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Belardi: «La Juve aveva una priorità dopo Calciopoli» – ESCLUSIVA
Belardi: «La Juve aveva una priorità dopo Calciopoli». L’intervista all’ex portiere bianconero – ESCLUSIVA
Da Perin a Calciopoli passando per Sassuolo, Sporting e molto altro ancora. Emanuele Belardi, ex portiere della Juventus in Serie B nel 2006-2007 e nella stagione successiva in Serie A, ne parla in esclusiva a Juventusnews24.
Perin è stato protagonista con Sporting e Sassuolo: si aspettava questo exploit?
«Perin è stato sempre un buon portiere. E’ chiaro che non è facile farsi trovare sempre pronto quando si gioca poco. Ora Perin è in una condizione fisica, mentale e di maturazione completa e ha raggiunto ottimi livelli».
Quale è la miglior qualità di Perin?
«Perin è un portiere agile che ha avuto sempre una grandissima reattività. E possiede anche una buonissima personalità».
C’è un qualche portiere a cui può essere paragonato?
«Fisicamente somiglia un po’ a Giovanni Galli. Perin però è più reattivo di lui».
Lo vede come prossimo numero 1 della Juve?
«Non mi stupirebbe se fosse così. La Juve comunque ha bisogno di un altro portiere perché ne ha sempre avuti due affidabili».
Passando al campo: come si spiega la sconfitta col Sassuolo?
«Va fatta una premessa. La rincorsa della Juve è faticosa e in più sta giocando tante partite tra campionato, Coppa Italia ed Europa League. Col Sassuolo qualcuno ha rifiatato e qualcuno non ha reso come doveva. La squadra di Dionisi ha fatto una grande partita, ha corso tanto ed è rimasta sempre nel vivo del gioco. La sconfitta ci può stare quando ci sono tante gare. Le lacrime di Fagioli? Ce ne fossero di giocatori che tengono così alla maglia».
Che Juve si aspetta di vedere con lo Sporting?
«Per la Juve l’importante è l’Europa League. Nella gara di andata ho visto un buonissimo Sporting. I portoghesi sono una squadra organizzata e veloce con giocatori bravi a livello individuale e tecnico. Per la Juve ci sarà da soffrire».
Chi può essere l’uomo decisivo con lo Sporting?
«Io spero che siano in giornata i giocatori che sanno fa la differenza come Chiesa e Pogba che sta recuperando. Bisogna vedere a che punto sono questi giocatori, ma anche Di Maria e Vlahovic. Questi sono giocatori che la Juve ha preso per fare la differenza».
Crisi di Vlahovic: quale è la difficoltà principale del serbo in questo momento alla Juve?
«E’ chiaro che giocare nella Juve non è come giocare da altre parti. Vlahovic è uno dei giocatori andato maggiormente in difficoltà nei tanti momenti critici della Juve. A lui però si chiede qualcosa di più se vuole dimostrare che è un campione».
Giudizio su Allegri? Dovrebbe migliorare il gioco?
«Allegri è un allenatore che ha sempre badato al sodo. Se non mi sbaglio alla Juve il motto è che vincere è più importante di tutto…Se Allegri fosse stato primo e in Champions del suo gioco si sarebbe parlato poco. E’ chiaro che quando ci sono delle sconfitte e si esce dalla Champions tutto viene messo in discussione. Non bisogna dimenticare la penalizzazione, i cambiamenti nella dirigenza e le altre vicissitudini. Le scusanti ci sono, poi a fine anno si tireranno le somme».
Lei arrivò alla Juve nell’estate del 2006, dopo lo scandalo Calciopoli. Che ricordi ha di quel periodo?
«La cosa che mi sorprese di più è che tutti, inclusi i giocatori più importanti, hanno sempre e solo pensato al campo e a riportare la Juve dove doveva stare, cioè in Serie A. Questa è una cosa che mi balzò maggiormente all’occhio pensando al fatto che quell’estate, solo qualche mese prima, alcuni di quei giocatori avevano vinto il Mondiale. E poi si ritrovarono a giocare a Rimini… Per tutti loro la cosa prioritaria e più importante era di non badare alle chiacchiere, ma di riportare la Juve dove meritava».
Si ringrazia Emanuele Belardi per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista