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Analisi tattica Inter-Juve: Rabiot crolla contro Barella
Analisi tattica Inter-Juve: la partita dello Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Antonio Conte e Andrea Pirlo
A San Siro si affrontano l’Inter e la Juve. Il match e le mosse dei due allenatori analizzate e studiate nei minimi dettagli.
Brozovic è sempre libero
L’aspetto più preoccupante del match di San Siro è che l’Inter ha stravinto giocando una gara brillante ma non a ritmi supersonici. I nerazzurri riuscivano con troppa facilità ad arrivare dalle parti di Szczeny palleggiando da dietro: l’azione del gol di Barella è una fotografia degli enormi problemi difensivi bianconeri, basta un lancio da dietro di Bastoni per mettere l’uomo solo davanti al portiere (Chiellini e Bonucci incredibilmente fuori posizione)
C’era molto timore sulle ricezioni di Lukaku, visto che l’Inter è una squadra che basa buona parte del proprio gioco sulla ricerca per le punte. Invece, nel match contro la Juve, i nerazzurri si sono appoggiati anche meno del solito al lancio per i propri attaccanti. L’Inter ha trovato superiorità posizionale in tanti modi. Brozovic era quasi sempre libero di ricevere, il 4-4-2 Juve non accorciava su di lui con il migliore dei modi: l’Inter eludeva sempre il pressing bianconero trovando il croato alle spalle delle punte bianconere, con l’azione che iniziava quindi in modo pulito del basso
La Juve soffre a sinistra
Per tutta la gara, la Juve ha sofferto soprattutto sul proprio lato sinistro. Le combinazioni tra Hakimi e Barella creavano continuo scompiglio, con Rabiot che si faceva sempre infilare alle spalle. L’Inter ha trovato per tutto il match il centrocampista sardo sul centro-destra, l’ex Cagliari era bravo a riempire quello spazio tra le linee, con Bentancur preso sempre alle spalle.
Inoltre, non è parsa pagare la scelta di schierare Ramsey e Frabotta sul lato di Hakimi. Il palleggio dell’Inter era efficace e riusciva sempre a servire l’ex Borussia Dortmund in corsa: sia Lukaku che Barella combinavano bene con il marocchino, consentendogli di aggredire la profondità.
Se ci si aggiunge un Lukaku che ha dominato fisicamente quando la squadra lanciava su di lu è facile capire come mai la Juve sia andata in profondo affanno. Oltre che nelle situazioni in cui i nerazzurri palleggiavano dal basso, la Juve ha manifestato le solite fragilità difensive nelle transizioni negative. Su ogni palla persa, i bianconeri si facevano bucare in due, con Bentancur spesso preso alle spalle. Rabiot è parso in profondo affanno nel correre all’indietro, Barella lo sovrastava continuamente in campo aperto.
Morata è isolato
Oltre alle fragilità difensive, la Juventus è stata sterile come mai in stagione. L’Inter non ha esasperato il pressing, optando per una difesa più bassa e accorta. Il giro palla dei bianconeri è stato troppo lento, non è mai riuscito a creare varchi tra le file nerazzurre. Con il centro bloccato, le mezzali (Rabiot soprattuto) si aprivano molto, ma ciò causava ulteriore intasamento, con la manovra che si bloccava in fascia. Raramente la Juve ha trovato i propri centrocampisti liberi, così come non è quasi mai riuscita a mandare Chiesa in situazioni di 1 vs 1. La palla girava quasi solo con i difensori.
Inoltre, Morata non è quasi mai stato servito, mentre Ronaldo ha vagato confusamente per tutto il fronte d’attacco. La situazione è leggermente migliorata con l’innesto di McKennie, ma la partita era oramai compromessa.
“L’Inter ha giocato con una semplicità e una tranquillità che ha sempre consentito di trovare soluzioni. L’Inter sapeva sempre cosa fare, la Juve era invece senza idee” Le parole di Del Piero nel post gara sintetizzano bene una gara che ha mostrato con chiarezza i limiti della Juve di Pirlo.