Juventus Next Gen
Crespi: «La Juve è un altro mondo. Coppa Italia, obiettivi, vi dico tutto»
Crespi si racconta al canale Twitch della Juventus. Le parole del portiere della Next Gen
Gian Marco Crespi si racconta al canale Twitch del club bianconero. Ecco le parole del portiere della Juventus Next Gen.
LA JUVE – «Mi sono ambientato subito, sono emozioni uniche ed indescrivibili. La Juventus è un altro mondo».
TRASFERIMENTO – «Un giorno mi ha chiamato il mio agente e mi ha detto che la Juventus era interessata a me, io ero sereno e pensavo che le possibilità fossero poche. Poi la notte ho iniziato a pensarci, non mi sembrava vero».
OBIETTIVI – «Quest’anno sono migliorato tecnicamente, venivo da tante partite giocate bene. Poi ho avuto anche alcuni bassi, in cui non ho giocato benissimo. Futuro? Vorrei vincere la Coppa Italia e salire in Serie B, poi come ho detto prima, voglio anche crescere tecnicamente».
SEMIFINALE COPPA ITALIA – «È stata una delle tre emozioni più grandi della mia vita. Giocare una semifinale con uno stadio così pieno è stato emozionante.».
IN CAMPO ALLO STADIUM – «Andiamo ad affrontare una squadra esperta, d’esperienza. La mia prima partita è stata contro il Vicenza. Noi siamo carichi e abbiamo la testa lì, siamo concentrati e daremo tutto».
FUTURO BUFFON – «Lui è stato un punto di riferimento. Da bambino per chiunque è stato un esempio. I miei punti di forza? Negli ultimi anni sono maturato molto mentalmente, penso che la mentalità sia molto per un calciatore. Adesso sono più tranquillo e cosciente. Fa parte del percorso di crescita».
RIFERIMENTO – «Come portiere mi piace Maignan. A livello di uscite scelgo sempre Maignan, coi piedi Ederson. Miglior para-rigori? Handanovic ai tempi».
CARRIERA – «All’inizio della carriera facevo l’attaccante. Poi al City Camp dell’Udinese ho fatto il portiere, lì mi hanno chiamato e ho fatto la trafila ad Udine. Fino alla Primavera, poi sono stato al Gozzano. Quell’anno mi ha chiamato il Crotone, l’anno dopo sono andato in Serie A a fare il terzo. Anche quella è stata un’emozione indescrivibile. Successivamente ho giocato a Pistoia e dopo c’è stato un “down mentale” mio. Da lì ho capito che dovevo reagire, in panchina rosicavo come un matto ogni partita. Poi ho scelto il Picerno che mi ha permesso di mettermi in mostra e di crescere. A gennaio è arrivata la Juve».