Avvocato Lubrano su Juve-Napoli: «Non c'è precedente, vittoria sportiva»
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Avvocato Lubrano su Juve-Napoli: «Non c’è precedente, vittoria sportiva»

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Le parole dell’avvocato Enrico Lubrano che ha difeso il Napoli nel caso relativo alla sfida con la Juventus

L’avvocato Enrico Lubrano, che insieme all’avvocato Mattia Grassani ha difeso gli interessi del Napoli davanti al Collegio di Garanzia del Coni, ha parlato ai microfoni di Radio Sportiva tornando sulla decisione di ieri sul caso Juventus-Napoli.

IL COMMENTO – «Abbiamo avuto un esito pienamente positivo, cioè l’annullamento senza rinvio, che corrispondeva alla nostra richiesta: puntavamo alla vittoria piena per non correre rischi di ulteriori giudizi negativi e ci siamo riusciti, abbiamo avuto giustizia. Appena ho approfondito la questione mi sono reso conto della fondatezza delle ragioni della società, ma anche della difficoltà costituita dalla necessità di superare due gradi di giustizia sportiva negativa. La ragione era piena per tre motivi estremamente fondati. In primis per il dato che non era stato rilevato e che era evidente, cioè che l’impedimento alla trasferta si era determinato già il sabato quando c’erano stati tre provvedimenti di isolamento domiciliare per l’intero gruppo squadra: questo vuol dire obbligo di stare presso il proprio domicilio e divieto di spostamenti e viaggi, quindi c’era il divieto alla trasferta. La squadra è scesa dal pullman, ha disdetto il volo e i tamponi previsti per la domenica mattina a Torino. Secondo, abbiamo ripreso il riconoscimento di forza maggiore già dato in sede di giustizia federale al diniego della trasferta in bolla, provvedimento della Asl delle 14.13 di domenica che era stato ritenuto non rilevante essendo emanato nell’imminenza della partita. Abbiamo dimostrato che in sette ore e 17 minuti il Napoli aveva la totale possibilità di arrivare a Torino e giocare la partita. Terzo, abbiamo criticato la decisione della corte sportiva di appello che aveva configurato un dolo di preordinazione per un principio inquisitorio che non fa parte della giustizia sportiva. Sono motivi impeditivi, se l’autorità sanitaria ti impone di non partire, violare l’ordine significa incorrere in responsabilità penale».

LA SENTENZA – «Questa è una sentenza in diritto sacrosanta: un giudice serio giudica il diritto e non si deve preoccupare delle eventuali conseguenze dell’impatto della sua decisione. Questa è una sentenza che fa giustizia e non credo che possa costituire un precedente perchè adesso il protocollo è stato modificato: a quel tempo la trasferta in bolla era una facoltà discrezionale della Asl che doveva valutare i rischi e stabilire se fossero compatibili con la tutela della salute pubblica, e nel nostro caso la Asl non l’ha ritenuta praticabile. Oggi la trasferta in bolla è obbligatoria quindi questo rischio non si manifesta: la Asl ha il dovere di consentire la trasferta in bolla che è configurata per limitare al massimo i contatti. Da cittadini dobbiamo avere fiducia nelle nostre istituzioni: se in una fase come quella attuale l’autorità sanitaria ritiene di prendere dei provvdimenti in tutela della salute pubblica dobbiamo pensare che lo abbia fatto secondo i principi costituzionali e non per altre ragioni. Sono molto soddisfatto per il presidente De Laurentiis, per la squadra del Napoli che ha recuperato i suoi interessi sportivi e la sua dignità, per i tifosi, per la giustizia e per il calcio che amo: credo che una partita non giocata fosse un danno per l’intero sistema e dedico alla mia famiglia questa vittoria sportiva più che giudiziaria».

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