Ranocchia si racconta: «La Juve, la chiamata di Sarri e Pjanic: dico tutto»
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Ranocchia si racconta: «La Juve, la chiamata di Sarri e Pjanic: dico tutto»

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Filippo Ranocchia si racconta. Le dichiarazioni del giovane centrocampista di proprietà della Juve in prestito al Vicenza

Intervistato da Cronache di Spogliatoio si è raccontato così Filippo Ranocchia, giovane di proprietà della Juve ma in prestito al Vicenza.

VICENZA – «Dal punto di vista personale sto giocando con continuità, anche se sono fuori da qualche settimana. Punto al rientro. La stagione nella Juventus Under-23 è stata fondamentale per avere la sicurezza con cui mi sto affermando in B».

PASSATO AL PERUGIA – «Ho fatto un anno intero nel gruppo di Nesta. La definirei la stagione della svolta dal punto di vista calcistico, a livello persona. Il mister e lo staff mi hanno dato tantissimi consigli e, nonostante abbia giocato poco, mi hanno sempre trattato come un calciatore normale, al pari degli altri. Ancora oggi mi porto dentro i loro insegnamenti».

JUVE – «Le seconde squadre rappresentano un’esperienza veramente utile. Passare dalla Primavera a un altro club è più difficile che fare un campionato come con una formazione U-23. Soprattutto perché in quell’anno puoi giocare partite vere e con regolarità, a volte quando si va in prestito c’è il pericolo di non trovare continuità e giusto spazio».

GRANDE SALTO – «Trovi strutture top e un’organizzazione mai vista prima. Entri in un contesto completamente diverso. Hai tutto a disposizione per crescere e migliorare, sei messi nelle condizioni di farlo».

I CAMPIONI – «Ricordo il primo allenamento. Era l’anno di Sarri e la Prima Squadra aveva appena giocato, così aggregarono alcuni giovani. Escluso Ronaldo, sarebbe ovvio citarlo, sono rimasto colpito da Pjanić e Higuaín, due forze della natura. Fenomenali. Qualitativamente mi hanno stregato».

CHIELLINI«È una persona tranquilla e disponibile con i giovani. Aiuta tutti i ragazzi che vanno ad allenarsi e giocare con la Prima Squadra. Un autentico punto di riferimento nello spogliatoio. Mi ha sempre ripetuto di allenarmi al massimo e mostrare la maggior disponibilità possibile all’allenatore e ai compagni, ascoltando sempre chi ha più esperienza».

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