Allegri: sfiduciato, ma blindato dalla dirigenza. A meno che…
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Il paradosso Allegri: sfiduciato dalla piazza ma blindato dalla dirigenza. A meno che…

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Massimiliano Allegri sta vivendo un vero e proprio paradosso: sfiduciato dai tifosi, ma la Juve allo stesso tempo lo blinda

Ha scelto di tornare alla Juventus anche per riconoscenza nei confronti di Andrea Agnelli, dopo un quinquennio irripetibile. E prima della metà della stagione si è ritrovato da solo a gestire uno dei momenti più complicati della recente storia bianconera. Probabilmente Max Allegri si immaginava un’altra storia, dopo aver rifiutato la corte del Real Madrid in estate e aver detto di no al pressing serrato dell’Inter all’ultimo minuto. Dopo un autunno da incubo e un aprile nerissimo, si giocherà gli ultimi due obiettivi stagionali (quarto posto Champions e Europa League) in un maggio decisivo, tra le critiche di buona parte dei tifosi, delusi per la mancanza di gioco e anche di risultati, e la conferma della dirigenza. Francesco Calvo prima del pareggio contro il Bologna ha blindato Max, senza se e senza ma, molto di più di semplici parole di facciata visto che Allegri è rimasto l’unico riferimento dell’area sportiva e con un contratto di altri due anni a cifre superiori ai 7 milioni di euro a stagione.

Quindi la conferma arriverà a prescindere a fine stagione? Dipende, anche dai risultati ottenuti sul campo. La dirigenza ha tutte le intenzioni di confermare l’allenatore, ma a giugno si faranno i bilanci della stagione, tenendo conto delle difficoltà oggettive per questioni extra campo (dimissioni del Cda e inchiesta Prisma) che hanno evidentemente condizionato anche i risultati sportivi. Il quarto posto Champions ed eventualmente l’Europa League (sollevare il trofeo darebbe l’accesso alla prossima Champions) metterebbero al riparo l’allenatore mentre mancare l’appuntamento con la qualificazione all’Europa rischia di condizionare in partenza la prossima stagione e potrebbe gettare delle ombre sul futuro di Max. Sarà di John Elkann la decisione ultima visto l’argomento più che delicato. Intanto la squadra deve reagire sul campo dopo un mese da dimenticare con sconfitte in serie, eliminazione brucianti dalla Coppa Italia e una sola vittoria contro il Verona in campionato. Forse sono venuti meno gli stimoli, dopo la lunga rincorsa e i 15 punti ridati dal Collegio di garanzia dello Sport, ma con questo andazzo la Juve rischia di auto penalizzarsi, bruciando il vantaggio su Inter, Milan e Roma per la corsa a un posto in Champions.

Il finale di stagione non darà certezze solo sul futuro di Allegri, ma anche su un gruppo che ha risposto compatto nei momenti di massima difficoltà ma fatica a trovare continuità. Le certezze estive di Allegri sono diventate quasi tutte scommesse perse e l’allenatore ha dovuto ricostruire la squadra intorno a nuovi e improvvisati punti di riferimento in tutti i reparti. Bonucci, in difesa, Paredes e Pogba a centrocampo, Vlahovic e Chiesa in attacco. Loro dovevano essere l’ossatura della squadra, ma quasi tutti per problemi fisici hanno avuto un impatto deficitario. E anche per questo motivo è stato varato il 352 con il lancio dei giovani Miretti e Fagioli in pianta stabile. Da buon allenatore aziendalista allegri non si è quasi mai lamentato dei limiti oggettivi di una rosa costruita su altre basi, e ho gestito le forze a disposizione come ha potuto. Il tutto mentre diventava il riferimento dell’area sportiva, dopo le dimissioni di Nedved e l’inibizione di Cherubini, e affrontava indirettamente le inchiesta con i 15 punti tolti e ridati dopo 3 mesi in classifica.
Quando Max in conferenza chiede un blocco granitico e unito il riferimento è chiaramente ad una società che nell’ultimo periodo ha faticato a ritrovare una struttura operativa e organizzata come a inizio stagione, la figura di Calvo è essenziale ma rischia di non essere sufficiente. Ecco perché sono già iniziati i casting per una nuova figura da direttore sportivo, con Giuntoli, Massara e Berta in pole, per la nuova Juve che nascerà da giugno.

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