Allegri coi nervi a fior di pelle: presente incerto e dubbi sul futuro…
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Allegri coi nervi a fior di pelle: presente incerto e dubbi sul futuro… Ma dall’estero nessuna offerta

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Tanti dubbi attorno al presente e al futuro di Massimiliano Allegri. Ma dall’estero, per il tecnico, non sono arrivate offerte

Se un buon marinaio si vede nella burrasca Allegri in questa stagione ha avuto tempo e modo di benedire il suo passato livornese doc, ma l’incertezza in cui naviga la Juventus da qualche mese a questa parte sta contagiando anche Max, perché il Libeccio è nulla in confronto alle bufere che si sono abbattute su Torino in questa stagione. Tutti in discussione, mentre equilibri e punti di riferimento vengono meno, e così, quasi all’improvviso, anche Max si rivela umano, scoprendo i nervi e gettando la maschera del vernacolo livornese per provare a prendere coscienza di una realtà meno lineare del previsto. Su tutti i livelli. Se al momento l’allenatore è il punto fermo dell’area sportiva, confermato da John Elkann in persona dopo le dimissioni in blocco del cda a novembre, non ci sono certezze sul suo futuro che si deciderà da qui a giugno. Peseranno i risultati, come ovvio che sia, ma non solo. Anche lui sarà compreso nella serie di valutazioni che farà la nuova dirigenza Ferrero-Scanavino per la prossima stagione. Nessuno chiaramente mette in discussione il suo valore assoluto e la sua esperienza, ma piuttosto la sua compatibilità con il nuovo progetto sportivo, inevitabilmente condizionato dalle sentenze della giustizia sportiva e dell’Uefa.

Indispensabile, ma con la valigia all’ingresso. In attesa di capire se il ricorso del Collegio di garanzia dello Sport cancellerà i 15 punti di penalizzazione in classifica e se la qualificazione alla prossima Champions è ancora un obiettivo percorribile. Perché per la nuova Juve un cambio in panchina non è una condizione necessaria, ma se sarà ridimensionata negli investimenti e nelle ambizioni, con giovani da lanciare e una rosa più da valorizzare che da gestire potrà permettersi di ricominciare dai più di 7 milioni (bonus esclusi) di Max? L’unica strada per smarcarsi da un contratto da top player è una rescissione consensuale con buonuscita, ma a differenza degli anni scorsi le cose sono cambiate. Intanto Max ha accettato il ritorno a Torino anche per riconoscenza nei confronti di un club che gli ha dato tutto, ma il gruppo dirigenziale che l’ha fortemente rivoluto ora non c’è più. E al momento non sono arrivati sondaggi dall’estero; ha perso la sua occasione Real dopo due rifiuti alla Casa Blanca, e dopo gli avvistamenti a Montecarlo insieme a Luis Campos la pista Psg si è raffreddata, Galtier non rischia anche se la Champions in corso potrebbe cambiare le cose. Più solo dopo gli addii di Agnelli e l’inibizione di Cherubini, Allegri ha ritrovato un nuovo riferimento societario in Francesco Calvo (capo area sportiva) ma ora la sua posizione è più esposta, e anche per questo si sente più responsabile e con più pressioni di prima. Alcuni comportamenti fuori dalle righe evidenziano uno stress che fino a qualche anno fa si sarebbe lasciato scivolare addosso, citando bici, livornesi e bravi ragazzi. Ma non oggi. Non dopo un avvio di campionato da incubo e l’eliminazione ai gironi di Champions, non dopo le critiche feroci di una piazza in subbuglio o dopo inchieste e dimissioni, il tempo scorre e Max si irrigidisce al ticchettio delle lancette. La sua personale inquietudine sul futuro è amplificata dalla stagione più anomala della storia recente bianconera, nella quale – va detto chiaramente – in pochi possono dargli una mano, almeno in campo. Negli ultimi mesi ha dovuto ricompattare un gruppo svuotato da picconate esterne inaspettate, giocando su più fronti. Tenendo sul pezzo l’intera rosa, motivando giovani e provando a stimolare vecchi lupi di mare come Di Maria prima di una trasferta contro lo Spezia. La penalizzazione ha momentaneamente cancellato i meriti (rivendicati in più di un’occasione dallo stesso tecnico) di una squadra che dopo un avvio choc si è arrampicata fino al secondo posto in classifica, con 44 punti. Toglietegli 15 punti, toglietegli Pogba, toglietegli certezze sul presente e futuro, ma almeno concedete a Max Allegri la possibilità di incazzarsi: in fondo anche lui è umano.

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