Hanno Detto
Cambiaso: «La Juve è incredibile, con Allegri sono diventato un giocatore più intelligente»
Cambiaso: «La Juve è incredibile, con Allegri sono diventato un giocatore più intelligente». L’intervista a Dazn Talks
Cambiaso è stato ospite della trasmissione Dazn Talks. Queste le parole dell’esterno della Juve.
COME SI STA A TORINO – «Si sta bene. E’ una città molto bella, non me l’aspettavo. Qui non fanno mancare nulla tutti quelli che lavorano all’interno della società. La società è incredibile».
IL RITORNO A MARASSI – «E’ stato emozionante, mi sono divertito, sono tornato un po’ bimbo».
LA CANZONE DEL GENOA – «E’ stata dura quando siamo entrati ed è partito l’inno del Genoa. Guasto d’amore l’ho canticchiata. Quando siamo entrati ed è partito l’inno è stata dura trattenermi. Volevo cantarlo, è stata una grande emozione. C’erano i miei genitori, i miei amici. E’ stato bello».
L’INNO DELLA JUVE – «L’inno della Juve mi piace molto. Col Napoli quando è iniziata la partita lo stadio ha continuato a cantarlo. Lì è stato bellissimo».
LE EMOZIONI DI GENOA JUVE – «E’ stata una settimana un po’ tosta. La partita l’ho giocata tante volte prima di scendere in campo. E’ stato bello ed emozionante. Ridevo in continuazione, anche quando partivano i cori per me era come tornare bambino. L’emozione è è stata grande, anche se con un’altra maglia è stato un po’ difficile. Mia mamma non voleva venire allo stadio perché forse mi avrebbero fischiato e non sarebbe stato piacevole. Invece si è fatta coraggio ed è venuta. E’ stato bello vederli in tribuna e anche dopo».
ANEDDOTO – «C’era uno dei migliori amici, che è tifosissimo, e mi ha detto che mi ha fischiato dall’inizio alla fine… So come si sarebbero comportati e i fischi me li sono presi. Quando sono andato a battere un calcio d’angolo sotto la Nord mi hanno fischiato e mi li sono presi, mi sono messi a ridere».
IL FANTACALCIO – «Quest’anno un disastro, mi sono affossato. Con 300 fantacrediti mi sono pagato 25, un decimo è stato un po’ troppo. Infatti sono ultimi. Quanti ne ho presi della Juve? cinque. Credo tantissimo nei miei compagni, anche l’anno scorso al Bologna ne presi cinque. Mettere i miei compagni è un vantaggio. Ho suddiviso il budget molto male».
COSA LO HA STUPITO DELLA JUVE – «L’attenzione su ogni minimo particolare, noto la differenza in questo con Bologna, Genoa ed Empoli. E’ incredibile, non si lasciano sfuggire nulla. Stamattina abbiamo fissato l’intervista alle 12, ho chiesto se potevo mangiare dopo visto che ci alleniamo alle 14:30. Mi hanno detto di mangiare prima, sembrano cose banali, ma spiega l’attenzione per ogni minimo particolare. Fa capire quanto non lascino nulla al caso».
RAPPORTO CON ALLEGRI – «Con il mister va bene. Ho un attimo rapporto con lui, Landucci, lo staff. Sono toscani, simpatici, alla mano. Ci facciamo del ridere. Allegri mi sta cambiando, mi accorgo di essere diventato più pensante in campo, mentre prima ero più istintivo. All’inizio mi diceva che avevo troppa voglia di prendere il pallone, uscivo fuori tempo e venivo saltato. Ora sono più paziente, sono più intelligente in campo e cerco di capire meglio le situazioni. Penso di essere migliorato molto. La cosa che mi ha cambiato più di tutto è l’equilibrio che ho raggiunto. Prima mi facevo trasportare dagli eventi sia in senso buono che negativo, con lui ho raggiunto un certo equilibrio. E’ la cosa che penso di aver migliorato di più».
GIOCARE SULLA FASCIA DESTRA – «Al Bologna era un gioco diverso. Con McKennie, dato che lui con il mister ha già fatto il quinto a destra, sappiamo interpretare abbastanza bene entrambe le posizioni. Io nasco mezzala, non è tutto nuovo per me. Ci capiamo, basta uno sguardo, una posizione in campo. Se vedo lui largo mi accentro di più e il contrario. Devo dire che questa cosa sta funzionando bene. Muoversi in campo, non dare punti di riferimento agli avversari è molto importante. Se si ritrovano una volta io, una volta McKennie e una volta Gattone che sale è più complicato per i difensori capire».
IL GRUPPO – «E’ fondamentale creare alchimia fuori dal campo perché di conseguenza sei più unito e anche inconsciamente in campo ti viene di fare una corsa in più per un compagno. IN alcuni aspetti e momenti del gioco è fondamentale. Per creare una mentalità vincente il gruppo è alla base. Se non c’è alchimia tra noi non si può costruire nulla. Secondo me noi lo stiamo facendo. Siamo lì solo grazie al gruppo, siamo molto uniti fuori e dentro al campo».
GLI AMICI ALLA JUVE – «Nicolussi Caviglia e Miretti, li conoscevo già dall’Under 21. Nicolussi è stata una piacevole sorpresa, è un ragazzo d’oro in cui mi ritrovo. Anche lui ha avuto un brutto infortunio al ginocchio, è stato fermo 1-2 anni quasi e non si è mai arreso. Si allena alla grande, è un ottimo giocatore e un’ottima persona».
NICOLUSSI CAVIGLIA TITOLARE CON L’INTER – «Io avevo piena fiducia, ero contentissimo. Allegri è stato bravissimo, con l’Inter giocavamo la sera e prima di domenica mattina non l’aveva mai provato in squadra. L’ha messo dentro e sono stato veramente felice per lui, sapevo che avrebbe fatto bene, è sempre concentrato e sul pezzo negli allenamenti».
DALLA JUVE AL BOLOGNA – «La mia è stata un’operazione molto veloce. L’anno scorso sono arrivato e il giorno dopo sono andato al Bologna, era tutto concordato. Dopo la firma avevo beccato (Allegri ndr) e mi aveva detto quelle parole. Erano frasi di circostanza perché era tutto fatto, però io ho bisogno di credere in qualcosa e ho voluto credere a quelle parole per dare il meglio a Bologna e tornare qui l’anno dopo»
L’INCERTEZZA INIZIALE – «Io sono andato in tournee all’inizio dell’anno, la prima settimana alla Continassa e poi in America, non sapendo di rimanere o andare via. Ho fatto la tournee molto bene non come prestazioni, ma come atteggiamento. Penso di aver fatto il miglior ritiro da quando ho iniziato a giocare perché volevo tanto rimanere qui. Sono molto orgoglioso di essere qui. Sapevo della grandezza di questo club e sono molto contento».
I MIGLIORAMENTI – «Non mi sento lo stesso nemmeno di un mese fa, cerco di migliorare il più possibile ogni giorno. Devo continuare così. L’equilibrio che dicevo prima è non esser tanto influenzato da quello che sta accadendo e che sto facendo abbastanza bene. Devo continuare su questa striscia e migliorare ancora. Un mio vecchio mister diceva che era difficile arrivare in cima, poi la vera difficoltà è rimanerci perché basta un attimo per cadere».
IL FROSINONE – «Gli juventini saranno avvelenati. Sarà molto tosta e dura. La partita di ieri ha fatto la storia. Lo ro sono una squadra molto giovane che non ha paura di giocare».
BOLOGNA SORPRESA DEL CAMPIONATO – «Si, me l’aspettavo. L’anno scorso avevamo fatto vedere delle cose che non erano “normali”. Ero convinto che dopo un anno di apprendimento di giocatori che c’erano già e dei nuovi, come Freuler e Calafiori… Zirzkee? Già l’anno scorso era quasi inspiegabile che non giocasse ma davanti aveva un altro fenomeno. Non mi aspettavo fosse al quarto posto, ma che potesse lottare per la zona Europa».
LA SETTIMANA DOPO IL +4 DELL’INTER – «Al di là di quello che si legge sui giornali e si dice noi non ci guardiamo più dietro, è la verità. Noi continuiamo il nostro percorso. Abbiamo fatto 37 punti in 16 giornate ed è un buon risultato. Dobbiamo solo continuare quello che stiamo facendo avendo fiducia nei nostri mezzi».