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Deferimento della Procura Federale: cosa rischia la Juventus?
Andrea Agnelli si difende strenuamente contro il deferimento federale e attacca, mentre i tifosi temono una nuova Calciopoli
Andrea Agnelli parte lancia in resta, e sabato nel pomeriggio si presenta a Vinovo, rilasciando dichiarazioni di grande peso specifico, subito dopo la notifica del deferimento da parte della Procura Federale. Un provvedimento giunto poco prima, che chiama in causa il Presidente stesso e la Società. L’improvvisa conferenza stampa, scatena l’ira dei tifosi ma anche tanto timore e paure mai sopite che riesplodono, come una sorta di avvisaglia per una nuova Calciopoli. La memoria è fresca, la ferita sanguina ancora per la più grande porcata che il calcio italiano abbia mai partorito nei confronti della Juventus. Ma le condizioni, interne ed esterne dell’epoca, non esistono ad oggi, perché qualcuno tenti di bissare la più grande farsa mai vissuta nel mondo calcistico italico, insomma nessuno si aspetti una Calciopoli 2.
La Società Juventus e il suo Presidente, Andrea Agnelli, fanno benissimo a tutelare la propria immagine e ad intervenire con durezza e forza, rintuzzando ogni attacco o presunto tale. Il 2006 ha insegnato che bisogna agire con prontezza, veemenza e fervore, difendendosi istantaneamente. Resta poi il fatto del perché la Giustizia Sportiva non stia seguendo la rotta tracciata dalla Giustizia Ordinaria che ha già scagionato la Juventus per la questione biglietti-ultras-n’drangheta, senza tenere contro dell’informativa dei Carabinieri attestante che la Società è parte lesa nella vicenda e non il contrario. E allora cosa rischiano la Juventus e il Presidente Agnelli in base al deferimento federale? Abbiamo posto la domanda a Pier Filippo Capello, uno degli avvocati più esperti in materia di diritto sportivo, ecco cosa ci ha detto:
«Non ho avuto modo di visionare le carte, e come Avvocato lo devo specificare, però mi sento di dire che, se non interverranno altri fatti, per quanto concerne il deferimento, la Società Juventus può rischiare una multa o una sanzione pecuniaria, mentre il Presidente Andrea Agnelli al massimo potrebbe rischiare una piccola squalifica, oppure una breve sospensione, ma ripeto dipende dal contenuto degli atti. Rimanendo in attesa di specifiche a riguardo, ribadisco che, entrambi i soggetti, se non interverranno nuove situazioni, non rischiano punizioni particolarmente dure».
Le parole inequivocabili qui sopra citate fanno il paio con un post rilasciato su Facebook da Paco D’Onofrio, legale che ha vissuto in prima persona l’orda barbarica accusatoria del 2006, che poi scaturì la farsa di Calciopoli, e le sue dichiarazioni sono anche qui estremamente molto chiare:
«Il deferimento del Presidente Agnelli ha la stessa gravità giuridica di una multa per divieto di sosta. Spiace per i tanti nostalgici del 2006, ma credo che un capolavoro del genere sia irripetibile».
Insomma, la Società e il suo Presidente sono scattati subito, pronti a difendersi da ogni sorta di ipotizzato addebito, le condizioni per una nuova, mefitica, carnevalata stile 2006 non ci sono, quindi i tifosi devono stare tranquilli, ma sempre vigili, con le antenne dritte e ben puntate. Lo strapotere tecnico, economico, di vittorie e di programmazione della Juventus crea fastidio a molti in questo Paese, un vecchio leit motiv.