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Juve, era meglio Pirlo? I numeri parlano chiaro: Allegri deve svoltare

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I numeri della Juve dopo le prime dieci partite di campionato parlano chiaro: Pirlo fece molto meglio di Allegri

La sconfitta casalinga della Juve contro il Sassuolo ha scatenato i tifosi bianconeri che, a sorpresa, hanno rimpianto l’addio di Pirlo alla fine della sofferta passata stagione in favore del ritorno di Allegri, due anni dopo la separazione. Il confronto tra i due, allo stato attuale, premia l’ex campione del mondo. E ci sono anche delle differenze, tra l’annata scorsa e quella in corso, che vanno a favore proprio di Pirlo.

La prima è che Pirlo, da esordiente assoluto come allenatore, iniziò la stagione alla Juve senza aver fatto la preparazione estiva, con una squadra stanca dagli impegni post lockdown durati fino ad agosto e in parte rinnovata dagli innesti di Arthur, McKennie, Kulusevski, Chiesa e Morata. La seconda è la presenza di Cristiano Ronaldo, assoluta certezza per minutaggio e gol segnati. La terza è legata, in qualche modo, anche alla pandemia ancora in corso perché nella passata stagione diversi giocatori bianconeri furono colpiti dal Coronavirus, saltando molte partite. A questo tema si connette il tema dei tifosi allo stadio: l’anno scorso l’Allianz Stadium è rimasto sempre vuoto. E poi ce n’è uno prettamente economico: Pirlo percepiva 2 milioni di stipendio contro i 9 di Allegri.

Quest’anno l’allenatore livornese, come ha dichiarato lui stesso in più di un’occasione, si è trovare in una situazione diversa rispetto alla Juve da lui allenata dal 2014 al 2019. Inizialmente non è riuscito a rimettersi in sintonia con l’ambiente, forse anche a causa dei due anni di stop, lontano da un calcio che per forza di cose è cambiato a causa della pandemia (basti pensare alle 5 sostituzioni). In più, come ha ammesso, non conosceva molti giocatori e quindi ha avuto bisogno di più tempo del previsto per capirne le caratteristiche e provare ad assemblare una formazione tipo. Tutto ciò, però, giustifica solo in parte quelli che sono i risultati e i numeri ottenuti dopo le prime dieci partite di Serie A.

I dati, infatti, parlano chiaro a favore dell’ex numero 21 bianconero. La Juve di Pirlo non aveva mai perso, aveva vinto 5 partite (Sampdoria, Napoli, Spezia, Cagliari, Torino) e pareggiato altre 5 (Roma, Crotone, Verona, Lazio, Benevento) con 19 punti (meno 6 dalla vetta, in quel momento), 19 gol segnati da 7 marcatori diversi e 9 reti subite. La Juve di Allegri ha vinto 4 partite (Spezia, Sampdoria, Torino, Roma), pareggiato 3 gare (Udinese, Milan, Inter) e perse altre 3 (Empoli, Napoli, Sassuolo), di 2 in casa. I punti, quindi, sono 15, (meno 13 dalla vetta), con 14 gol fatti da 9 marcatori diversi e ben 13 subiti. Il ‘Corto Muso’ non basta più: Max ha bisogno di dare (e di darsi) una svolta.

 

 

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