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Juve, un passettino verso lo scudetto

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La Juve è la nostra seconda casa, le vittorie la conseguenza della programmazione della Società. Non a caso allo Juventus Stadium sono arrivate 30 vittorie consecutive

È sempre facile parlare, scrivere, commentare dopo un successo. Molto di meno dopo una sconfitta o un litigio di spogliatoio dove basta sollevare i tappeti delle polemiche per trovare consensi. Non è questa, e non lo sarà mai per chi ci conosce, la linea editoriale di Junews24 che nasce per raccontarvi la nostra Juventus con “attenzione” e “precisione” in tutti i suoi risvolti, societari e sportivi. La Juve è per tutti noi la nostra seconda casa e per questo ci vogliamo entrare comunque in punta di piedi e con il massimo rispetto. Lo stesso che noi tutti, dal primo all’ultimo dei tifosi, pretendiamo anche dalla Società.

Nessuno vive di illusioni, ma di (quasi) certezze. Ecco allora perché è l’obiettivo finale, al pari delle strategie, il vero valore aggiunto di queste ultime sei stagioni. Ognuna con le sue difficoltà, le sue fortune, ma anche con la convinzione di voler sempre far meglio. Lo dimostrano gli ultimi tre successi, due in campionato e uno in Champions. Con Palermo e Empoli si è fatta valere la regola dello Juventus Stadium: trenta vittorie una dietro l’altra, quattordici solo quest’anno e un effetto talmente avvolgente che inebria gli avversari.

Nessuno snobba la Juventus, tantomeno si “scansa”, ma basterebbe osservare da bordo campo come le squadre avversarie assecondano il loro approccio alla gara, al primo assaggio del terreno di gioco, per rendersi conto dell’effetto che fa anche ai giocatori più scafati. In Champions, ad Oporto, le italiane non vincevano da ventidue anni. Il Porto non è certo il Real Madrid, non lo è stato e non lo sarà mai. La Juve ha però agito mostrando una sicurezza inedita e cercando di comandare la gara senza frenesie. Questo è il vero atto di forza della gestione Allegri: la consapevolezza di avere una squadra tornata ad affacciarsi tra le migliori del panorama calcistico europeo, ma ancora un passo indietro rispetto alle grandi potenze europee. Ecco che allora per sopperire alla tecnica serve l’aggiunta delle idee. E l’impiego di tutte le cartucce migliori come nel 4-2-3-1.

Ultima, ma non ultima, la gestione del caso Bonucci. Tutto alla luce del sole, volutamente, perché nasconderlo non sarebbe servito a nessuno. Negli spogliatoi non è una regola essere tutti amici per forza, negli spogliatoi vanno rispettate le regole. Ecco perché da queste parti si ha di più l’abitudine a vincere. E quello che capiterà da giugno in poi traccerà la strada per il dopo “leggenda”. Magari con qualche aggiustamento o addirittura cambiamento. A tutti i livelli. Pronti per ripartire. Intanto a piccoli passi il sesto scudetto, la finale di Coppa Italia e i quarti di Champions sono sempre più vicini.

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