Montemurro confermatissimo alla Juventus Women, ma il bilancio? Tre sfide vinte e tre sfide perse da Joe
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Montemurro confermatissimo alla Juventus Women, ma il bilancio? Tre sfide vinte e tre sfide perse da Joe

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Montemurro confermatissimo alla Juventus Women, ma il bilancio? Le tre sfide vinte e le tre sfide perse da Joe in una stagione complicata

Piena fiducia a Joe Montemurro: la Juventus Women riparte dall’australiano che odia i tatuaggi (zero) e ama i trofei (quattro in due anni). Il tecnico, rassicurato direttamente dalla società in primavera, è confermatissimo senza riserve per valutazioni soprattutto progettuali. Il piano d’azione per il calciomercato è stato condiviso da tempo: Braghin gli sta prendendo le giocatrici che vuole lui, al prezzo che vuole la Juve. È un buon punto d’incontro anche se Joe – come mai coinvolto e in totale sinergia col dg – sa che l’anno prossimo avrà tante pressioni (gli piace averle) e nessun alibi (mai ricercati). La Coppa Italia alzata è solo un punto di partenza, lo ha detto lui stesso, dopo una stagione complicata in cui molte cose non hanno funzionato come dovevano. Altre sì, ricomincerà da entrambe.

Le tre sfide perse da Montemurro nel 2022/23

1. GIOCO A SPRAZZI E BLACKOUT – La Juventus femminile ha vissuto una stagione di alti e bassi, lampi di bel gioco e blackout totali in combinazione quasi psichedelica. Montagne russe sempre state nemiche del successo, come si evince dai 20 punti sperperati in campionato da situazione di vantaggio. La Juve ha chiuso la sua stagione all’insegna di discontinuità e fragilità; Montemurro con l’espressione frustrata che ha spesso contraddistinto i suoi post partita. Il problema – si è parlato a lungo di cali di tensione (?) – non è mai stato risolto.

2. RUGGINI NELLO SPOGLIATOIO – Da Mr Empatia non ce l’aspettavamo… Il campione dei rapporti umani e del sarcasmo aggregante a una certa ha perso il timone dello spogliatoio. Senza addentrarsi in dinamiche ormai note, Joe ha fatto fatica a gestire alcune personalità più ingombranti di altre e i malumori si sono moltiplicati. La compattezza del gruppo Juve, spesso decantata sui social e fulcro dei successi passati, si è vista onestamente poco. Belli gli scherzi in allenamento e il cerchio a fine partita eh, ma se poi in campo ognuna fa per sé…

3. BONFANTINI E I CAMBI DI CUI NON SI E’ MAI FIDATO – Da una squadra di tutte titolari a una squadra senza panchina: Montemurro quest’anno non ha mai trovato le risposte che voleva dalle seconde linee. E infatti da gennaio in avanti ha praticamente rinunciato a fare cambi, se non per estrema necessità. L’elenco di giocatrici che hanno sbagliato la stagione è lungo, la colpa anche sua. Bonfantini ha fatto la fine di una promessa non mantenuta, un patrimonio del club che ora chissà se farà mai ritorno a casa. Se a Torino continuerà a esserci JM, difficile.

Le tre sfide vinte da Montemurro nel 2022/23

1. IN EUROPA TE LA GIOCHI CON TUTTI – La conferma europea è probabilmente la nota più lieta. La Juve da Champions è credibile e meravigliosamente sfrontata: merito di Montemurro che se la gioca con tutti e ha scalato il ranking Uefa fino al nono posto. L’uscita al group stage non rende giustizia a una campagna continentale in cui le bianconere hanno affrontato Lione e Arsenal alla pari sia allo Stadium sia lontano da casa. Con un po’ di fortuna in più, anche nel sorteggio, si sarebbe potuta fare molta più strada.

2. ROSUCCI E GAMA REINVENTATE Probabilmente ha allungato la carriera a entrambe: Rosucci sulla linea difensiva e Gama in fascia sono due intuizioni vincenti dell’allenatore di Melbourne che adatta i ruoli alle proprie giocatrici e non viceversa. Con la prima ha brillantemente ripetuto l’esperimento Williamson all’Arsenal, con la seconda rispolverato quello che in molti – forse anche lei stessa – avevano dimenticato potesse fare. Mosse che hanno rappresentato piccole svolte positive quando gioco-forza mancavano le alternative.

3. COMUNQUE UN TROFEO Se questa è stata la peggior stagione nella storia della Juventus Women – e lo è stata – allora c’è molto su cui riflettere. Infortuni e le altre difficoltà sopra citate non hanno impedito di chiudere l’annata con un trofeo che arricchisce la collezione del Museum. Il colpo di coda ha rasserenato l’ambiente lasciando in dote nuovi stimoli e risvegliando consapevolezze sopite. In questa Coppa c’è tanta della resilienza di una guida tecnica che anche nei momenti più bui ha sempre scorto e puntato la luce in fondo al tunnel.

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