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Curiosità: ecco i bidoni della Juventus
Curiosità: ecco i bidoni della Juventus. I nomi e la storia di chi non ha inciso con la casacca bianconera
Il calcio ha conosciuto da vicino una miriade di giocatori che hanno costellato il firmamento di questo sport. Stelle luminose che con le proprie gesta sul rettangolo verde hanno sorpreso e fatto gioire milioni di tifosi di tutto il mondo. Al contempo, però, vi sono stati anche numerosi casi di flop: calciatori che alcuni definiscono anche con l’appellativo poco piacevole di “bidoni”. Comunque li si voglia definire, stiamo parlando di quelle parabole calcistiche decisamente rivedibili. Profili che hanno deluso e hanno riempito la stessa storia prima menzionata anche di elementi dimenticabili. Vediamo insieme alcuni esempi di giocatori facenti parte di questo insieme, ma declinati alla società Juventus.
Nicklas Bendtner
Nicklas Bendtner è stato un calciatore molto chiacchierato. Come ha dichiarato lui stesso, ha speso molte ore al casinò, investendo una fortuna. Non è dato sapere a cosa nel preciso abbia giocato, ma, dicono i ben informati che esplorasse anche il mondo del gioco online, come uno dei tanti utenti che vediamo al giorno d’oggi cimentarsi al betway casinò con soldi veri.
Mettendo da parte l’aspetto extra calcistico, arriva dal Sunderland con belle speranze ma subito sorgono i primi problemi: è in sovrappeso. Nel mentre che recupera la forma, lo attanagliano i problemi fisici e chiude la sua esperienza nella Juve di Conte – siamo nella stagione 2012-13 – con zero reti e due assist stagionali.
Troppo poco per meritare la conferma e quindi viene rispedito all’Arsenal, da cui era arrivato in prestito con diritto di riscatto. Che, ovviamente, non è stato esercitato.
Marco Motta
Uno dei primi esempi che andiamo a trattare è Marco Motta: terzino destro della Juventus del 2010. Il 24enne cresciuto nel settore giovanile atalantino, con esperienze ad Udine, Torino, e Nazionale maggiore, viene seguito per lungo tempo e poi acquistato dal club bianconero. Un trasferimento che sembrava garantire alla Juventus un esterno capace di rappresentare una certezza nell’immediato ma anche in futuro. In realtà non è stato così: Motta, infatti, dopo un inizio altalenante per ciò che concerne il rendimento sul terreno di gioco, viene coinvolto poi nella vicenda extra campo societaria con il cambio dirigenziale e tecnico. Mutamenti esterni che condizionano anche i calciatori di quella Juventus del 2010 compreso Marco Motta che dopo due sole stagioni lascia senza segni degni di nota la “Vecchia signora”.
Christian Poulsen
Altro elemento senza dubbio negativo per rendimento nella storia juventina è stato il mediano Christian Poulsen. Un’indole abbastanza rissosa e atteggiamenti non di certo idonei all’ambiente bianconero, da sempre elegante e basato su un certo stile (voluto fortemente dalla famiglia Agnelli), fanno del centrocampista danese una pecora nera nello spogliatoio. Già conosciuto dai media nostrani per la lite in campo con tanto di sputo con Francesco Totti durante il match Italia-Danimarca, nemmeno dunque in maglia juventina riesce a far dimenticare comportamenti simili fornendo prestazioni all’altezza. Dopo una cinquantina di presenze passate in secondo piano, e l’approdo in prima squadra di Claudio Marchisio (che gli leva di fatto il posto), Poulsen finisce nel dimenticatoio del club bianconero.
Eljero Elia
Eljero Elia, esterno offensivo olandese, voluto con decisione dal tecnico Antonio Conte, dopo discussioni varie con la dirigenza all’epoca guidata da Marotta, arriva alla Juventus nel 2011. Riesce con quest’ultima a conquistare lo scudetto e quindi ad ottenere almeno un titolo. Forse unica nota positiva in una carriera in casacca zebrata davvero rivedibile. Un talento promettente agli esordi che però poi non ha più trovato continuità di prestazioni. 10 milioni di euro pagati dalla società juventina che col senno di poi si potrebbero definire sprecati per Elia (date le sole 4 presenze e 0 reti).
Jean Alain Boumsong
Vediamo ora un altro giocatore controverso nella storia bianconera: stiamo parlando di Jean Alain Boumsong. Vice campione del Mondo che arriva nell’estate del 2006 alla Juventus grazie alla presenza sulla panchina del club torinese di Deschamps. Due stagioni per lui dove la prima lo vede più protagonista con 33 apparizioni e 2 gol. La seconda, invece, decreta a tutti gli effetti la sua parabola discendente con le poche presenze effettuate soprattutto in Coppa Italia. Un difensore francese che si pensava potesse far rivivere quanto di buono visto con suoi celebri predecessori (Lilian Thuram su tutti), ma che in fin dei conti non ha mantenuto le aspettative.
Edwin Van der Sar
Il ruolo del portiere è sempre stato un must per la Juventus: da Dino Zoff a Peruzzi passando per Buffon e non solo, i pali sono stati difesi da grandissimi che hanno determinato la storia del calcio. Tra questi poteva esserci anche Edwin Van der Sar: estremo difensore olandese. Un portiere strutturato e di grande prestigio, se si vanno a vedere i club in cui ha militato (Ajax e Manchester United soprattutto oltre la Juventus) ma che in maglia bianconera non ha dato il meglio di sé, anzi. Acquistato nel 1999 svolge una prima stagione molto promettente salvo poi perdersi man mano in quella successiva. Papere ed uscite non certamente degne del suo talento, lo pongono in discussione agli occhi della dirigenza che poi sarà costretta a cederlo al Fulham.
Nel 2023 ha avuto anche dei seri problemi di salute che, fortunatamente, sono stati messi alle spalle dall’ex portiere che, purtroppo non alla Juve, ma in altri team ha dimostrato il suo immenso valore.
Diego Ribas da Cunha
Un altro enorme rimpianto della Juventus è senza ombra di dubbio alcuno Diego Ribas, trequartista brasiliano trasferitosi in bianconero nel 2009. Un talentuosissimo calciatore offensivo, dotato di grande tecnica di base e dribbling tipico carioca. Dopo le 84 presenze e ben 38 gol con la maglia del Werder Brema, anche i tifosi e la società juventina pensava di aver trovato il futuro erede di Alex Del Piero per caratteristiche. L’impatto con l’ambiente torinese è anche buono, con assist, qualche gol e buone capacità anche su calci da fermo. Tuttavia l’andamento generale della squadra sempre decrescente di quel periodo condizionano anche il trequartista brasiliano. Questi ben presto inizia a soffrire del contesto sottotono dei compagni di squadra risultando sempre più un pesce fuor d’acqua, in primis, come ha dichiarato lui stesso, la coesistenza con l’ex capitano bianconero in campo. Cosi dopo una sola stagione con la Juventus lascia il club italiano per passare al Wolfsburg.
Jorge Martinez
Restando nel Sud America, dal punto di vista delle origini, esaminiamo in ultimo quale flop della Juventus il calciatore uruguaiano Jorge Martinez. Il passaggio dal Nacional al Catania, quindi il salto nel calcio che conta, quello europeo e più nello specifico italiano, “El Malaka” ossia “il genio”, cosi conosciuto in patria, lo vive facendo intravedere subito tutto il proprio potenziale. Arriva dopo ottime stagioni siciliane così alla Juventus di Del Neri e del neo duo dirigenziale bianconero firmato Marotta-Paratici. Tanti infortuni ed una condizione fisica deleteria pregiudicano fin dall’inizio l’impatto con una squadra di livello superiore rispetto a quelle in cui aveva giocato. Ciò poi accompagnato da una rosa inadeguata e da un allenatore altrettanto di basso livello, che non riesce a valorizzarlo, fanno sì che Martinez passi per il primo bidone della campagna acquisti di esordio della nuova dirigenza.