Costi: «Nato per vincere: chi è Cristiano Giuntoli» - ESCLUSIVA
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Costi (ex Carpi e Napoli): «Nato per vincere: ecco chi è Cristiano Giuntoli» – ESCLUSIVA

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Giandomenico Costi, ex collaboratore di Giuntoli al Carpi e al Napoli, ha parlato così in esclusiva a Juventusnews24

La Juventus sta iniziando a programmare la prossima stagione, che potrebbe vedere i quadri dirigenziali bianconeri nuovamente stravolti dopo quanto accaduto quest’anno. Tra i volti nuovi potrebbe esserci anche Cristiano Giuntoli, tra gli artefici del terzo Scudetto del Napoli. Di lui, in esclusiva per Juventusnews24, ha parlato l’ex collaboratore di Carpi e Napoli Giandomenico Costi.

Chi è Cristiano Giuntoli e qual è il suo modo di lavorare?

«Con Cristiano siamo partiti da un percorso molto lungo dalla D a Carpi fino alla A, poi ci siamo ricongiunti per tre anni a Napoli. Ho avuto il piacere, oltre ovviamente all’onore della sua amicizia, una delle più vere già da quando non era a Napoli, di stare a contatto con lui. L’ho valutato da allenatore a Carpi, dove lavoravo sul campo, e da suo braccio destro in azzurro, quindi anche fuori dal campo. Conosce il calcio in ogni sfaccettatura. Cristiano potrebbe andare al PSG o al City a fare recupero infortunati perchè capisce anche di questo, potrebbe fare il preparatore atletico in qualsiasi top club, può fare l’allenatore: insomma qualunque incarico e questo perchè ha studiato quando giocava e ha molto lavorato con sé stesso. Gli ho sempre riconosciuto il fatto che lui abbia avuto una carriera da calciatore di Serie D, ma ha avuto la sensibilità di capire le situazioni che solo chi è stato ad alti livelli potrebbe capire. E questo è anche quello che determina chi è un fenomeno e chi un buon professionista nel suo lavoro».

Si aspettava sarebbe arrivato così in alto?

«Non è facile. Parlarne così ora sembra come se io volessi dare una risposta tanto per. E’ cresciuto lui, stando insieme alle varie persone, spero anche vicino a me, e sono cresciuto io allo stesso tempo perchè ho imparato da lui, standogli vicino. Ha avuto la bravura e la fortuna di poter fare un percorso graduale. Da Carpi ha fatto la D, la C2, la C1, la B, la A. Era casa sua Carpi, faceva il presidente, il direttore, il sindaco e anche il vice. A Napoli ha trovato una società, con la famiglia De Laurentiis, che lo ha completato nell’ambito amministrativo perchè adesso comunque i direttori sono una figura più diversa rispetto al passato, sono uomini da campo ma non solo».

Quanto ha inciso il suo lavoro sullo scudetto del Napoli?

«E’ stato fondamentale, lui è un vincente. Avoglia a parlare: a scuola quelli bravi prendono 10, se prendi 5 o un altro voto significa che non sei preparato. E così anche nello sport è bravo chi vince, altrimenti è un discorso generale e mettiamo allo stesso livello gente che non ha vinto nulla con chi ha vinto tutto. La ciliegina per Cristiano è stata lo scudetto. Lui è un personaggio molto importante perchè si confronta con tutti, anche con il tecnico che solitamente è una figura sola perchè magari anche i collaboratori sono un po’ “sudditi” e non hanno il coraggio di rapportarsi in modo deciso e forte. Con Giuntoli invece ti puoi confrontare su tattica, tecnica, preparazione… Poi l’allenatore decide, ma con lui trova un confronto a 360 gradi completo. A Napoli stare in zona Champions era un obiettivo non scontato, sono arrivati anche diversi trofei e quest’anno il mercato lo ha consacrato. Per me già era un top, adesso lo è a livello mondiale».

Cosa è cambiato negli anni a Napoli? Ai primi tempi era stato anche criticato per qualche suo acquisto “sbagliato”.

«Lo hanno criticato, però la famiglia De Laurentiis si è sempre affidata molto a lui. Chiaro che a Napoli non puoi fare il mercato che fa una squadra come Milan o Juve, non è semplice farlo, ma per lui parlano i risultati. Il Napoli nei suoi 8 anni è stato più nelle prime quattro che fuori dalla zona Champions e ripeto che era già un obiettivo importante. Poi quest’anno si è creata una situazione non scontata e non facile, visto che se ne sono andate anche figure molto importanti del Napoli del passato come Insigne, Mertens e Koulibaly. E’ stato fatto un cambio pazzesco e non immagino in estate cosa abbiano patito per queste partenze. Loro lo hanno vinto là lo Scudetto, aver superato questo momento complicato è stata la prima vittoria importante».

Le sue dichiarazioni alla festa Scudetto come le possiamo interpretare? Alla fine non ha confermato la sua permanenza.

«Lui è in scadenza nel 2024 e ad un anno dalla scadenza un direttore può aspettarsi di tutto, ma anche da parte della società dove è ora. Quella è stata una frase che si interpreta in centomila modi, potrebbe anche avere voglia di rimanere. Sicuramente non scapperà di notte senza dire nulla a nessuno, questo è certo».

Tornando al rapporto con gli allenatori, secondo lei come potrebbe trovarsi con Allegri?

«Lui si trova bene con tutti. Fare l’allenatore è un mestiere complicatissimo, non ci si immagina nemmeno quante pressioni ci siano. La bravura di Giuntoli è che è una spalla importantissima, incoraggia, dà forza e sicurezza e ha i coglioni di esporsre le proprie idee se il tecnico ha bisogno di un consiglio. Allegri non lo conosco, ma sono sicuro che lavorare insieme sarebbe una fortuna per entrambi».

Punto di forza è anche il suo modo di scovare calciatori giovani a buon prezzo.

«La cosa bella è che Cristiano vince facendo quadrare i conti, infatti il Napoli è una delle poche squadre che ha i conti in regola. Non è facile vincere avendo tanti soldi e neanche avendone pochi. Nel primo caso hai più pressioni, non è detto che vinci se spendi tanto per gli acquisti, così come non è facile centrare certi obiettivi con meno pressioni. Alla Juve sarebbe un mercato diverso rispetto a quello che lui ha costruito a Carpi e a Napoli. In ogni caso i giocatori che lui ha nel mirino, quelli che punta, sono tutti adatti per vincere e non sono acquisti fatti per fare teatrino. Lui ti prende gente funzionale al progetto».

Perchè il DS della squadra campione d’Italia dovrebbe passare ad un club che, viste le vicende extra-campo, potrebbe ritrovarsi fuori dalle coppe europee?

«Non è detto che lui vada, la famiglia De Laurentiis è innamorata di lui e potrebbe fare nuove proposte per trattenerlo. Chiaro che la Juve, per quello che penso io, quando ti chiama è un qualcosa che capita una volta nella vita. Lui sta benissimo a Napoli, ha un grande rapporto con l’ambiente e i tifosi, ma se chiamano i grandissimi club puoi anche tentennare».

Due dei collaboratori che potrebbero seguirlo a Torino sono Pompilio e Stefanelli. Cosa può dirci di loro?

«Sono figure che lavorano insieme da tanti anni. Con Cristiano si è fatto un percorso iniziale, poi dopo si è aggiunto Pompilio a noi nell’anno dalla B alla A e poi è arrivato anche Stefanelli. Due professionisti dal punto di vista umano e professionale validissimi. Sono Amici, fratelli e sono contento che anche per loro si parli di Juve. Ci tenevo a dire che la bravura dei fenomeni è anche quella di circondarsi di persone di un certo livello, al di là del fatto che uno deve far meno errori possibili. Pompilio e Stefanelli sono persone che dal punto di vista umano ti supportano e anche sopportano in certi momenti. Cristiano è stato bravo a legarsi a collaboratori che hanno messo lui al primo posto».

Ha avuto modo di sentirlo dopo la vittoria dello Scudetto?

«Si si, certo. Ma lui è uno molto pragmatico, è un eccitato che però poi pensa subito a quello che succederà e credo il giorno dopo si sia subito rimesso al lavoro».

Si ringrazia Giandomenico Costi per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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