La nuova sfida di Allegri e l’insostenibile leggerezza del tridente offensivo
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La nuova sfida di Allegri e l’insostenibile leggerezza del tridente offensivo

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La nuova sfida di Allegri e l’insostenibile leggerezza del tridente offensivo. Le prime due partite hanno parzialmente deluso le aspettative

Due partite con il tridente, due gol segnati. Una vittoria (con finale in sofferenza) e un pareggio in Europa League. Smentita sul campo l’equazione più teorica della storia del calcio: più attaccanti = più gol, nel finale di gara proprio l’attacco diventa un tema di discussione che scalda Max Allegri a Sky Sport: «Voi siete bravi coi numeri, le mie squadre hanno sempre avuto la miglior difesa e il secondo miglior attacco». Negli ultimi due anni fino a un certo punto, visto che l’impatto offensivo della Juventus è precipitato all’11º e 6º posto nella classifica di A.

Il tridente varato contro la Fiorentina ha illuso regalando nuove speranze a giochisti e cultori di un calcio più offensivo del 3-5-2 un po’ impolverato della prima parte di stagione, il vero tema che Allegri dovrà gestire da qui a fine stagione è la sostenibilità del suo attacco. Un peso che la squadra ha faticato a sostenere nelle ultime due partite per tutti i 90 minuti. Perché la Juve parte forte ma cala vistosamente nel finale, soffrendo (Fiorentina) o facendosi addirittura rimontare da un Nantes 13º in Ligue 1. Se la squadra gira le tre punte sono un’arma affilata, ma prosciugano le energie fisiche nella metà del tempo. Serve un centrocampo più dinamico, e due esterni capaci di interfacciarsi al meglio con il nuovo sistema di gioco.

Bocciato per l’ennesima volta Paredes contro il Nantes, troppo statico De Sciglio a destra e a sinistra, prima dell’ingresso in campo di Kostic, è stato Chiesa ad arretrare il campo d’azione quasi a tutta fascia. Un tridente asimmetrico e piuttosto disarticolato, con Di Maria molto più tuttocampista che esterno. Partiti col botto, i tre attaccanti hanno vissuto delle fiammate di Chiesa e delle giocate di classe del Fideo, quasi isolandosi dal contesto e facendo reparto per conto loro, distanti dalle dinamiche del resto della squadra. Un lusso che probabilmente in questo momento la Juventus non si può permettere: il potenziale c’è e si vede, ora tocca ad Allegri trovare il modo migliore per sfruttarlo al massimo. Difesa a tre o quattro, centrocampo a rombo o a tre, due trequartisti o tre attaccanti in linea, tutte soluzioni valide, da sperimentare alla Continassa per trovare l’assetto definitivo della nuova Juve a tre stelle.

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