Juventus Women
Agente Vangsgaard: «Offerte dai tre top team italiani, la Juventus Women l’ha capita. Capocannoniere? Sì, ma grazie alle compagne» – ESCLUSIVA
Intervista con Ashley Brown, agente di Amalie Vangsgaard: conosciamo meglio la nuova centravanti della Juventus Women
Nel magico mondo di Amalie e non di Amelie… Come il suo agente Ashley Brown – fondatore della Ignite Talent – non manca opportunamente di farmi notare: «L’ho visto scritto sbagliato troppe volte!». Abbiamo chiacchierato con lui dell’arrivo di Vangsgaard alla Juventus Women. L’attaccante danese classe 1996 è la nuova punta di livello internazionale che Braghin ha portato a Torino per alzare l’asticella del suo reparto offensivo. Ci viene presentata come una giocatrice forte e completa, come una persona interessante e ricca di sfaccettature.
Ci racconti come è nata l’occasione di portare Vangsgaard alla Juventus Women? Sappiamo che il club – al di là dell’opportunità dello scambio con Echegini – la cercava da tanto tempo.
«Amalie era alla ricerca di un’opportunità per giocare più minuti nel suo ruolo preferito a livello di club, dove è considerata la prima scelta per la Nazionale, e per potersi mettere nella migliore posizione possibile in vista dell’Europeo. La Juventus era una delle tante società con cui ha discusso durante l’estate. Oltre che da Inghilterra, NWSL e Spagna, Amalie ha ricevuto offerte ambiziose anche da tutti i primi 3 club italiani. Quindi è merito del Club e della sua fiducia in Amalie se la Juve alla fine ha prevalso».
E in cosa la Juve è stata così convincente?
«Le hanno presentato una visione completa ed entusiasmante per il prossimo periodo della sua carriera. Il Club comprendeva bene le sue qualità di giocatrice e sentiva che avrebbe potuto completare le caratteristiche della squadra e svolgere un ruolo importante nelle loro ambizioni di tornare ai vertici, sia in Italia che in Europa. La squadra è forte, in attacco e in difesa, con una rosa profonda, quindi le ambizioni del club sembrano realistiche e Amalie sarà messa alla prova e spinta a dare il meglio di sé»
Il primo impatto?
«Le persone che lavorano all’interno del Club hanno fatto il possibile per farci sentire a nostro agio quando abbiamo visitato Torino, ci hanno fatto conoscere l’ottimo cibo piemontese e ci hanno mostrato il loro affetto e il loro sostegno. Anche in città e a Vinovo c’era un’atmosfera fantastica – Amalie riusciva ad immaginarsi lì. Quando arrivi in Italia diventa ancora più evidente la dimensione del Club, del tifo bianconero e della sua Storia (anche nel calcio femminile)».
È vero che Sofie Junge Pedersen l’ha aiutata a scegliere?
«Quando i giocatori cambiano club, e soprattutto oltrepassano i confini nazionali, cercano familiarità e conforto: più informazioni riescono ad ottenere, più sono felici del trasferimento. Se le persone interne al Club hanno fatto un ottimo lavoro per convincerla, avere la possibilità di parlare con la sua compagna di Nazionale Sofie Junge e con Viola Calligaris, con cui ha giocato al PSG, è stato ovviamente un grande vantaggio».
La Juve cercava un’attaccante internazionale che portasse molti gol alla squadra. Ritieni che Amalie possa trovare continuità realizzativa e di impiego a Torino?
«C’è stata grande evidenza fin dal processo di reclutamento del fatto che il club comprenda le sue qualità e si adatti al suo stile di gioco. Amalie è stata molto richiesta da tanti club italiani, ciò dimostra il suo potenziale. In Svezia, ha segnato 22 gol in 25 partite ed è stata nominata Attaccante dell’anno nel 2022. In Francia, giocando in diversi ruoli al PSG, ha comunque trovato 10 gol. È stata tra le prime tre marcatrici in entrambe le Nation’s League (4 gol) ed è tra le prime tre anche nelle attuali qualificazioni agli Europei (3 gol). Detto questo, Amalie non ha ancora giocato partite e per ora ha segnato zero gol in bianconero, quindi ora dovrà dimostrare e scrivere la sua storia nel Club».
Vangsgaard ha già parlato con Canzi e le nuove compagne di squadra?
«Amalie ha parlato con Massimiliano prima di trasferirsi qui: Canzi ha una ricca storia nel calcio italiano e sembra desideroso di portare nuove idee nel calcio femminile. Parlava anche un inglese fluente, il che era confortante. Le nuove compagne di squadra arriveranno dopo la pausa per le nazionali, in vista di una pre-season emozionante e di alta qualità».
Senso del gol, atletismo, colpo di testa: basta questo per riassumere le migliori caratteristiche della giocatrice? Sembra il prototipo perfetto di ‘attaccante moderna’.
«Amalie ha grande mobilità in area nonostante sia alta 180 cm. Ha anche un background come ala che deriva dall’inizio della sua carriera, quindi ci sono elementi di questo ruolo che ha trasferito nel suo gioco: è in grado di raccogliere la palla in ampi spazi, andare 1 contro 1 con i difensori e creare opportunità per le compagni di squadra. Fisicamente è affidabile: è stata disponibile in quasi tutte le partite delle ultime stagioni in Svezia e a Parigi».
È già stata capocannoniere nel campionato svedese, pensi possa diventarlo anche in quello italiano?
«Certo, Amalie ha le qualità, la mentalità e, soprattutto, le compagne di squadra giuste per riuscirci. Ma ci sono tanti grandi attaccanti sia nella Juventus che in Italia, quindi l’importante è giocare in modo che la squadra raggiunga gli obiettivi collettivi».
Pensi possa fare la differenza anche in Europa?
«Lo spero! La precocità dei risultati ottenuti da Amalie mostrano la portata del suo impatto:
Amalie ha segnato il suo primo gol in Nazionale maggiore ai Mondiali la scorsa estate nella prima partita; ha poi colpito il palo contro l’Inghilterra nella seconda e ha offerto la prestazione più completa della sua carriera contro Haiti (con gol e assist). È anche l’attuale Giocatrice danese dell’anno 2023. Anche a Parigi ha avuto un ruolo importante nel raggiungimento da parte del PSG della semifinale di Champions in questa stagione: il gol all’ultimo minuto contro il Bayern per superare la fase a gironi; e l’assist decisivo per il gol del vantaggio contro l’Häcken nella gara di andata. Mentalmente è ben preparata a sostenere la squadra e il successo in Europa è ovviamente un obiettivo comune. La Juventus ha giocatrici di altissimo livello in ogni ruolo, quindi spero che possa essere un altro grande pezzo del puzzle».
Come l’ha migliorata l’esperienza al PSG? Pensi che arrivi a Torino nel momento migliore della sua carriera?
«Il PSG ha rappresentato l’opportunità per Amalie di giocare e mettersi alla prova ogni giorno al fianco di giocatrici di livello mondiale: acquisendo velocità e qualità di gioco. Ha innegabilmente migliorato le sue capacità tecniche ed ha anche perfezionato il suo gioco in fascia. Le giocatrici a Parigi sviluppano anche una forte resilienza mentale e fiducia in se stesse – e non sorprende che i momenti migliori di Amalie per la Danimarca siano arrivati proprio in questo periodo. Al PSG c’è anche una forte cultura della vittoria, qualcosa che ben si sposa con l’eredità e le aspettative della Juventus Women. Amalie ha attraversato rapidamente le fasi della sua carriera negli ultimi anni ed è sicuramente una giocatrice più completa ora rispetto a quando si è unita al PSG nel 2023».
Che ambizioni ha a livello personale e di squadra per questa stagione?
«La priorità numero uno è trovare un appartamento a Torino, incontrare le sue compagne di squadra e ambientarsi nel Club. Sul resto penso sia meglio che parli Amalie in prima persona più avanti nel pre-campionato!».
Com’è fuori dal campo?
«Amalie sa essere tranquilla e riservata fuori dal campo, ma è anche un’ottima compagna di squadra e la vedremo sicuramente frequentare i caffè di Torino nei prossimi mesi. È intelligente e seria riguardo al suo futuro e attualmente sta studiando part-time per conseguire una laurea in gestione aziendale».
Qualcos’altro che dovremmo sapere di lei?
«Amalie ha lasciato momentaneamente il calcio a 19 anni per viaggiare per il mondo, lavorando prima in un parco divertimenti in Danimarca e poi iniziando uno stage presso un’azienda a Copenaghen; il suo vecchio allenatore (Brian Sørensen, ora all’Everton) la chiamò alcuni anni dopo, quando stava allestendo la squadra femminile dell’FC Nordsjælland. Ha giocato lì 2 stagioni e mezzo prima di trasferirsi in Svezia per il suo primo contratto da professionista».
Si ringrazia Ashley Brown, agente e fondatore della Ignite Talent, per la cordialità mostrata in occasione di questa intervista.