Bremer: «Sto riprendendo piano piano, il peggio è passato»
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Bremer si racconta: «Sto riprendendo piano piano, il peggio è passato. Prima di ogni partita mando un messaggio…» – VIDEO

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Bremer, difensore della Juventus, si è raccontato ai giovani tifosi bianconeri nell’incontro organizzato nell’ambito dell’iniziativa Young Reporter: le sue parole

Gleison Bremer, nell’incontro organizzato nell’ambito dell’iniziativa Young Reporter, un’esclusiva per i Junior Black&White Member, si è raccontato ai giovani tifosi bianconeri. Di seguito le parole del difensore brasiliano:

COME SI SENTE – «Bene, il peggio è passato e mi sto riprendendo piano piano».

RIVELAZIONE SU CHIELLINI – «Ho parlato tanto con Chiellini, noi due insieme saremmo una bella coppia. Gli chiederò anche dell’infortunio che ha avuto anche lui e gli chiederò come è tornato sui suoi livelli».

IL COMPAGNO PIU’ DIVERTENTE – «Siamo tanti. C’è Pinso che è un grande, ma anche Gatti mi fa divertire».

EMOZIONI DI GIOCARE NELLA JUVE – «Ogni tanto me lo sogno la notte. Indosso una maglia storica, di una squadra che ha vinto tutto. La squadra più forte d’Italia ed è un’emozione unica».

PAURA PRIMA DI GIOCARE – «Non ho paura, sono solo concentrato. Faccio un lavoro mentale per stare tranquillo in campo. La paura è qualcosa di normale, ma in allenamento lavori e quella sparisce. Dopo 3-4 minuti dall’inizio della partita sei tranquillo».

SOSTEGNO ALLA SQUADRA – «Sono fuori ma abbiamo un gruppo su whatsapp. Prima di ogni partita mando un messaggio, quando faccio terapia poi parlo con loro».

RUOLO – «Ho iniziato a centrocampo poi sono stato spostato in difesa».

PIATTO BRASILIANO PREFERITO – «La grigliata, la carne è fondamentale ma senza esagerare».

COSA PROVA QUANDO FERMA L’AZIONE AVVERSARIA – «Quando ci riesci è come fare il proprio dovere. Da lì in poi prendi fiducia e cresci come personalità».

SCUOLA – «I miei genitori mi chiedevano tanto per la scuola. In un giorno ci sono 24 ore e si può fare tutto bene».

SALTO DI LIVELLO ARRIVANDO ALLA JUVE – «Ho un coach che mi aiuta a livello mentale. Il primo anno, qundo sono passato dal Toro alla Juve, era diverso. Quando arrivi qui hai gli occhi di tutti addosso. Quando fai una prestazione non al top ti criticano tutti, ma se lavori bene mentalmente e fisicamente non hai alcun problema».

ARRIVO DAL BRASILE – «Quando sono arrivato in Italia è stato un po’ difficile. Ma sapevo che tutti i brasiliani vogliono venire in Europa e per i difensori l’Italia è una delle scuole migliori. Ho lavorato tanto e questo mi ha aiutato».

SOGNO DA BAMBINO – «Mio padre è stato un calciatore dilettante, ha provato a fare il pro. Sono cresciuto seguendo lui, quell’amore per il calcio è arrivato da lui».

APPROCCIO ALLE GARE – «Ogni squadra è diversa dall’altra, il calcio di oggi è più moderno e sta cambiando tanto».

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