Analisi tattica Atalanta-Juve: non basta Cuadrado, bianconeri inconsistenti
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Analisi tattica Atalanta-Juve: non basta Cuadrado, bianconeri inconsistenti

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Analisi tattica Atalanta Juve: la partita del Gewiss Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Gian Piero Gasperini e Andrea Pirlo

La Juve di Pirlo subisce un tracollo nefasto paradossalmente in una delle prestazioni meno negative degli ultimi mesi. I bianconeri sono parsi gestire con relativa tranquillità l’Atalanta, in una gara bloccata e avara di emozioni. Dopo un ottimo avvio della Dea, la Juve ha abbassato l’altezza del pressing, dimostrando grande attenzione difensiva. I bianconeri si sono schierati con un 4-4-2 molto corto e compatto che impediva ricezioni centrali all’Atalanta. Con il doppio centravanti, Gasperini voleva portare fuori posizione i difensori bianconeri: Zapata e Muriel si aprivano infatti molto, con Pessina e compagni che attaccavano gli spazi liberati. La Juventus è però riuscita a leggere bene queste situazioni, facendo ottima densità in fascia e rendendo abbastanza sterile il palleggio della Dea. Raramente abbiamo visto l’Atalanta così in difficoltà nella produzione di occasioni, con De Ligt che ha disputato una prestazione sublime.

La Juve sembrava anche avere le idee chiare su come perforare il sistema di marcature a uomo di Gasperini. I bianconeri si muovevano molto senza palla: le punte dovevano portare fuori posizione i difensori rivali, con i giocatori della Juve che aggredivano gli spazi che si creavano. McKennie si è distinto per tanti smarcamenti ad aggredire la profondità, così come lo stesso Rabiot si sganciava spesso in avanti. Se le idee erano giuste, purtroppo per Pirlo l’esecuzione è stata tecnicamente deludente. La Juve ha faticato a imbeccare spesso i propri giocatori in situazioni pericolose: Chiesa è stato a lungo fuori dal match, mentre Morata è stato sovrastato da Palomino: lo spagnolo ha offerto una delle peggiori prestazioni stagionali, perdendo tantissimi palloni e sbagliando un’occasionissima nella prima frazione.

Ciò è stato palese nel secondo tempo, in cui la Juventus ha proprio faticato a guadagnare metri. Con l’uscita di Chiesa, la fascia mancina è stata monca (non ha convinto la decisione di spostare McKennie su quel lato), ed è mancata una prima punta in grado di tenere palla e fare risalire la squadra. Per tutti i 90′, come al solito, la Juventus ha chiesto tantissimo a Cuadrado: quando mancavano idee, i bianconeri allargavano il gioco a destra nella speranza che il colombiano creasse situazioni pericolose.

Insomma, è stata una partita molto bloccata in cui di solito la formazione più forte riesce a prevalere. Così non è stato, con anzi Gasperini che ha fatto i cambi più offensivi dalla panchina e gli episodi che alla fine hanno premiato l’Atalanta. La Juve ha fatto troppo poco nel primo tempo, con una prestazione inconsistente. Si vede che in settimana si è lavorato sulle caratteristiche dell’avversario, ma sul terreno di gioco i bianconeri dimostrano sempre scarsa incisività e poca brillantezza.

 

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