Hanno Detto
Locatelli AMMETTE: «Dovevo essere più continuo, ma oggi sono MATURATO. Scudetto? Siamo una big, non dobbiamo nasconderci»
Locatelli AMMETTE: «Dovevo essere più continuo, ma oggi sono MATURATO. Scudetto? Siamo una big, non dobbiamo nasconderci». Le parole
Manuel Locatelli è intervenuto ai microfoni di Tuttosport. Di seguito le parole del centrocampista della Juventus.
L’INIZIO – «Sì, c’è stato un momento in cui ho capito che avrei potuto farcela: ero in Primavera al Milan, la mia seconda stagione, c’era Brocchi in panchina e nonostante fossi sotto età mi diede la fascia di vicecapitano. Stavo veramente bene, mi sentivo in forma, venivo ogni tanto convocato per gli allenamenti con la prima squadra e mi dicevo “Dai Manuel che ce la facciamo!”. Ho cambiato molto l’atteggiamento, soprattutto negli allenamenti. Negli anni prima non ero riuscito a far mia totalmente la cultura del lavoro: qualche stiramento di troppo e non sempre al 100% concentrato. Poi sono stato fortunato, nel Milan, a fine stagione, con Brocchi in panchina in prima squadra ho esordito in A. Non avevo un idolo di riferimento ma un sogno solo: diventare un giocatore di Serie A e della Juve»
PASSIONE – «Io la vivo tutti i giorni e lo dico col cuore. Ogni giorno che arrivo al campo sono contento di allenarmi, di fare lavoro in più in palestra, per me è tanta passione. Mi piace guardare le partite, la Champions League ma anche i match di Serie B. Amo il calcio, guardo gli altri calciatori»
GAP COI GIOVANI – «Assolutamente sì. Io mi ricordo che la prima volta che sono andato ad allenarmi con la prima squadra di Allegri del Milan, avevo 16-17 anni, c’erano Kakà, Robinho e c’era più nonnismo. Ora siamo più tranquilli. L’importante è che non venga mai meno il rispetto. E’ giusto mettere il piede in allenamento, rispettando le regole. Però ora è diverso. Noi più grandi dobbiamo pretendere da loro ma in un certo range»
QUARTO ANNO – «Sono maturato tantissimo, come persona e giocatore. In questi tre anni dovevo essere più continuo. Io mi metto sempre in discussione per primo per cui ho un altro anno per migliorarmi. Sono qui tutti i giorni per questo»
NUOVI COMPITI – «In questo momento abbiamo più possesso, lo dicono i dati, per cui tocco più palloni. E’ un modo di giocare diverso di cui sono felice»
POCHE OCCASIONI – «Con il Napoli abbiamo fatto meglio che con la Roma. La squadra di Conte si è chiusa. Poi ne abbiamo parlato: avremmo dovuto cercare di essere più verticali ed entrare più nell’area avversaria. Ma è normale, abbiamo appena iniziato un nuovo percorso»
NUOVI ARRIVATI – «Sono tutti forti, per cui non posso dire che uno emerge rispetto agli altri. Però c’è un aspetto che voglio sottolineare: tutti i nuovi mi hanno impressionato perché sono davvero dei bravi ragazzi. Da loro lo spirito di voler essere migliori»
RIPENSA ALL’ARSENAL? – «No, però visto che amo vedere le partite guardo anche le loro e stimo il loro tecnico, Arteta»
ALLENAMENTI DIVERSI – «E’ una metodologia diversa, lavoriamo di più sull’alta intensità. Comunque alla fine qui conta una cosa sola: vincere»
LIPSIA – «Sono una bella squadra che vuole tenere il palleggio con tanti giovani interessanti. Però noi dobbiamo pensare alla nostra partita: noi non dobbiamo fare tanti calcoli, in molti siamo giovani con poca esperienza in Champions e quindi dobbiamo viverla anche con la spensieratezza. Non è solo tensione. Serve l’atteggiamento avuto con il Psv»
PRECISIONE NEL TIRO – «Sì, è un aspetto in cui devo migliorare ma gioco in una posizione che non richiede soprattutto cercare il goal. Mi piacerebbe essere più decisivo, ma se serve che mantenga l’equilibrio della squadra affinché segni qualcun altro va bene uguale»
THIAGO MOTTA – «Sicuramente la prima impressione che ti dà è la personalità fortissima. E in un club come questo è utile. Mi ha colpito molto, devo essere sincero. E’ un maniacale nel lavoro»
ALTRI ALLENATORI – «Il più particolare sicuramente De Zerbi perché è il più matto, lo sa anche lui. Ma è anche la sua dote questa pazzia, lo aiuta a ottenere grandi risultati. Anche Allegri è un grande allenatore»
NAZIONALE – «Non bisogna chiederlo a me. Dopo la delusione dell’Europeo mi sono focalizzato ancora di più, anche per centrare questo obiettivo della Nazionale»
CAMPIONATO – «Io credo che l’Inter resti la favorita, è la più completa. Ma ci sono tante squadre buone, come il Milan che ha fatto un gran derby, il Napoli e noi siamo una grande squadra, non ci dobbiamo nascondere. Ma facciamo un passo alla volta»
FIGLIO – «Sì, chiaro, Teo è la gioia della nostra vita, mia e di mia moglie. Quando diventi papà ti completi come uomo ed è bellissimo. Lui è uno spettacolo e influenza non solo sul lavoro. Prima una delusione sul campo la portavi a casa e ci pensavi tanto. Ora magari sei accolto da un suo sorriso e tutto cambia, si relativizza. E’ anche più semplice. E io devo essere un esempio per lui. Sì, mi piacerebbe vederlo calciatore. Intanto gli faccio sentire l’inno della Juve»
ARGOMENTI NELLO SPOGLIATOIO – «Di musica, di ogni stupidaggine. Io sono appassionato di sartoria per cui cerco di far capire ad altri il mondo dell’eleganza italiana. Recentemente sono stato tre giorni a Londra nella via sei sarti, Savile Row, mi è piaciuto tantissimo. Bella esperienza»
GENOA – «Bello giocare a Marassi, l’obiettivo è vincere e voglio mandare un abbraccio a Malinovskyi per quello che gli è successo»