Bonini: «Non può bastare Pogba per tornare a vincere» - ESCLUSIVA
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Bonini: «Non può bastare Pogba per tornare a vincere» – ESCLUSIVA

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Massimo Bonini, ex centrocampista della Juventus, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni: le sue parole tra mercato e non solo

Juve al lavoro su mercato. Da Pogba a Di Maria, i bianconeri puntano a rinforzare la loro rosa con giocatori di alto livello per tornare subito ai vertici. Di questo, e non solo, ha parlato in esclusiva per Juventusnews24 l’ex centrocampista bianconero Massimo Bonini.

Qual è il suo giudizio sulla stagione che si è da poco conclusa?

«L’obiettivo della società nel corso della stagione era diventato il quarto posto ed è stato importante averlo raggiunto, anche se a inizio anno sicuramente si puntava ad altro. Fallimento? Difficile nominare questa parola, ma quando giochi nella Juve e arrivi secondo puoi considerarlo un fallimento. Lì si lotta sempre per vincere qualche coppa, andare il più avanti possibile in Champions… Non è nella mentalità del club accontentarsi di altro che non sia la vittoria, ma quest’anno ormai è passato e bisogna pensare al prossimo».

Pensando al prossimo anno che sensazioni ha?

«Mi sembra che si sia ancora in alto mare, non vedo un progetto così ben definito. Bisognerà vedere anche che novità porterà il mercato, la Juve dovrà avere le idee chiare su dove intervenire. Meglio prendere giocatori bravi ma utili dove serve che giocatori anche più forti ma non utili all’allenatore».

In quale di queste due categorie colloca il ritorno di Pogba?

«Pogba è sempre stato un ottimo giocatore, con grande fisicità e grande tecnica, uno completo. Con il ritorno di uno di 32 o 33 anni avrei detto di no, ma a 29 anni hai una carriera avanti e sei nel fior fiore. Poi molto dipende dalla sua voglia di tornare di a far parte del del gruppo, se lo farà è perchè sa di potersi trovare bene. Poi gli si deve costruire attorno una squadra competitiva, non può bastare solo lui».

Per ovviare al problema potrebbe esserci Di Maria. Giusto attendere così tanto una risposta dall’argentino?

«Folle discutere uno come lui, però se lo prendi è perchè ti serve un calciatore pronto subito, non punti sicuramente su Di Maria per il futuro ma per tornare a vincere in poco tempo. Penso che stiamo parlando di giocatori che sono abituati ad alti livelli, non hanno problemi mentalità perchè hanno sempre giocato in grandi squadre e l’esperienza vuol dire molto. Sono curioso di vedere come lo userebbe Allegri, presumo in un 4-3-3 con Chiesa a sinistra. La scelta di dare via Dybala mi fa pensare che il tecnico non voglia più puntare su un modulo con trequartisti o seconde punte».

Capitolo uscite a centrocampo: giusto, eventualmente, non confermare Rabiot e McKennie? Si parla molto di offerte in arrivo per loro.

«McKennie mi piace molto perchè è un giocatore che attacca lo spazio. Magari corre troppo dietro la palla, ma è propositivo, scala, va a pressare e aiuta gli attaccanti, non me ne priverei tanto facilmente. Rabiot è un nazionale francese e in questo finale di stagione ha fatto bene, ma non lo terrei controvoglia. Bisogna avere a disposizione gente motivata e che si sappia integrare e muovere bene in mezzo al campo. In ogni caso comunque aggiungerei alla rosa anche qualche giovane italiano».

Parla di Miretti, Fagioli e Rovella?

«Miretti ha dimostrato di valere, ci sono giocatori molto utili nell’Under 23, che deve essere importante anche per far attingere la prima squadra. Chi non è pronto poi va in prestito ed eventualmente lo riporti a casa, come successo in passato a Marchisio. La Juve ha la fortuna di avere una seconda squadra e deve sfruttarla a dovere. Fagioli ha fatto un gran campionato alla Cremonese e mi sembra più pronto, bisogna vedere se anche in società hanno le stesse idee. Ma ripeto, su questi qui io punterei con decisione già dal prossimo anno».

Altro prospetto interessante e italiano è Gatti. Le piace come difensore?

«Per quello che ho potuto vedere si. Non è facile giocare esordire in Nazionale quando vieni dalla Serie B, questo dimostra personalità, oltre al fatto che sa giocare a calcio. Gatti sa impostare, cosa che dai difensori ci si aspetta, oltre a saper marcare il diretto avversario. Mi piacerebbe una Juve con diversi italiani bravi che possano andare a ricostruire quello zoccolo duro che si è un po’ perso negli ultimi anni».

Vede Gatti come l’erede giusto di Chiellini?

«L’addio di Chiellini è una grossa perdita ma era prevedibile, i cicli finiscono. Era il più importante in difesa non solo perchè sapeva marcare, ma anche perchè comandava il reparto ed eventuali aggiustamenti. La società comunque lo sapeva, prendendo anche Gatti che ha caratteristiche simili ma anche diverse si è preoccupata del futuro. Sapranno sicuramente rimpiazzarlo al meglio, non ho dubbi su questo».

Un’ultima domanda prima di salutarci. Visto che oggi è il compleanno di Platini, ha qualche aneddoto dei tempi in cui eravate compagni alla Juve?

«Era un giocatore meraviglioso, non devo stare qui a dire io cosa sapeva fare. Era un giocatore che sapeva fare tutti i ruoli, era un nove e mezzo che sapeva fare gol, impostare, recuperare palla, sapeva giocare. Faceva la differenza. E poi era preciso nelle punizioni come nessun alto. In cinque anni con lui non l’ho mai visto allenarsi in settimana nel calciarle, forse giusto una volta. Ma era comunque un dono che gli ha dato madre natura, non aveva bisogno di lavorarci su più di tanto».

Si ringrazia Massimo Bonini per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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