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Aicardi: «Plusvalenze, stipendi, CdA: questa è la situazione»
Aicardi: «Plusvalenze, stipendi, CdA: questa è la situazione». Parla presidente dell’associazione piccoli azionisti della Juve
Aicardi, presidente dell’associazione piccoli azionisti della Juve, ha concesso un’intervista a Tutosport.
CAOS MEDIATICO – «Innanzitutto, per qualsiasi tipo di società, e a maggior ragione per una società quotata, è un episodio sgradevole, sarebbe stato meglio che non capitasse. Poi, se c’è di mezzo la Juve tutto assume una connotazione mediatica differente. Terzo punto: il fatto che l’inchiesta sia venuta fuori durante il Mondiale in cui Italia non partecipa ha favorito l’attenzione degli sportivi italiani, dei tifosi e dei media: se la Nazionale fosse stata in Qatar il clamore sarebbe stato diverso».
PROCURA FEDERALE – «Non ho letto le 500 pagine della Procura di Torino né le intercettazione, ma le plusvalenze di per sé non sono vietate: alle elementari ci insegnavano che ricavi meno costi uguale guadagno, il guadagno è una plusvalenza ed è un’operazione lecita. O c’è un algoritmo o è una inutile perdita di tempo. Si possono anche contare quante ne sono state fatte di plusvalenze, se con la stessa squadra, ma bisogna dimostrare che alle spalle c’è una manovra truffaldina per mettere a posto i bilanci. E alla fine si torna sempre al nocciolo della questione: la valutazione del giocatore».
STIPENDI – «Siamo nell’ambito dell’interpretazione dei criteri contabili. La Juve dice che ha applicato anche per i bilanci oggetto di indagini i criteri usati in passato, la Consob dice che quei criteri sono sbagliati, la Procura di Torino dice ancora una cosa diversa rispetto a Juve e Consob. Penso che si aprirà una discussione molto lunga, di anni, che arriverà in Cassazione, dove si sfideranno a colpi di perizie e pareri i più importanti esperti del settore, commercialisti, società di revisioni, fiscalisti, ex magistrati contabili, il gotha dell’intellighenzia del settore scenderà in campo sostenendo una o l’altra versione. Alla fine sono in ballo differenze modeste in valore assoluto».
DIMISSIONI CDA – «Approvo le dimissioni, in una situazione del genere erano un atto dovuto. Credo e mi auguro che alla fine ci possa essere un sacco di persone che debbano chiedere scusa. Sono dispiaciuto che il periodo di presidenza di Andrea Agnelli termini in questo modo: sono stati dodici anni incredibili e adesso vengono dimenticati con un battito di ciglia per una questione tecnica».
ATTACCO PERSONALE – «No, sarebbe fuori luogo e irrispettoso verso la magistratura, di cui ho massimo rispetto e fiducia, e non soltanto per quella di Torino. Vedrei la questione da un’altra angolazione: la Juve è quotata in Borsa a differenza delle altre società, fa parte di un gruppo di caratura mondiale come Exor, il prossimo anno saranno 100 anni che la famiglia Agnelli ne detiene la proprietà, ha dimensione che nessuno ha nel calcio italiano: se qualcuno inizia a fare inchieste parte da quella più grande…».
NUOVO CDA – «Sarà un Cda di altissimo profilo professionale e istituzionale con esperti di grande livello. Un consiglio di grande caratura per affrontare il momento e sgomberare il campo da qualsiasi malinteso. Mi auguro però che ci sia anche un uomo di calcio, penso a Del Piero o a Chiellini: potrebbe fare un’utile esperienza, soprattutto per una persona a digiuno sarebbe una palestra importante, così da imparare che cosa vuol dire sedersi nel Cda della Juve».