Balzarini: «Vergogna europea, servono risposte immediate» - ESCLUSIVA
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Balzarini: «Vergogna europea, servono risposte immediate» – ESCLUSIVA

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Gianni Balzarini, giornalista Mediaset, ha analizzato la situazione in casa bianconera in esclusiva per Juventusnews24

La Juve deve subito mettersi alle spalle la brutta caduta di Londra, dove la squadra è stata sottomessa da un Chelsea straripante, capace di vincere con uno scarto di quattro reti. Domani c’è l’impegno Atalanta, una partita che, in esclusiva per Juventusnews24, ha analizzato il noto giornalista Gianni Balzarini. Con lui abbiamo poi affrontato anche altri temi d’attualità in casa bianconera.

Qual è il suo giudizio sulla pesante sconfitta rimediata a Londra?

«E’ stata una vergogna, una partita vergognosa da parte della Juve. Ci sta perdere contro i campioni d’Europa, da squadra già qualificata al prossimo turno, ma non è assolutamente accettabile farsi umiliare così. Nel secondo tempo la squadra non è mai scesa in campo, dopo una prima frazione di gioco nel complesso buona. Si poteva recriminare per il loro primo gol, quando Rudiger tocca la palla con le mani, ma le nuove regole lo danno per buono. Si poteva anche recriminare per la rete sfiorata da Morata, con il clamoroso salvataggio di Thiago Silva sulla linea, ma ripeto che il secondo tempo è stato interpretato senza senso logico, non possono esserci giustificazioni per quello».

Chi è il responsabile principale di questa disfatta? Il tecnico o i giocatori?

«Probabilmente la gara non è stata preparata dal punto di vista mentale come si dovrebbe preparare una sfida come questa. Anche se normalmente sono appuntamenti che si preparano da soli. Una parte di motivazione può essere scemata per l’acquisizione della qualificazione con due turni di anticipo e anche perchè alla vigilia la pratica Champions era considerata meno importante rispetto alla sfida di campionato con l’Atalanta. Ci sta fare questi pesieri, ma non è accettabile che vengano tradotti sul campo contro un grande avversario in una partita seguitissima, sia da casa che dai tifosi presenti allo stadio. Penso a coloro che si sono dovuti sobbarcare il viaggio fino in Inghilterra, ma anche a quei tifosi che già vivono a Londra e hanno dovuto assistere a questo pessimo spettacolo».

Molti hanno puntato il dito verso il centrocampo, soprattutto su Rabiot e Bentancur. Come giudica le loro prestazioni?

«Non parliamo sicuramente di un centrocampo principe, ma tutto si può riassumere sempre con il discorso dell’atteggiamento. Rabiot e Bentancur in passato hanno offerto buone prestazioni, penso soprattutto a quella del francese contro la Lazio. Questo vuol dire che nelle loro corde hanno la capacità di fare cose migliori, ma a Londra sono naufragati del tutto con il resto della squadra».

Condivide le parole di Allegri secondo cui non fa differenza arrivare primi o secondi nel girone?

«Le parole di Allegri sono vere. Io sono della vecchia scuola di Lippi, che diceva che è inutile commentare il sorteggio, perchè se vuoi arrivare in fondo prima o poi devi battere anche le squadre le più forti. Quindi si, fa poca differenza, anche perchè la storia insegna che nelle ultime edizioni la Juve è uscita contro squadre sulla carta più deboli di lei. Le dichiarazioni del post partita le distinguerei tra quelle di un Allegri pubblico e uno privato. Il primo ovviamente non può mettere alla berlina i giocatori in conferenza stampa, davanti a tutti i giornalisti. Il secondo penso sarà stato molto meno dolce ed affettuoso di quanto non si è potuto vedere in pubblico».

C’è da temere un possibile contraccolpo in vista del match con l’Atalanta?

«Se la sconfitta con il Chelsea la giustifichi perchè pensavi ad un’altra partita importante allora fai un autogol se stecchi anche la gara successiva. Visto che nella testa dei giocatori il pensiero era rivolto all’Atalanta io mi aspetto una reazione potente da parte della Juve, che possa trarre proprio stimolo da questa batosta per mettere in campo il meglio. Penso anche alle parole di Szczesny, unico che si è salvato insieme a Locatelli e le condivido. Sono dichiarazioni sante le sue, c’è bisogno di dare subito una risposta molto importante per mettersi alle spalle questo 4-0».

Quali devono essere ora gli obiettivi della Juve?

«La Juve non deve guardare la classifica, ma pensare soltanto partita dopo partita. La classifica è da mettere da parte fino a Natale, poi lì si vedrà. Se il gap con quelle davanti si sarà ridotto, se si sarà invece allargato… Per la Juve l’obiettivo assoluto sarebbe arrivare tra le prime quattro, conquistando un posto per la prossima Champions League. Poi ripeto, se arrivando a Natale la Juve dovesse essere sotto la soglia dei dieci punti di distacco da chi comanda, allora si potrebbe anche fare un pensierino a qualcosa di più. Ora però niente calcoli, si deve pensare al prossimo impegno in calendario».

Quindi chi vede in questo momento come candidata principale allo scudetto?

«Le favorite sono sicuramente Napoli e Milan perchè in questo momento sono davanti, ma il risveglio potente dell’Inter va tenuto sotto controllo. La squadra di Inzaghi ha dato risposte positive tra campionato e Champions, si è rimessa in moto dopo un periodo non particolarmente felice. L’Inter, per la posizione che adesso occupa, non la posso mettere sullo stesso piano delle altre due, ma 4 punti di distacco sono pochi e facilmente recuperabili a questo punto della stagione».

Tornando alla Juve, quali sono le mosse da fare sul mercato? Come si muoverebbe se facesse parte della dirigenza?

«La Juve deve fare una rivoluzione a fine stagione, tagliare via i rami che si sono seccati per usura del tempo o per scarsa affidabilità nel rendimento e nei comportamenti. Tra i giocatori sacrificabili metterei sicuramente Ramsey, che in Nazionale sta benissimo, offre grandi prestazioni, poi torna a Torino e ha continui infortuni che non gli permettono di aiutare i compagni sul campo. La Juve deve darsi una svegliata, deve cambiare molto. Questo però non significa diventare subito vincenti. Ora la rivoluzione, che negli scorsi anni sembrava qualcosa di difficilmente realizzabile, qualcosa che equivaleva ad una paerdita di tempo, più che mai ci vuole. A gennaio però mi aspetto poco. Sento parlare di Vlahovic, ma faccio fatica a credere che Commisso voglia rinforzare una rivale a stagione inoltrata, mentre so che Zakaria è un affare che potrebbe concretizzarsi molto presto».

Come giudica fin qui l’operato della dirigenza?

«La dirigenza ha dovuto fare i conti in senso letterale. La situazione economica della Juve era disastrosa, ora si sta cercando di rimediare con l’aumento di capitale, che però non significa si possa spendere tanto, quindi ci si deve muovere anche in base al budget. Precedentemente c’era poco a disposizione, sono stati commessi molti errori nelle gestioni precedenti o comunque ci sono stati pochi colpi azzeccati. Di quest’ultima categoria fa parte Chiesa, mentre possiamo dire che Ramsey e Rabiot fino a questo momento sono state scelte sbagliate. La società lavora con quello che ha, ora vediamo se con altri innesti di denaro la situazione migliorerà. Però ripeto, non è che ora la Juve ha 400 milioni da spendere subito, magari fosse così. Si deve tappare una voragine e poi amministrare con saggezza, operando anche eventualmente con scambi, giri e giochi di prestigio vari tipo la trattativa che ha portato a Torino Locatelli».

Parlando di colpi azzeccati, uno di questi potrebbe essere il rinnovo di Dybala?

«Assolutamente si, il prolungamento di Dybala sarebbe una mossa azzeccata. Io ho visto fino ad ora un ragazzo diverso, che sembra essersi calato nel ruolo di leader anche perchè diciamolo, non c’è più Ronaldo a fargli ombra. Ma non è che prima fosse colpa di Dybala. Tra molte virgolette avere in squadra Cr7 è un merito, perchè parliamo di un alieno, un extraterreste che non può assolutamente essere parametrato ai giocatori normali. Questo però comporta che, quando prendi Ronaldo, questo a sua volta voglia prendersi tutta la scena, non accetta un ruolo di secondo piano ed è stato anche di ostacolo alla possibile crescita di Dybala dal punto di vista caratteriale e di immagine. Ora invece mi sembra che Paulo sia avviato su un’altra strada».

Si ringrazia Gianni Balzarini per la cortesia e la disponibilità mostrate nel corso di questa intervista

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