mediano spezzino, mentre Arthur e Bentancur sono fermi, senza che nessuno accorci su Ricci. Con troppa facilità l’avversario riesce a manomettere il pressing juventino, un qualcosa che Pirlo deve assolutamente risolvere.
Troppa passività dietro
Oltre agli affanni nel recuperare palla in avanti, la Juve ha anche sofferto nelle fasi di difesa posizionale, in cui ci si schierava nella propria trequarti. Come si può osservare in occasione del pareggio di Pobega, i bianconeri sono troppo passivi.
Oltre ad un Arthur troppo fermo che si dimentica di Pobega, ci sono 3 giocatori della Juve contro uno dello Spezia: eppure, la poca aggressività di tutti quanti permette a Bartolomei di fare l’assist per il compagno. Insomma, un’azione che fotografa bene la scarsa intensità da parte di tutti i giocatori.
Quando la Juve si difendeva con il 4-4-2 nella propria trequarti, c’era poi lentezza e poca reattività nel coprire la palla. Lo Spezia faceva girare con facilità il pallone sulle corsie esterne, dove riusciva a rendersi pericoloso in vari modi. O andava al cross (con la Juve che non ha protetto molto bene l’area di rigore), oppure effettuava triangolazioni in fascia che consentivano di trovare l’uomo libero. I bianconeri arrivavano spesso con qualche tempo di ritardo.
Due esempi. Nella prima slide, la Juve è poco aggressive in zona palla, con lo Spezia che trova l’inserimento della mezzala alle spalle di Danilo, creando così una potenziale occasione da rete. Nella seconda, i liguri fanno girare bene la palla in fascia, dove il terzino può crossare con scarsa pressione addosso: sul suo pallone buttato in mezzo, Farias sfiora il gol sul secondo palo. Due situazioni in cui la Juve non è particolarmente reattiva negli scivolamenti laterali, soffrendo un po’ troppo in ampiezza.
Sono questi i principali problemi che deve risolvere Pirlo. Eccessiva lunghezza del pressing e poca precisione nella difesa di posizione. In queste partite, anche contro avversari sulla carta modesti, la Juve ha dato forte sensazione di fragilità.
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