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Inter Juve: Dybala accende la squadra, ma si crea troppo poco – ANALISI
Analisi tattica Inter Juve Serie A: la partita di San Siro analizzata nei dettagli. Le mosse di Inzaghi e Allegri
Nelle precedenti partite, la Juve era riuscita a segnare abbastanza presto e a fare il tipo di gara che voleva. Ossia, aspettare in basso gli avversari e fare prolungate fasi di attesa. E nei primissimi minuti di Inter-Juve il canovaccio è stato proprio questo, con i bianconeri che hanno rinunciato a contendere il possesso in alto ai nerazzurri. A differenza delle altre volte, la gara è stata però stata sbloccata dagli avversari. La Juventus è stata quindi costretta a dover rincorrere e, nel farlo, ha manifestato tante difficoltà.
Come al solito, contro un’Inter che non esasperava certo il proprio pressing offensivo, la Juve ha faticato a trovare libero Locatelli (appena 11 passaggi riusciti nel primo tempo). I nerazzurri indirizzavano il gioco su Chiellini, che palla al piede non ha dato alla squadra la brillantezza di cui aveva bisogno. Oltre all’imprecisione del capitano, la squadra era però sterile e occupava male il campo.
La produzione offensiva della Juve, che ricordiamo avere giocato sotto più di un’ora di partita è stata davvero troppo bassa. L’area di rigore era spesso vuota, con McKennie poco incisivo negli inserimenti. Bentancur è entrato malissimo in partita, non supportando Locatelli, mentre Cuadrado e Sandro erano tanto fermi quanto imprecisi tecnicamente. Inoltre, Danilo era troppo bloccato, raramente si sganciava in avanti per dare soluzioni di passaggio. La Juve faticava così a stanziarsi nella metà campo rivale. Al contrario, l’Inter resisteva bene al disordinato pressing bianconero, risalendo spesso il campo (anche se non era precisa negli ultimi metri).
La sterilità è rimasta sostanzialmente simile nella ripresa, nonostante un’Inter molto a corto di energie fosse nettamente calata. Lo spartiacque è stato l’ingresso di Dybala. Con lui in campo, la Juventus è migliorata molto (seppur in mezzo a tanti problemi). Ha avuto più qualità tra le linee, con più verticalizzazioni centrali e una occupazione più efficacia degli spazi interni. La palla girava meglio da un lato all’altro del campo e abbiamo visto più imbucate tra le linee. Le mezzali hanno anche attaccato meglio l’area di rigore. Purtroppo, non c’è sempre stata l’adeguata pulizia tecnica: lo dimostra McKennie che, come ha detto Allegri, ha vanificato diverse situazioni dal limite dell’area.
Alla fine, l’ingenuità di Dumfries ha consentito alla Juventus di pareggiare una partita molto complicata. I bianconeri non sono ancora sufficientemente brillanti in fase di possesso, con le parole di Dybala che sintetizzano bene tutto: “Dobbiamo migliorare nella fase offensiva, se giochiamo sempre per vincere 1-0, quando subiremo gol non ci basterà.” E’ positivo avere ritrovato solidità (anche oggi i bianconeri hanno rischiato poco), ma la Juve non sarà mai una squadra realizzata fino a quando non riuscirà a essere più dominante e pulita con il pallone. A San Siro si è creato troppo poco contro un’Inter non certo irreprensibile.
Di certo, questa partita conferma come Dybala sia totalmente imprescindibile nel dare imprevedibilità ai bianconeri. C’è una Juve con Dybala in campo e una Juve senza la Joya.