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Superlega, Reichart svela: «Nessun club permanente, contiamo di partire dal…»
Superlega, Reichart svela: «Nessun club permanente, contiamo di partire dal…». Le sue dichiarazioni ai microfoni di As
Bernd Reichart, CEO della Superlega, è intervenuto ai microfoni di As per fare ulteriore chiarezza sul progetto. Le sue dichiarazioni.
A NYON – «Credo che dobbiamo mettere sul tavolo i problemi del calcio. Pertanto, ci recheremo a Nyon con lo scopo e con il desiderio di confrontarci per andare avanti. Penso che questa sia una buona notizia anche per i club che hanno avuto paura di avviare questo dialogo che, senza pressioni né minacce, mi sembra molto positivo. La questione se la UEFA abbia il monopolio è sul tavolo e, data la sua importanza, deve essere chiarita».
MERITI SPORTIVI – «La Superlega non sarà una competizione esclusiva o chiusa. Non ci saranno membri permanenti. Oltre a Real Madrid, Barcellona e Juventus ci sono tanti altri club che hanno preoccupazioni e idee per migliorare il calcio in Europa. I meriti sportivi saranno al centro della Superlega».
SALUTE GIOCATORI – «Dobbiamo trovare l’equilibrio perché non possiamo mettere in gioco la salute dei giocatori. Mi sembra che l’importante non sia parlare di più partite, ma di partite di un livello più alto. Sinceramente nel nuovo format della Champions League del 2024 non vedo che se ne sia tenuto conto, anzi, peggiora la situazione attuale. Vedo più partite che potenzialmente, potrebbero valere davvero poco. Il sistema va rivisto e ridefinito perché necessita di importanti riforme».
CONTROLLO FINANZIARIO – «In Superlega verrà applicato un controllo finanziario schietto, non dubitate su questo. È uno dei punti principali del nostro progetto. Il calcio deve controllare le sue spese e vivere del reddito che genera. Il Fair Play Finanziario è fondamentale, contrattare o sfuggire al suo controllo sta distorcendo la concorrenza. Per il resto, qualsiasi suggerimento su questo argomento è il benvenuto da parte delle federazioni nazionali e internazionali».
GIUSTIZIA EUROPEA – «Abbiamo un profondo rispetto per la giustizia europea e, in ogni caso, continueremo a lavorare con tutti i club e la famiglia del calcio per fornire le soluzioni necessarie. È inconcepibile che il presidente della Liga dichiari pubblicamente che non gli importa cosa pensa la giustizia europea perché i politici potranno legiferare contro il parere della CGUE per proteggere la UEFA. Non è così che funziona l’Unione Europea e non è questo il rispetto che meritano le nostre corti di giustizia. Posso dire, senza tema di smentite, che al momento attuale non esiste solo l’Eurolega di basket come sistema a cui facciamo riferimento per la nostra Superlega. C’è, per esempio, il Sei Nazioni di rugby, torneo riservato a vita a sei squadre europee ad esclusione di tutte le altre. L’unica questione da dibattere è se la UEFA sia un monopolio, e per questo dobbiamo aspettare la sentenza della CGUE».
TEMPISTICHE – «Mi hanno dato la possibilità di scegliere se vedere una Superlega tra dieci anni o tra tre, e sinceramente preferisco che sia più presto possibile. Ma ci prenderemo il tempo per parlare con tutte le parti coinvolte nel calcio. Non affretteremo le cose, ma non c’è motivo di escludere nulla, anche a partire dal 2024».