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Allegri e l’anti sarrismo esasperato, quando il turnover è illogico
Le scelte del tecnico toscano sono sotto accusa dopo la figuraccia di Marassi. Massimiliano Allegri ha una gestione della rosa opposta a quella di Maurizio Sarri. Ed è così che la profondità d’organico rischia di diventare il tallone d’Achille della Juventus
Ci sono stati momenti di questa prima parte di stagione in cui veniva spontaneamente da chiedersi: “Ma lo sta facendo apposta?”. A cambiare la carte in tavola, sempre e comunque, interpreti diversi nello stesso ruolo, ruoli diversi per lo stesso interprete. In una parola sola: confusione. Massimiliano Allegri ha reso la sua Juve un rebus irrisolvibile per se stesso, prima che per gli avversari. Perché giocare sempre con il medesimo undici non va bene, ma adottare un turnover scriteriato è un autentico suicidio. Si perde quel senso di continuità, essenziale, per vincere i campionati.
SAMPDORIA – La partita di Genova è soltanto l’ultimo esempio dell’inedita quanto improduttiva politica allegriana. Max ha scelto di tenere fuori sostanzialmente quattro titolari (Buffon, Barzagli, Alex Sandro e Dybala) in un match ad altissimo rischio scivolone. Perché è vero che mercoledì c’è il Barcellona ma è anche vero che la Juventus non è ancora quella squadra che “cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia”. Cambia, eccome. Cambia troppo Allegri che non dà alla sua Juve un vestito standard, un abito da indossare per ogni occasione.
ALLEGRI VS SARRI – Si è fatto tanto, in estate, per allungare la panchina di Madama. Erano i tempi del post Cardiff e dei “abbiamo perso perché la panchina non era all’altezza”. Ora però la profondità d’organico rischia di diventare un boomerang letale. Allegri, in queste prima parte di stagione, ha fatto ruotare 22 giocatori (esattamente gli stessi del Napoli), concedendo però grande spazio a ciascuno dei suoi interpreti. Un modo per tenere sempre tutti in ritmo partita e avere a disposizioni diverse soluzioni prima di ogni match. Risultato? La Juve è a -4 dal Napoli di Sarri che gioca praticamente sempre con lo stesso undici di partenza, forse esagerando, forse no. Sono i due estremi che si toccano. Due strategie opposte; quella vincente però, almeno in questo momento, non è della Juventus.