Braghin: «Roma e Inter sulla carta avanti alla Juventus Women. Mercato importante, qualcuna è andata via poco elegantemente. E non parlate di fallimento se...»
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Braghin: «Roma e Inter sulla carta avanti alla Juventus Women. Mercato importante, qualcuna è andata via poco elegantemente. E non parlate di fallimento se…»

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Braghin: «Roma e Inter sulla carta avanti alla Juventus Women. Mercato importante, qualcuna è andata via poco elegantemente. E non parlate di fallimento se…»

(inviato all’Allianz Stadium) – Stefano Braghin, Head of Juventus Women, ha parlato durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico Max Canzi.

Prende la parola Stefano Braghin
«Prima di cominciare vorrei ricordare Fabio Melillo, un compagno di viaggio. Merita un pensiero, c’è stata questa tragedia. Il calcio femminile è una piccola comunità e quando una persona se ne va così in fretta merita una parola quando si è condiviso un percorso. Venendo alla presentazione ringrazio ancora Zappella per quanto ha fatto negli ultimi mesi in una situazione molto difficile dentro e fuori. È un uomo della società e ha ripreso il suo lavoro itinerante come responsabile delle Academy all’estero. È anche l’occasione per ringraziare Chiappero che è stato il nostro preparatore atletico dall’inizio, lo ringraziamo per il lavoro l’amore e la passione che avuto in questa avventura. Faccio i complimenti a Luca Vood che ha vinto lo scudetto con l’Under 15. Ne ha già vinti tre e qualcuno non riesce a vincerne uno in una carriera. Complimenti anche Scarcella che ha perso lo scudetto ai supplementi con la 17. È la testimonianza di come Carola Coppo stia lavorando bene con il settore giovanile. Ne ha testimonianza sia nei risultati sia per il grande lavoro della valorizzazione delle calciatrici. Quest’anno in Prima Squadra ci saranno almeno sette giocatrici che hanno almeno una presenza nella nostra Primavera. Cinque di queste vengono dal percorso prestiti che è la nostra alternativa alla Seconda Squadra che auspichiamo un giorno possano esserci anche nel femminile. Ma è un lavoro che ha ripagato. Queste persone meritano attenzione. Inizia l’ottava stagione della Juventus Women, l’ottava anche per me e pochi altri. Vorrei essere chiaro sugli obiettivi per evitare equivoci. C’è da fare una riflessione che non ho sempre visto. Nel 2022 in un periodo complicato per il Covid si è aggiunto il passaggio al professionismo. In un momento di grande tensione finanziaria c’è stat questa grande conquista di civiltà e diritto delle persone ma è stato sottovalutato l’impatto di un elemento così oneroso. Il sistema oggi non lo sostiene senza impatti sulle attività. Tutto ciò accade quando la Juve ha una contrazione economica per l’esclusione dalle coppe europee. Veniamo così alla scelta strategia di un progetto condiviso sostenibile e competitivo. Può sembrare un ossimoro ma è nella sintesi di queste due parole che può trovarsi il futuro di questo gioco. La combinazione di tutti questi elementi ci hanno portato a costruire un nuovo progetto, sicuramente competitivo ma che tenga conto di tutto il contesto economico, sociale, politico, sportivo e finanziario. L’idea è quella di costruire un nuovo ciclo. Noi fino ai primi cinque anni abbiamo avuto una grande cavalcata per una situazione particolare: al di là dei valori individuali si era creata una condivisione di obiettivi comuni e individuali. In questo circolo virtuoso il potenziale della rosa si eleva per una questione di mistica collettiva, di tempesta perfetta. È una cosa complicata che non si compra, a volte non si riesce a costruirla. Per mille motivi spesso gli obiettivi individuali non sono stati in linea con quelli comuni. Abbiamo iniziato a perdere la forza di unione degli intenti. Siamo rimasti forti e siamo arrivati secondi vincendo due trofei. C’è qualcuno che ci prova da decenni e ancora deve vincere il primo. Non siamo scarsi. Vogliamo ricostruire l’identità di questa squadra, le giocatrici che sono qui dal primo giorno sono custodi e devono tramandare la tradizione, le giovani devono assorbire questa cultura vincente. Noi abbiamo preparato col top management e con Massimiliano Mazzetta che è diventato il mio vice abbiamo presentato e condiviso un programma molto chiaro. Il nostro obiettivo quest’anno è di arrivare alla qualificazione in Champions in un campionato molto difficile. Favorita è la Roma che domina da due anni è che è all’apice di un ciclo virtuoso sia in Italia sia in Europa. Anche l’Inter sarà la prima antagonista della Roma sulla carta, ma le partite si giocano sull’erba. Per quanto riguarda il percorso in Champions penso sia a tutti molto chiaro che il percorso piazzato è complicato perché ci sono squadre a volte più competitive dei campioni di nazioni meno evolute. Probabilmente noi non saremo testa di serie a meno che l’Arsenal non venga eliminato nei preliminari. Ci sarà un Round 2 molto impegnativo dove troveremo al 99% una squadra che ci è avanti nel ranking. Dovremo scalare una montagna molto alta, se non dovessimo raggiungere un obiettivo non sarà il caso di parlare di fallimento a settembre. Ma anche quella partita la giocheremo a settembre. Sul mercato lavoriamo 12 ore a giorno e non di sorteggi che facciamo nei caffè di Vinovo. Sono arrivate 7 nuove ragazze all’8-9 luglio, non c’è stato immobilismo. Sono arrivate ragazze importanti, nessuna che deciderà le partite da sola. Alcune aggiungono caratteristiche ed altre sostituiscono chi più o meno elegantemente ha preferito ad andare altrove. Questa è la squadra che presenteremo a Canzi, forse aggiungeremo un portiere. Poi dopo gli USA valuteremo forse un ulteriore innesto. Mi sembra che siamo stati molto attivi».

CANZI – «Su Canzi sono molto contento di poterlo presentare, raramente nella mia carriera così lunga sono riuscito a centrare esattamente il profilo che ha tutto quello che stavamo cercando. Abbiamo passato serate a disegnare un profilo e quando abbiamo parlato con Max ci siamo resti conto che era lui. Abbiamo dato nome e volto a un’idea. Quando un allenatore come lui ha lasciato un progetto maschile importante in cui era nella sua zona di confort. Credo sia stata l’apoteosi del matrimonio sportivo, un grande atto di coraggio e passione da parte sua. Anche una grande dimostrazione di intelligenza in un mondo per cui passare dal maschile al femminile è un grande gesto. Lui ha grande esperienza nel professionismo e una competenza della formazione di giocatori che ha acquisito nei campionati Primavera. Secondo me nel calcio femminile c’è ancora spazio per il miglioramento individuale. Ci serviva anche un po’ di pragmatismo e praticità che nel femminile si trova ancora poco. Alla fine bisogna divertire le persone e vincere le partite. Non penso che questo si traduca in passaggi ma in gol che è la sublimazione del gioco. Tutto il resto mi sembra la complicanza di un gioco che è semplice. Il calcio che ho in mente io non sta su un foglio excel e nemmeno sta in 140 battute di Twitter. Il calcio è molto più fluido che non sta nelle definizioni ma nelle emozioni. Questo è il motivo della nostra scelta. Non abbiamo mai pensato se dovesse essere un uomo o una donna, non mi interessava. Qui allenato Guarino che è il migliore allenatore donna d’Italia. Ha allenato Montemurro che ora è una squadra molto competitiva. Non è un tema di genere ma di competenze. Non abbiamo mai valutato se venisse o no dal calcio femminile… Il calcio è uno solo. E se è vero che è uno non possiamo invocare gli specialisti. Quello che secondo noi incarna di più le nostre necessità allena la squadra. Gli faccio un grande in bocca al lupo».

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