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Boattin: «Vincere la Champions sarebbe il sogno più grande. Qui mi sento a casa» – ESCLUSIVA VIDEO

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Lisa Boattin, terzino della Juventus Women, in esclusiva a JuventusNews24.com alla viglia dei quarti di Champions col Lione

(di Alberto Mauro e Mauro Munno) – Quando si parla di Juventus a Lisa Boattin brillano gli occhi: ne è innamorata da sempre. Da cinque anni ci gioca pure: è abbastanza tempo per definirla casa, non abbastanza per smettere di definirla sogno. Sogno è anche una Champions League in cui la Juventus Women si è scoperta precoce ma consapevole protagonista in questa esaltante stagione. I quarti di finale con la corazzata Lione sono un risultato storico, che tuttavia mal cela il desiderio di competere, ambire e godersi il viaggio senza conoscerne il finale.

Siamo ormai alla vigilia di questa partita che per voi è un appuntamento con la Storia: come ci arrivate a livello di squadra e quali emozioni provi tu a livello personale?
«Finalmente ci siamo, l’abbiamo aspettata tanto. Queste sono partite da vivere, che ogni giocatore sogna: più si avvicina più ci pensi. Prima c’era il campionato e quindi tanti impegni da affrontare, ora è inevitabile concentrarsi su quello, magari la sera prima di andare a dormire. Giochiamo col Lione che è una delle squadre con più tradizione in Champions, saranno due partite difficili. Sono emozionata e felice di tornare allo Stadium, a casa nostra davanti ai nostri tifosi. Spero ci sia tanta gente a supportarci. Non vedo l’ora di giocare». 

In una partita del genere quanto può contare la cornice dello Stadium e il sostegno dei tifosi?
«Saranno sicuramente importanti, mi auguro che ci sia una cornice simile a quella vista col Chelsea. La spinta dei tifosi si sente e creano un’atmosfera incredibile che ti permette di tirare fuori qualcosa in più per la squadra».

Dall’altra parte ci sarà il Lione, un’istituzione nel calcio femminile: come l’avete preparata? Credete di avere delle chance per potervela giocare alla pari e magari passare il turno?
«Pensavano che non avessimo chance di passare i gironi ed eccoci qui. Non abbiamo niente da perdere: dovremo stare attente a tutto, a ogni piccolo particolare. Stiamo cercando di aggiustare tutte le piccole cose, di pensare a cosa potrebbe succedere in partita e di trovare delle soluzioni. Loro hanno un’esperienza enorme in questo torneo ma noi andremo in campo concentrate, sapendo che quest’anno anche noi abbiamo fatto qualcosa di importante in Champions. Abbiamo eliminato il Chelsea e nessuno se lo aspettava. Andremo in campo per goderci una serata indimenticabile, poi si vedrà».

Recentemente hai detto che Renard (capitano Lione) per te rappresenta un modello. Qual è secondo te la più grande forza di questa giocatrice?
«È un modello per la costanza che ha avuto negli ultimi anni. Gioca in una grande squadra ma la sua fame di vincere sempre è un esempio. Sta facendo la storia del calcio europeo e mondiale, noi dobbiamo ispirarci a una giocatrice così. Domani affronteremo calciatrici forti, sono queste le partite in cui bisogna imparare ogni piccola cosa».

È passato poco più di un anno dall’ultimo confronto col Lione in Champions. Vi sentite più forti rispetto ad allora?
«Sicuramente. L’anno scorso la partita col Lione ci ha dato una sicurezza incredibile, anche due anni fa le gare contro il Barcellona ci hanno portato una grande consapevolezza. Ti rendi conto che il gap c’è ancora, ma che non è più così grande. Siamo sulla strada giusta, dobbiamo continuare a lavorare».

Tu invece ti senti cambiata? Sei il difensore che ha partecipato a più gol in questa Serie A (sette – tre reti e quattro assist): merito del gioco di Montemurro?
«Il modo di giocare di Joe ha influito tantissimo. Mi ha insegnato a venire dentro al campo, cosa che prima non facevo per il calcio che esprimevamo. Ora sono molto più offensiva, sono più nel vivo del gioco. Ogni allenatore vede il calcio in maniera diversa e porta nuove cose: giocare così mi piace».

Come è il tuo rapporto con Montemurro e quanto è diverso da quello che avevi con Guarino?
«Il rapporto con Rita è iniziato tantissimi anni fa quando eravamo in Nazionale. Lei è stata un punto di riferimento, per me è stata molto importante perché sono cresciuta con lei. Mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno che era vestire la maglia della Juve. Siamo due teste un po’ calde, tra di noi ci sono stati molti scontri, ma non smetterò mai di ringraziarla. Mi ha fatto crescere tantissimo in questi quattro anni. Il rapporto con Joe è diverso perché lo conosco da meno tempo. Però è bello, a lui piace essere schietto e sincero, parliamo molto di qualsiasi cosa».

Avete avuto una piccola flessione in campionato dalla quale però vi siete già riprese. È dipeso dalla stanchezza o da qualcos’altro?
«A livello fisiologico è normale avere un calo. Venivamo da un momento particolare dopo il Covid, abbiamo giocato la Supercoppa con un solo allenamento nelle gambe e con tantissime ragazze fuori. Abbiamo portato a casa un trofeo che non era per nulla scontato. Poi sono subentrate una serie di cose: quando crei tanto e fai pochi gol è facile andare un po’ in difficoltà. Ma ci siamo ricompattate e parlate, sapevamo che potevamo uscirne solo lavorando e restando unite. Credo che questo momento sia passato, la partita col Milan ci ha dato una grande mano a riprenderci e anche la vittoria col Napoli è stata importante. Penso che ne siamo uscite».

Quanto sentite vicino lo scudetto? Hai la sensazione che squadre come Roma e Sassuolo si stiamo avvicinando al vostro livello?
«Il capitolo scudetto non è chiuso, si è visto nelle ultime partite. Da qui alla fine saranno tutte finali, come sempre visto che noi giochiamo ogni volta per vincere. I conti si faranno alla fine. Noi stiamo crescendo molto ma anche le altre squadre si stanno rinforzando, basta vedere le stagioni che stanno facendo Roma, Sassuolo e lo stesso Milan. Ci sono tante buone squadre, questo fa bene alla crescita del calcio femminile italiano. In questo modo giochi partite più importanti e più difficili che ti aiutano in Europa e in Nazionale».

Come mai anche quando la Juventus Women affronta dei periodi di stanchezza o minore lucidità, tu riesci sempre ad essere costante nel tuo rendimento?
«Io cerco di dare il 100% in allenamento e così mi è più facile darlo anche in partita. La partita è lo specchio di quello che fai in settimana, se sei sempre concentrata e dai sempre tutta te stessa è più facile. Giocando molto mi sento meglio e prendo sempre più consapevolezza, così in campo sono più tranquilla: penso che giocare così tante partite per me sia una fortuna». 

Il tuo amore per la Juve ha radici profonde, ne sei tifosa sin da bambina e sei qui dal giorno zero: che valore dai a questa maglia?
«È un privilegio e un orgoglio personale grandissimo. Ricordo quando si iniziavano a leggere le prime notizie sulla nascita della Juventus Women… Io ero in Nazionale e dicevo “mamma mia!” sperando in una chiamata della Juve. Dopo gli allenamenti ci pensavo sempre. Quando Rita (Guarino ndr) mi ha scritto mi sono messa a piangere. L’ho subito detto a mia mamma e anche lei non ci credeva. Giocare per la Juve è più di un sogno, conosco l’importanza di questa maglia e lotto per vincere ogni partita». 

È questo il motivo per cui negli anni hai detto di no a proposte dall’estero che altri avrebbero definito irrinunciabili?
«Sì, io alla Juve mi sento a casa. Sto veramente bene, quest’anno ho creduto al progetto con Montemurro. Sono qui da 5 anni e ora stiamo vedendo i frutti di tutto il lavoro fatto. Voglio continuare a crescere con questa società e con questa maglia. I quarti di Champions non devono essere un traguardo ma un punto di partenza. Vogliamo continuare così e cercare di fare sempre di più: avere la possibilità di farlo con la maglia del mio cuore è qualcosa di veramente grande». 

Ti reputi tra i terzini più forti al mondo? Pensi di poter migliorare ancora qualcosa in particolare nel tuo gioco?
«Forse tra le più forti al mondo è un po’ troppo: io so solo che lavorando si possono fare grandi cose e cerco di dare il meglio di me. Quando sbaglio qualcosa in partita il giorno dopo cerco di lavorarci in allenamento. Ora lavoro sulle richieste di Montemurro e sui piccoli particolari, devo migliorare ancora su tanti aspetti. Per arrivare tra le migliori al mondo c’è tempo».

Cosa significherebbe per te vincere un giorno la Champions con la Juve?
«Ogni giocatore sogna di vincere la Champions, è il torneo più grande dopo la Coppa del Mondo. Vincerlo con questa maglia sarebbe il coronamento di un sogno. Sappiamo come la Champions sia percepita qui alla Juve: non che sia un’ossessione ma è davvero qualcosa di molto importante. Ricordo di sconfitte in finali di Champions della Juve in cui ho pianto. Vincerla con questa maglia sarebbe un sogno e una liberazione».

Si ringrazia Lisa Boattin e l’ufficio stampa della Juventus per la disponibilità mostrata in occasione di questa intervista

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