Marchisio: «Fagioli ha la stessa età di Kvara, ce ne siamo accorti tardi. Ritorno alla Juve? Porte aperte ma…»
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Marchisio: «Fagioli ha la stessa età di Kvara, ce ne siamo accorti tardi. Ritorno alla Juve? Porte aperte ma…»

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Le parole di Claudio Marchisio: l’ex centrocampista della Juventus ha parlato così all’evento organizzato da Barberino’s

(Mauro Munno inviato da Barberino’s) – Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus, ha così parlato ai giornalisti presenti all’evento organizzato da Barberino’s a Torino.

GIOVANI JUVE – «Se analizziamo realmente bene quello che stiamo vedendo ci sono giovani, più Miretti che Iling o Barbieri e altri ragazzi. Su Fagioli prendiamo un esempio che è quello di Kvaratskhelia a Napoli, dove ha vinto lo Scudetto. Il calcio italiano con Fagioli è persino in ritardo. Ha talento, ha possibilità eppure gli è stato fatto fare un percorso diverso. Purtroppo molte volte nei grandi club, io ne sono stato un esempio, serve una crisi per dare un’opportunità ai giovani. Come ha detto Mancini in Italia ci sono poche possibilità per i giovani. Indossando la maglia della Juve in una stagione difficile hanno fatto vedere di avere le caratteristiche per indossare questa maglia. Speriamo continuino a crescere anche per le alre società e per il nostro calcio».

RITORNO ALLA JUVE – «Io credo che qualsiasi ex che vuole tornare alla Juve deve dare il proprio contributo, deve essere operativo. Non è una questione di immagine e allo stesso tempo c’è una società con professionisti all’interno che possono gestire questo aspetto in campo e fuori. Bisogna avere fiducia negli uomini messi al comando della Juventus, che sapranno fare il loro lavoro. Non ho mai avuto chiamate, ma non vuol dire che se ce ne dovesse essere bisogno non darei la mia disponibilità. E’ un discorso generale per tutti».

FUTURO ALLEGRI – «Non posso saperlo, ne leggo tante. Io credo che la stagione sia stata piena di sfaccettature. Una Juventus che esce male in Champions poteva portare ad un cambiamento durante la pausa Mondiale, ma sappiamo cosa è successo dopo e va riconosciuto ad un allenatore e ad un gestore di essere stato bravo a tenere la squadra intatta al di là della prestazione in campo. E’ stato giusto continuare con lui, finire questa stagione che da tifoso non reputo sufficiente. Lo vedo dai giocatori stessi, dal valore della rosa. Mi auguro che la prossima partita sia il primo step per arrivare a una finale».

RAZZISMO SU VLAHOVIC – «Non bisogna essere leggeri su questi temi e non mi riferisco solo alle parole di Gasperini. Parlo anche di Kostic, siamo stati tutti in silenzio quando è successo a lui perchè non ha fatto un minimo di reazione e non se ne è parlato. Bisogna cercare di essere severi su questo e bisogna dare segnali veramente forti non soltanto per cosa succede al di fuori dai nostri confini. Bisogna avere il pugno duro e allo stesso tempo va cambiato il regolamento, non si può aspettare che un giocatore arrivi alla squalifica come Vlahovic per togliergli il cartellino. Non può essere così e penso che debba rimanere una decisione dell’arbitro di quel momento, lui deve avere la sensibilità di capire come gli altri giocatori. Ma parlo per tutti in tutti gli stadi. Bisogna essere forti su questo, i riflettori e l’attenzione che c’è… Il problema è nelle serie minori, nelle strade, nelle scuole. Non bisogna essere per niente morbidi. Ci sono stati casi di giocatori che hanno reagito da subito».

REAZIONE VLAHOVIC – «Molti cercavano di sottolineare che fosse lui a incitare il pubblico. Ho guardato la reazione dove chiede silenzio, ma poi non è andato sotto la curva ma ad esultare con i compagni. La provocazione gli è arrivata, non è stata fatta da lui. Dispiace per il fatto di Gasperini che non abbia preso posizione contro la sua curva. E’ come se Vlahovic tra 4 anni andasse dall’Atalanta, facesse 30 gol, ma gli stessi stupidi razzisti sarebbero capaci di esultare. Bisogna fare attenzione a cosa si parla. Noi abbiamo questa responsabilità, anche il regolamento deve cambiare. Se continuiamo a renderlo così ci sarà sempre un problema. Io conosco chi ha avuto un Daspo in curva alla Juve, ha pagato nonostante abbia detto che si è fatto prendere dalla situazione. Non si scherza su questa cosa, anche se ti senti preso e vuoi starci dentro non puoi starci».

RIMPIANTO EUROPA LEAGUE CON CONTE – «Avevamo la possibilità di giocarcela in casa nostra dove poi la alzò proprio il Siviglia. Conte teneva sia al record che alla coppa, anche all’andata ce la fece penare abbastanza per non aver portato a casa il risultato da giocarcelo poi al ritorno. Mi auguro questa possa essere l’occasione per una squadra come la Juve di raggiungere un obiettivo importante. Lo è per quello che potrebbe succedere, lo è per il gruppo che ha vissuto una stagione male in Champions, che non ha mai lottato in campionato. Alzare una coppa servirebbe anche ai giovani, ma ai veterani stessi per alzare una coppa europea che alla Juve manca da tantissimo».

BILANCIO SULLA JUVE – «Uscire al girone di Champions per le squadre che avevi, per il livello di prestazioni dei singoli è stata una cosa molto grave per il livello di squadra che è la Juve. Ha giocatori forti, campioni d’Europa, campioni del mondo. Pur vivendo situazioni particolari di infortuni e tutto non può non raggiungere la qualificazione agli ottavi. Ma è stata brava a non sfaldarsi dopo la penalizzazione, ci vuole poco a sfaldarsi in una situazione del genere. E’ stato il merito di una squadra, una società che ha un DNA forte. Altri avrebbero avuto altre difficoltà. Il tecnico e i giocatori stessi sanno di non aver reso poi come potevano».

DERBY CHAMPIONS – «Se guardo la rosa in sè e anche per come ci arriva a livello fisico dico Inter, ma il Milan ha dimostrato contro il Napoli in tre partite in neanche un mese di giocarsela con tutte. Il Napoli veniva considerato come la nostra finalista più probabile. Invece il Milan ha nel DNA quella coppa anche se ha una rosa più scarna rispetto all’Inter. Sa come giocare quelle partite, hanno dirigenti che hanno vinto tante coppe. Poi hanno una defezione importante come quella di Leao, cercheranno di recuperarlo per il ritorno. C’è da contare la pressione, è un derby di Milano con le squadre e le tifoserie sanno quanto è importante questa partita. La cosa principale è che però ci sarà una finalista italiana in Champions».

SCUDETTO NAPOLI – «E’ stato un campionato da una parte bello per un Napoli che ha vinto quasi senza pressione tutto l’anno, c’è una lotta Champions mai così aperta come quest’anno. Non mi capacito della rosa della Juventus, dell’Inter e del Milan che non hanno tenuto il passo del Napoli che ha un gioco fantastico, che ha meritato di vincere. Però che non c’è stata una squadra che ha avuto quel passo è strano e particolare. E’ stato bravo il Napoli a sfruttare la situazione, ma non credo ci sia tanta differenza a livello di qualità. Da una parte Inzaghi e dall’altra Allegri non hanno un gap così grande da non lottare per lo Scudetto il prossimo anno».

TURNOVER – «E’ normale che se uno ha una coperta più lunga, nelle fasi della stagione e in tre competizioni è meglio avere ricambi importanti che possano darti una mano. Ma all’estero i vari Benzema, Modric o altri giocatori non sentono mai le partite e giocano sempre. E’ una caratteristica che abbiamo noi quella di far ruotare i giocatori, per mantenere un po’ di equilibrio anche da parte degli allenatori all’interno della rosa. I grandi giocatori sono in grado di fare questo tipo di partite. Lo dimostra il Real, il Barcellona di Messi, Suarez e Neymar che fecero 50/60 partite e non avevano infortuni. Noi creiamo più pressioni di quelle che ci sono. Non pensate che un infortunio non possa arrivare da una pressione mentale, dallo stress quanto più che dal lato fisico. Succede anche quello. Sotto quell’aspetto ha ripagato tanto questo tipo di scelte per Spalletti. Ha avuto un periodo senza Osimhen e altri, ma chi li ha sostituiti ha fatto bene. La cosa più importante è stata l’identità data da Spalletti, con tutti gli interpreti che ci sono stati hanno fatto molto bene. E’ il suo punto più importante a Napoli».

POGBA – «Al di là degli infortuni solo lui può sapere come sta. Quest’anno non lo abbiamo mai visto, non si può giudicare. Ha avuto tanti infortuni negli ultimi anni, il futuro dipende da lui, da un determinato equilibrio tra fisico e testa. Ha passato una cosa tremenda come quella del sequestro in famiglia, che è stata veramente dura. Io mi auguro che al di là dei problemi fisici possa trovare un equilibrio importante. Anche nei pochi minuti in cui scende in campo, pur non stando bene fisicamente, la sua qualità si vede subito dai passaggi, dalle giocate. E’ un giocatore da recuperare per il prossimo anno sperando non si fermi più. La Juve ha fatto una campagna acquisti su di lui e Di Maria, ne ha bisogno».

MESSAGGIO A POGBA – «Mi ha mandato un audio pochi minuti fa. Ci siamo sentiti, gli ho fatto i complimenti per la vittoria di Bergamo e soprattutto anche in quei pochi minuti l’ho visto in maniera diversa rispetto alle altre volte. Sta aumentando il suo minutaggio, mi auguro che il suo impiego in questo finale possa essere determinante per lui e per la Juventus. Ho avuto la fortuna di conoscerlo che era un ragazzino e in due allenamenti con Pirlo ci dicevamo “Questo qui è di un altro pianeta”. Ora sta passando un altro aspetto di vita e carriera. Per la persona buoan che è Paul gli auguro veramente di trovare un equilibrio più mentale che fisico e che possa essere determinante in questo fine stagione e per il prossimo anno».

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