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Allegri svela: «Higuain ancora al 50% e Bentancur è meglio di Bernardeschi»
Il tecnico juventino ha rilasciato una lunghissima intervista in cui ha parlato singolarmente dell’inizio di stagione dei propri ragazzi. Solito Allegri da ‘bastone e carota’
È già tempo di tirare le somme per Max Allegri. Il tecnico livornese, approfittando della sosta per le Nazionali, ha voluto dare un’iniziale chiave di lettura alla stagione bianconera. In un intervista-fiume rilasciata a Tuttosport, l’ex allenatore di Cagliari e Milan ha raccontato il momento dei suoi ragazzi tra passato, presente e futuro. Ecco le dichiarazioni principali di Allegri.
JOYA UNICA – «Dybala è unico. Rispetto a quando è arrivato è migliorato a vedere il gioco e a giocare meno da punta e più nel ruolo che gli si addice maggiormente. Per me Dybala farebbe fatica a fare il centravanti in una grande squadra per un fatto abbastanza semplice: avrebbe meno spazio davanti, dovrebbe sopportare più contatti fisici e sarebbe meno in movimento. Quando al Palermo faceva il centravanti aveva 40 metri davanti. Alla Juventus per trovare quei metri doveva abbassarsi per giocare tra le linee e lo sta facendo. Paulo non è un rapido, è un aerobico. È migliorato molto nella fisicità, ma deve ancora crescere nella gestione delle partite, certe volte deve avere un minor dispendio di energie in certi tipi di gare. Nel derby ha iniziato a dribblare, a costruire, a prender botte… Tutte energie che ti vengono a mancare nelle partite dopo. E deve migliorare a usare il destro».
BERNA IN CRESCITA- «Bernardeschi a Bergamo ha giocato bene, però deve crescere. Alla Juventus ogni palla è importante, in una squadra di media classifica se fai bene due cose ti guardano quelle e non le otto che fai male perché arrivare decimi o ottavi non cambia nulla. Alla Juventus invece conta. E’ un problema che hanno tutti i giocatori: chi non riesce a fare quel salto lì poi non è da grande squadra».
BENTA STUDIA DA LEADER – «Per diventare un grande giocatore va migliorato in certe situazioni perché altrimenti le prestazioni che fa ora alla lunga lo faranno diventare un giocatore normale. Deve diventare più decisivo. Deve giocare più in verticale, deve fare più giocate in avanti. Ma è normale, viene dal calcio argentino che è più palleggio sul corto. Però è molto bravo, è tignoso. Ecco mentalmente Bentancur è più avanti degli altri, di Bernardeschi che però è cresciuto molto e crescerà ancora perché un ragazzo intelligente che ha voglia di fare».
PIPITA AL 50 % – «Gonzalo deve essere determinante, che poi segni 30 gol o 25, l’importante è che siano gol che determinino. Adesso sta meglio fisicamente, ha lavorato nella sosta, ma non è ancora al cento per cento. Higuain è un giocatore straordinario. Mi arrabbio molto con lui perché pretendo di più, perché può fare molto di più. Finora ha fatto il 50 per cento di quello che potrebbe fare».
CHI E’ IN DIFFICOLTA’ – «Rugani è cresciuto molto, deve compiere l’ultimo step. Sono contento, a parte che è ancora giovane. Deve giocare più di singolo. Non è questione di testa. Lui è rapido, è difficile saltarlo, però deve diventare più bravo nella posizione dell’uno contro uno. Deve migliorare nell’anticipo. Douglas Costa quando prende la palla diventa sempre importante, ti gioca sempre l’uno contro uno, con l’Olympiacos ha fatto dei buoni cross. Anche lui è un giocatore che deve far 100 invece adesso fa 60. Deve pretendere di più: quando sei al Bayern o alla Juve tutti devono pretendere di più da loro stessi. Però Douglas quando ti punta, mamma mia…».
MARIO IL FURBO – «Mandzukic (clicca qui per sapere di più sul suo infortunio) lo faccio ridere. Capisce l’italiano, ma non vuol far vedere che capisce perché non vuol essere ripreso in italiano… E’ furbo, Mario».
I GRANDI EX – «Dani Alves è un giocatore importante, di tecnica, e con noi ha fatto molto bene nella seconda parte della stagione. Bonucci anche è stato un giocatore importante. La storia della Juventus parla chiaro: sono andati via tantissimi giocatori negli anni. Dopo Berlino, con gli addii di Tevez, Pirlo, Vidal sembrava che la Juventus fosse finita, invece siamo ripartiti. La stessa cosa l’anno dopo con le partenze di Pogba e Morata. La società ha svolto un grande lavoro».